Galbiate: un pugno in faccia alla postina ma... è assolto

Il perché di quell'aggressione gratuita, lei, giovane postina, ancora oggi non l'ha capito.
La motivazione della sentenza di assoluzione pronunciata quest'oggi dal giudice monocratico Paolo Salvatore nei confronti dell'uomo che nell'agosto del 2019 le ha sferrato un pugno in faccia sono chiare: l'accusa di “Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale” non sta in piedi, mancando il dolo specifico della fattispecie. Il reato contestato all'imputato punisce infatti chi “usa violenza o minaccia a un pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pubblico servizio, per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri, o ad omettere un atto dell'ufficio o del servizio”.
Nel caso specifico però, come già emergeva in querela e come chiarito anche dalla vittima rendendo testimonianza, il galbiatese a processo non avrebbe assolutamente cercato di impedire alla dipendente delle Poste di consegnare la corrispondenza. Da qui la pronuncia. “Il fatto non costituisce reato”.
Velocissima l'istruttoria, limitata all'escussione della postina, al tempo neo assunta con un contratto a termine, intenzionata dunque, a suo dire, a fare bene per non rischiare di perdere il posto. Avrebbe avuto però delle difficoltà a raggiungere la località di Galbiate in cui vive l'imputato che l'avrebbe poi accusata di aver “mandato indietro” un assegno dall'America di cui era in attesa. Quel 29 agosto, “ho avuto la sensazione che mi stesse aspettando” ha detto la donna, ricordando come scesa dalla moto l'imputato sgarbatamente le avrebbe chiesto di presentarsi, aggredendola poi verbalmente per la questione del pagamento atteso, sferrandole all'improvviso un pugno in volto, attutito solo dalla visiera del casco. “Io ero sorridente” ha sottolineato più volte la postina, non riuscendo a capacitarsi dell'accaduto, costatole poi una settimana a casa. Ma quest'oggi in Tribunale non si procedeva per le lesioni. Bensì per la violenza a un pubblico ufficiale. Reato per cui la stessa pubblica accusa – dopo che il giudice ha ritenuto superflui tutti gli altri testimoni citati – ha chiesto l'assoluzione. Stessa conclusione anche per la difesa, rappresentata dall'avvocato Francesca Rota. Assoluzione accordata dal dr. Salvatore, che ha altresì disposto – come chiesto dal vpo Caterina Scarselli – la restituzione degli atti alla Procura.
A.M.
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