Manifestiamo c'è la guerra anche in tv
Cara Leccoonline
Un Presidio della Pace, la firma in calce ad un appello buono per ogni bomba, un Fermatevi per carità!, fors’anche una veglia, un digiuno per l'Ucraina credo che non servano a nulla. Se non alla nostra coscienza.
E soprattutto, mi sia permesso, non affrontano il problema, non fanno chiarezza. Non aiutano a capire. Si dice quello che sappiamo.
Ma non quello che va saputo.
Non si dice che in Donbass la guerra c'è da 8 anni, che c'è stato, ben prima dei bombardamenti, un continuo, quotidiano, assedio alla popolazione.
Non si dice che quella parte di popolo vuole l'indipendenza, l'autonomia da Kiev e noi siamo quelli che han riconosciuto il Kosovo e ogni Stato della Jugoslavia, a forza di bombe, le nostre.
Che abbiamo due pesi e due misure.
Se si chiama Israele o Gaza, Ucraina o Libia
Non si dice che in Ucraina buoni e cattivi non è facile distinguerli.
E qualcuno si vanta pure di essere nazifascista
Non si dice che non c'è più ragione alcuna di stare nella Nato, che non c'è più ragione alcuna di tenere oltre 120 testate nucleari americane sotto il nostro culo. Che l'Europa è la nostra casa, al più. E da pari non da sudditi.
Non si dice che se metti i missili sul pianerottolo di casa forse il vicino si incazza, e si incazza anche quello del pianerottolo se poi scappi e lo lasci lì da solo a fare la voce grossa.
Non si dice che le bandiere sindacali in piazza sono le stesse che non vogliono riconvertire le fabbriche di armi. E contrattano i premi di produzione.
Non si dice che i partiti dei rappresentanti politici con fascia tricolore, con Gino Strada nel cortile del municipio, con gli onorevoli al Governo hanno votato, rivotato per aumentare a 26 miliardi di euro, all'anno, ogni anno, la spesa militare in Italia. Con 14 nuovi programmi di carattere offensivo, e sia mai una mozione, un odg, per dire ai propri rappresentanti, Basta!!! O mi rappresenti o ti rappresenti da solo.
Anche domani quando ci saranno le elezioni.
Non si dice che sotto la bandiera tricolore c'è già una guerra in atto, da anni, decenni, con le armi nostre in mare e in pugno ai libici contro i soldati dell'umanità sconfitta, che sono i migranti, uccisi e torturati in lager. Ma senza tv.
Certo non si può dire tutto, potrebbe obiettare chiunque manifesta, marcia, firma, prega, ed avrebbe ragione. Solo che queste sono la precondizione, la premessa, per ogni analisi politica, per ogni fotografia della realtà, per ogni soluzione duratura.
La verità sulla genesi di questo conflitto va raccontata alle opinioni pubbliche fino in fondo.
Questo, per il bene di russi e ucraini in pari misura, è anche nostro.
Facciamo una, dieci cento lezione di storia.
Pretendiamo, ma davvero, che i nostri rappresentanti politici si comportino con coerenza, con Atti, ora, subito.
Perché 10 morti al giorno per 8 anni non sono meglio che 29000 in una volta sola.
Solo perché ora c'è la tv.
Noi non bastiamo a noi stessi, non possiamo avere quindi la pretesa di essere così decisivi da poter fermare una guerra. Possiamo continuare a fare quello che facciamo, magari sopperire all’abbondanza di ignoranza, perché no, ma soprattutto chiedere conto.
Prima della prossima bomba, del prossimo presidio solo perché oggi c'è la guerra anche in tv.
Un Presidio della Pace, la firma in calce ad un appello buono per ogni bomba, un Fermatevi per carità!, fors’anche una veglia, un digiuno per l'Ucraina credo che non servano a nulla. Se non alla nostra coscienza.
E soprattutto, mi sia permesso, non affrontano il problema, non fanno chiarezza. Non aiutano a capire. Si dice quello che sappiamo.
Ma non quello che va saputo.
Non si dice che in Donbass la guerra c'è da 8 anni, che c'è stato, ben prima dei bombardamenti, un continuo, quotidiano, assedio alla popolazione.
Non si dice che quella parte di popolo vuole l'indipendenza, l'autonomia da Kiev e noi siamo quelli che han riconosciuto il Kosovo e ogni Stato della Jugoslavia, a forza di bombe, le nostre.
Che abbiamo due pesi e due misure.
Se si chiama Israele o Gaza, Ucraina o Libia
Non si dice che in Ucraina buoni e cattivi non è facile distinguerli.
E qualcuno si vanta pure di essere nazifascista
Non si dice che non c'è più ragione alcuna di stare nella Nato, che non c'è più ragione alcuna di tenere oltre 120 testate nucleari americane sotto il nostro culo. Che l'Europa è la nostra casa, al più. E da pari non da sudditi.
Non si dice che se metti i missili sul pianerottolo di casa forse il vicino si incazza, e si incazza anche quello del pianerottolo se poi scappi e lo lasci lì da solo a fare la voce grossa.
Non si dice che le bandiere sindacali in piazza sono le stesse che non vogliono riconvertire le fabbriche di armi. E contrattano i premi di produzione.
Non si dice che i partiti dei rappresentanti politici con fascia tricolore, con Gino Strada nel cortile del municipio, con gli onorevoli al Governo hanno votato, rivotato per aumentare a 26 miliardi di euro, all'anno, ogni anno, la spesa militare in Italia. Con 14 nuovi programmi di carattere offensivo, e sia mai una mozione, un odg, per dire ai propri rappresentanti, Basta!!! O mi rappresenti o ti rappresenti da solo.
Anche domani quando ci saranno le elezioni.
Non si dice che sotto la bandiera tricolore c'è già una guerra in atto, da anni, decenni, con le armi nostre in mare e in pugno ai libici contro i soldati dell'umanità sconfitta, che sono i migranti, uccisi e torturati in lager. Ma senza tv.
Certo non si può dire tutto, potrebbe obiettare chiunque manifesta, marcia, firma, prega, ed avrebbe ragione. Solo che queste sono la precondizione, la premessa, per ogni analisi politica, per ogni fotografia della realtà, per ogni soluzione duratura.
La verità sulla genesi di questo conflitto va raccontata alle opinioni pubbliche fino in fondo.
Questo, per il bene di russi e ucraini in pari misura, è anche nostro.
Facciamo una, dieci cento lezione di storia.
Pretendiamo, ma davvero, che i nostri rappresentanti politici si comportino con coerenza, con Atti, ora, subito.
Perché 10 morti al giorno per 8 anni non sono meglio che 29000 in una volta sola.
Solo perché ora c'è la tv.
Noi non bastiamo a noi stessi, non possiamo avere quindi la pretesa di essere così decisivi da poter fermare una guerra. Possiamo continuare a fare quello che facciamo, magari sopperire all’abbondanza di ignoranza, perché no, ma soprattutto chiedere conto.
Prima della prossima bomba, del prossimo presidio solo perché oggi c'è la guerra anche in tv.
Paolo Trezzi