Olginate: la Trattoria Cantù è riconosciuta come attività storica, è aperta da 118 anni

Da 118 anni, precisamente l’8 agosto 1897 quando Givanbattista costruì la palazzina sulla riva dell’Adda, la Trattoria Cantù è attiva a Olginate nel settore della ristorazione, promuovendo una cucina semplice e legata alle tradizioni del territorio.
Regione Lombardia le ha assegnato il riconoscimento di “attività storica”, e Roberto Cantù che oggi la gestisce insieme alla moglie Elena ritirerà il premio il prossimo ottobre nella sede regionale.

Roberto Cantù

La storia della trattoria, caratterizzata da una vetrata che abbraccia un panoramico tratto del fiume e i monti lecchesi, inizia con il bisnonno di Roberto, Giovanbattista, che decise di “mettersi in proprio” nel 1897. Egli era figlio del cugino di Cesare Cantù, noto scrittore e storico briviese. “Prima, dal 1886, suo fratello Giuseppe gestiva a poca distanza dalla trattoria una mescita di vino” ha ricordato Roberto. “Vendevano inoltre pesce pescato nel fiume, salame crudo e cotto, caprini freschi, cetrioli e peperoni lombardi sottaceto. Poi Giovanbattista decise di proseguire l’attività da solo, e costruì la cascina che ancora oggi ospita il ristorante”.
Nei primi del ‘900 l’osteria, nei fine settimana, era frequentata dai milanesi o monzesi che arrivavano con il treno nella stazione di Airuno. Nei giorni feriali molti clienti erano i cavallanti che con i carretti trasportavano le merci sulla ex statale 36 tra Lecco e Milano.

La Trattoria oggi

“L’attività era strettamente legata al fiume, si pescavano tinche, persici, codarossa, lucci, anguille, cavedani. Il pesce non mancava, e veniva tenuto in fresco immerso in acqua in apposite botti forate” ha spiegato Roberto. “L’attività era quella dell’osteria, i prodotti quelli semplici reperibili sul territorio. Era tutto molto diverso, basti pensare che le tovaglie venivano lavate dalle donne nel fiume utilizzando la prea, con il sapone fatto in casa con la lisciva”.

La sala affacciata sull’Adda

Nel 1926 Giovanbattista morì e fu Edoardo, il nonno di Roberto, a gestire l’attività dal 1926 al 1982. Uomo di carattere forte, orgoglioso Alpino, eroe della guerra di Libia e Cavaliere di Vittorio Veneto, ha unito al lavoro della trattoria, svolto soprattutto dalle donne della famiglia, quello della pesca nei mesi caldi. Usando le stesse barche, tagliava le cannette nella palude del fiume, che venivano usate per uso edilizio negli intonaci.

Sulla sinistra Edoardo Cantù con la moglie Maria
A destra la cascina vicina alla trattoria, con una zia che morì affogata nell’Adda tornando da una gita in barca verso Lecco

La moglie Maria era invece addetta alla cucina ma soprattutto alla pulitura e friggitura del pesce, cotto allora nei pentoloni d'olio scaldati con fascine di piccolo legname per raggiungere alte temperature. Tutti i sette figli di Edoardo contribuirono al lavoro nella trattoria fino alla maggiore età.
La seconda Guerra mondiale fu un periodo difficile per l'attività, a causa della scarsità del cibo, la carenza di clientela e la partenza dei figli maschi al fronte. Nel dopoguerra con l’avvento dell'automobile la trattoria Cantù rifiorì, poiché divenne un punto di passaggio per coloro che si recavano in gita al lago di Lecco. Anche i collaudatori dell'allora famosa Gilera o quelli della Moto Guzzi si fermavano spesso durante le loro prove, usando il fienile per un riposino dopo pranzo.

Il riconoscimento a Edoardo Cantù di cavaliere di Vittorio Veneto, e a Roberto di maestro del commercio

Negli anni '60  ci sono stati vari ampliamenti alla struttura originaria, con una cucina esterna più grande e maggiori posti a sedere nella sala. “Il lavoro in trattoria veniva svolto con la partecipazione di mio padre Luigi in cucina e mia madre Chiara Crippa in sala, figura molto amata dai nostri clienti” ha spiegato Roberto. Negli ultimi 20 anni ci sono state altre migliorie allo stabile, compreso il recupero delle cantine ora adibite a sale pranzo.

Una immagine precedente alla prima Guerra Mondiale, che testimonia il trasporto di materiali sull’Adda con le barche,
trainate da cavalli lungo il fiume

“Nel 1968 il nonno Edoardo ricevette la medaglia d'oro al commercio per 40 anni di attività, e anche io sono stato premiato nel 2007 per i 25 anni. Certo, la crisi degli ultimi anni ha avuto le sue conseguenze sulla clientela, ma cerchiamo di mantenere la cucina tradizionale innovando continuamente il menù. Abbiamo aperto anche la  pizzeria, utilizziamo una farina speciale e particolarmente digeribile per accontentare tutti i palati. Spero che le mie figlie, Chiara e Giada, vogliano portare avanti la tradizione di famiglia. Ringrazio l’amministrazione comunale per aver promosso la mia candidatura in Regione”.

Un quadro del 1900: al centro Olginate, in basso la barca usata per pescare e due sorelle airunesi note per l’abitudine di bagnarsi nell’Adda
In alto l’arrivo del treno ad Airuno, con il suo carico di milanesi

Il menù della trattoria Cantù comprende tutt’oggi il pesce di lago (alborelle e lavarelli vengono pescati verso Lecco) e si ispira ai principi della semplicità e dei prodotti del territorio. Valori che ancora si ritrovano nell’attività storica avviata da Giovanbattista, 118 anni fa.

Immagini storiche tratte da http://www.trattoriacantu.com/
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