Stefano Valsecchi
La data è stata fissata: il 13 aprile a Milano si aprirà il processo d'Appello per l'omicidio dell'olginatese Salvatore De Fazio e il tentato omicidio del fratello Alfredo. Per il fatto di sangue, datato 13 settembre 2020, Stefano Valsecchi, 56enne con casa a Calolzio, reo confesso, è stato condannato nel giugno dello scorso anno a 19 anni e 4 mesi del giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Lecco Salvatore Catalano. Il manovale, all'esito del processo celebrato con rito abbreviato, è stato riconosciuto colpevole di entrambi i reati in contestazione, come pure del porto illegale in luogo pubblico di arma, la pistola con la quale ha sparato tre colpi all'indirizzo di Salvatore De Fazio, padre del ragazzo che, la sera prima dell'assassinio, avrebbe avuto un alterco sfociato in un'aggressione con suo figlio Michele (poi a sua volta arrestato nel mese di dicembre per il ferimento di un civatese, episodio per il quale ha patteggiato 4 anni). Non contestata comunque dalla Procura, rappresentata dal sostituto Paolo Del Grosso, l'aggravante della premeditazione, elemento su cui hanno fatto leva le parti civili e dunque l'avvocato Nadia Invernizzi per la moglie e i figli della vittima nonché per il fratello Alfredo e l'avvocato Luciano Bova per le cinque sorelle (Palma, Rosina, Ornella, Anna e Nerina) e la madre Rosina Aloe. Vent'anni, la condanna chiesta comunque dal PM. Concesse invece dal giudice lecchese le attenuanti generiche prevalenti sulla contestata recidiva, con il conto chiuso dunque con un leggero “sconto”. L'intento della difesa, rappresentata dall'avvocato Marcello Perillo, è di beneficiare ora di un'ulteriore limatura. Proponendo Appello, il legale ha insistito infatti per il riconoscimento delle attenuanti per la provocazione e la derubricazione dell’ipotesi di reato da tentato omicidio a lesioni gravissime per quanto concerne il secondo capo d’imputazione, ossia il ferimento di Alfredo De Fazio.