Lecco perduta/311: il Carnevalone degli 'anni d'oro'

Sarebbe stato ieri, domenica, il momento di avvio del grande Carnevale di Lecco, iniziato nel 1884 con la prima nomina di re Resegone. Purtroppo, per la terza volta consecutiva, la manifestazione è stata sospesa per la nota emergenza sanitaria. Sicuramente entra nella storia del Carnevalone la regina Chiara Frigerio, già pronta due anni fa ad assumere tale ruolo nella "settimana Grassa" e ancora "in sospeso". Insomma per lei si è verificato il classico "non c’è due senza tre". Prima della sospensione del febbraio 2020, quando il dilagare della pandemia assumeva sempre più numeri tragici e preoccupanti, la regina era già pronta a leggere, a fianco del re, il discorso dell’incoronazione sul “trono”.



Negli anni trascorsi nella seconda metà del Novecento, spicca nel tempo il “ritorno” del Carnevalone lecchese dopo il periodo tragico della guerra. Da ricordare con note e immagini la prima edizione ampia e rinnovata, quella del 1953, che si svolse dal 15 al 21 febbraio. Venne organizzato un concorso per scegliere il manifesto. Vinse il bozzetto del pittore comasco Maraia; al secondo posto si classificò il lecchese Luigi Furiosi. Vennero indicate come “distinte” le opere di Gianluigi Uboldi di Corenno Plinio, Livio Del Pino, Nuccia Ruggiero, Bruno Bianchi, Mario Bolzoni e Piero Dell’Era di Lecco. Usciva in edizione straordinaria il “Don Rodrigo”, curato da Amilcare Zelioli, e si ironizzava sulla chiusura del Teatro Sociale, dichiarato inagibile da qualche anno, con una vignetta che collocava sul bar attiguo l’insegna “Caffè dell’ex Teatro”.



C’era ancora lo storico Caffè Colonne sull’angolo tra via Roma e via Sauro, fronteggiante piazza Garibaldi nel lembo più settentrionale verso l’allora hotel Croce di Malta. Era un locale solenne e importante della città e, soprattutto, del centro, ricco di lampadari e di specchi, frequentato da personaggi di élite, ma il “Don Rodrigo” evidenziava: “Qui si trova a tutte le ore la squadra dei matti, scopisti e sisalisti in attesissime zuffe”. L’edificio è stato demolito nel 1957 per costruire sull’area relativa l’attuale grattacielo con sede bancaria.



Non mancava la pubblicità di negozi cari e popolari, ricordati da generazioni di lecchesi e non più esistenti, come la pasticceria Benaglio di via Mascari, il Caffè Pasticceria Pizzi sul lungo Lario Isonzo, i giocattoli Bregaglio in piazza XX Settembre, la Bottega della Musica di Tiraboschi, in via Cattaneo, la frutta e verdura del Tugnin in via Bovara, le droghe e coloniali di Giuseppe De Toma in via Roma e altri ancora.



E’ stata, però, l’edizione del 1957 quella che le immagini del tempo indicano segnata da una straordinaria partecipazione popolare. Le foto che pubblichiamo si riferiscono al corteo del “sabato grasso”, sul lungolago cittadino, nel tratto più centrale da piazza Cermenati verso il monumento ai Caduti, e sono relative al carro che ricostruisce in fiori il campanile della basilica di San Nicolò, la freccia del Colorado e quello dove si trova un gigantesco Charlot, il famoso personaggio interpretato dal celebre attore Charlie Chaplin. La foto di gruppo si riferisce ad un raduno dei regnanti della “settimana grassa” degli anni Duemila, avvenuto presso la Canottieri Lecco.
A.B.
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