Antonio Rusconi: Lario Reti e Silea sono aziende strategiche. No alle manovre di partito, prevalgano capacità e esperienza
Antonio Rusconi
Due mesi fa si sono svolte le elezioni provinciali. La vittoria risicata del centro-destra pone la lista dei Civici nella posizione di possibile ago della bilancia.
A rappresentare questa area è Antonio Rusconi, sindaco di Valmadrera per la terza volta, che dopo un lungo cursus honorum resta saldamente al centro delle manovre politiche. Cresciuto nella DC, è stato un volto della Margherita e poi del PD, con il quale è stato eletto deputato e poi senatore. Nel 2020 ha lasciato la tessera del PD di Lecco per fondare il coordinamento provinciale di Italia Viva.
Per quanto riguarda le società partecipate è stato presidente del Comitato di indirizzo e controllo di Lario Reti Holding S.p.A. mentre era assessore al Bilancio a Valmadrera e vice presidente regionale di ANCI Scuola, ambito che ha conosciuto anche dietro alla cattedra al Parini di Lecco.
Il piatto forte in questo momento è costituito dalle nomine nella governance delle aziende partecipate. Abbiamo intervistato dunque il sindaco Rusconi per conoscere il suo punto di vista alla luce di queste importanti scadenze. Quali sono le principali differenze che nota oggi rispetto ai suoi inizi nella fase di selezione della classe dirigente?
“Mi sono sempre considerato un sindaco, un amministratore prestato alla politica nazionale. In Provincia di Lecco, tranne il Comune capoluogo sono tutte liste civiche, con più o meno marcati indirizzi politici. Ci siamo riuniti con un gruppo di amici e abbiamo fatto un documento per valorizzare il ruolo della Provincia di Lecco e proporre una forte soluzione unitaria. Purtroppo hanno prevalso logiche interne agli schieramenti in previsione delle prossime elezioni regionali e politiche. Ho iniziato a far politica quando esistevano le scuole di partito: l’onestà, come mi ha insegnato Scalfaro, è un prerequisito necessario, ma senza la competenza…..Oggi, soprattutto a livello nazionale ma anche locale, vedo molta incompetenza: candidati sindaci che non sanno leggere un bilancio o capaci solo di slogan populistici”.
In molti hanno attribuito la sconfitta del centro-sinistra alla costituzione della terza lista. Tornasse indietro rifarebbe tutto?
“Il Centro Sinistra (lo ha anche dichiarato in un comunicato) ha rifiutato la presenza di una seconda lista ‘civica’ con un candidato presidente condiviso; poi ha cambiato in corsa il proprio candidato. Io ho dichiarato anche alla Presidente Hofmann di aver votato Passoni, ma non è che ci si può lamentare dopo averci ‘cacciato’”.
Siamo nel pieno della stagione delle candidature in società che per il territorio sono strategiche e fondamentali. Teme di più la penuria di qualità nei volti proposti o l’eccesso di rivendicazioni politiche che rendono complicati i giochi?
“Noi come Civici non abbiamo fatto nomi ma prodotto un documento dove si chiedeva come requisiti competenza, professionalità e relazione con gli Amministratori. Tutti dovrebbero ragionare partendo dal fatto che Silea e Lario Reti sono tra le più importanti aziende del territorio e vanno amministrate come aziende da persone capaci”.
Le tre municipalizzate lecchesi Lario Reti Holding, Silea e Seruso mantengono ancora una certa identità territoriale. L’ingente sviluppo che stanno vivendo unito all’evoluzione dei settori in cui operano rischia di spostare il loro focus fuori dalla Provincia o di subire un processo di incorporazione?
“Parliamo per Silea e Lario Reti di società in house a completa proprietà pubblica. Per me è doveroso costruire una sinergia importante tra le due, ma non vedo il rischio di privatizzazioni o alienazioni”.
In un contesto comunque di forte innovazione sarà meglio affidarsi a chi governa già le strutture aziendali o puntare su nuove forze?
“Il criterio non può essere il vecchio o il nuovo quando si parla di aziende, anche se è ipotizzabile l’opportunità di persone con idee innovative. Gli attuali Presidenti hanno un bagaglio di competenza, esperienza e responsabilità nel mondo produttivo più che in politica. Se qualcuno viene candidato a sostituirli deve avere una forte professionalità. Io non mi sentirei adeguato”.
Il Partito democratico dopo le dimissioni della segretaria provinciale Marinella Maldini è in una fase di instabilità e corrono voci di fibrillazioni tra i sindaci di area centro-destra e i vertici dei partiti di riferimento. È fiducioso lo stesso che la politica locale riuscirà ad esprimere il meglio nelle nomine dei CdA, anticipate dalla scelta della presidenza dell’ATO?
“Anzitutto vorrei manifestare tutta la mia solidarietà a Marinella Maldini per i problemi familiari che l’hanno costretta alle dimissioni. La pandemia ha reso i sindaci più protagonisti della vita politica e gli azionisti delle società sono loro e sono loro che votano. Questo, insieme alle presenze diverse nelle liste civiche, ha allentato in molti casi i rapporti sindaci- partiti di riferimento”.
Marco Pessina