Calolzio: un mese di condanna al 21enne fermato in lockdown
Un mese di arresto. E' la pena sentenziata stamani dal giudice in ruolo monocratico Martina Beggio nei confronti di N.V. (22 anni il prossimo aprile), che nel 2020 durante il lockdown era stato fermato dagli agenti della Polizia di Stato mentre stava percorrendo in bicicletta insieme al padre le strade di Calolziocorte in orario serale.
Alla richiesta di fornire generalità e motivazioni della loro presenza fuori casa, il primo avrebbe reagito decisamente male, prendendosela con le forze dell'ordine. Denunciato, aveva poi definito la propria posizione in tribunale tramite un patteggiamento.
Il figlio oggi 21enne ha invece deciso di affrontare il dibattimento, convinto di poter dimostrare la propria estraneità ai fatti che gli venivano contestati.
Il suo difensore, l'avvocato Marcello Perillo, si è battuto per evidenziare come il giovane non sia mai stato identificato con certezza dagli agenti. Una tesi che avrebbe cercato di far passare anche la sua fidanzata, escussa come teste nel procedimento, nel corso del quale è stata anche ''analizzata'' l'attività social intrattenuta dal ragazzo in quelle stesse ore in cui sarebbe stato fermato dalla Polizia insieme al padre.
Stamani la discussione, con il vpo Caterina Scarselli che ha chiesto l'assoluzione, esattamente quanto fatto a seguire dall'avvocato Perillo. Al termine della camera di consiglio invece, il giudice Beggio ha condannato l'imputato alla pena di un mese.
Alla richiesta di fornire generalità e motivazioni della loro presenza fuori casa, il primo avrebbe reagito decisamente male, prendendosela con le forze dell'ordine. Denunciato, aveva poi definito la propria posizione in tribunale tramite un patteggiamento.
Il figlio oggi 21enne ha invece deciso di affrontare il dibattimento, convinto di poter dimostrare la propria estraneità ai fatti che gli venivano contestati.
Il suo difensore, l'avvocato Marcello Perillo, si è battuto per evidenziare come il giovane non sia mai stato identificato con certezza dagli agenti. Una tesi che avrebbe cercato di far passare anche la sua fidanzata, escussa come teste nel procedimento, nel corso del quale è stata anche ''analizzata'' l'attività social intrattenuta dal ragazzo in quelle stesse ore in cui sarebbe stato fermato dalla Polizia insieme al padre.
Stamani la discussione, con il vpo Caterina Scarselli che ha chiesto l'assoluzione, esattamente quanto fatto a seguire dall'avvocato Perillo. Al termine della camera di consiglio invece, il giudice Beggio ha condannato l'imputato alla pena di un mese.