Mandello: è scomparso Giorgio Redaelli, 'il Re del Civetta'. Alpinismo in lutto

Mondo dell'alpinismo in lutto. Si è spento nella notte all'Ospedale Manzoni di Lecco Giorgio Redaelli, classe 1935, conosciuto da tutti con l'appellativo di "Il Re del Civetta". Nato a Molina di Mandello del Lario, ha scolpito il suo nome sulle montagne in maniera indelebile, da "arrampicatore di razza che ha saputo esprimersi ai massimi livelli tecnici della sua epoca (gli anni Cinquanta e Sessanta, ndr.) tanto sulla roccia dolomitica, quanto sul terreno d'alta quota delle Alpi occidentali".


Giorgio Redaelli

Così è stato più volte raccontato sulla stampa, dove Redaelli era balzato agli onori della cronaca anche nell'aprile 2020 grazie alla lettera ricevuta in occasione del suo compleanno dal vescovo emerito di Belluno e Feltre Mons. Giuseppe Andrich, a testimonianza del suo profondo legame con il territorio dolomitico: è proprio lì, infatti, che il mandellese - definito "il Re del Civetta" nel 1961, da un giornale che per primo lo ha voluto omaggiare con la "corona regale" - ha compiuto le sue imprese più memorabili, a partire dal "capolavoro" dell'incredibile "prima invernale della via Solleder sulla parete Nord Ovest del Civetta, una salita che costituì un grande passo nell'alpinismo invernale, ascensione nella stagione più fredda dell'anno".



All'epoca, del resto, con le attrezzature a disposizione, si parlava di una "spedizione" quasi da Guinness dei primati, che per lui fu segnata dalla partenza da Mandello in sella al Galletto, la moto "made in Guzzi". Nello zaino - non poco pesante - l'equipaggiamento da parete e i caldi calzettoni di lana confezionati da mamma Amalia, che lo aveva incitato, fin da giovane, alla carriera alpinistica, nel tentativo di distoglierlo dal pallone: "Vai su, vai ad arrampicare, almeno so dove sei e sto più tranquilla". Senza presagire che per il figlio sarebbe stata la svolta, il bivio della sua esistenza.


Le imprese di Giorgio Redaelli, premiate con decine di riconoscimenti nel corso degli anni, sono state raccontate anche nel libro "I momenti di vita" edito nel 2004, sul quale l'alpinista ha avuto modo di confrontarsi anche con il grande Reinhold Messner. Nelle scorse ore, dopo un'esistenza intensa e ricca di soddisfazioni, la notizia della sua scomparsa, accolta con profondo dolore in tutto il mondo dell'alpinismo.


Giorgio Redaelli lascia la moglie Aurora, i figli Mauro con Stefania e Nicoletta con Gianni, le affezionate nipoti, il fratello Angelo con Maria e tutti i parenti. Le esequie si svolgeranno mercoledì 2 marzo alle 10.30 nella Chiesa Parrocchiale del Sacro Cuore a Mandello, dopodichè il feretro proseguirà per la cremazione. La salma è attualmente composta a Lecco, presso la Casa Funeraria Galli in via della Pergola 55.
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