Lecco: cittadini, associazioni e istituzioni in presidio contro la guerra in Ucraina

Una neutralità “attiva” da parte di Italia ed Europa, un’indisponibilità ad avventure militari, avviare iniziative urgenti perché si arrivi al più presto a un accordo politico che metta fine alla guerra. Sono alcuni degli appelli partiti dal presidio tenutosi questa sera in piazza Diaz davanti al municipio su iniziativa delle organizzazioni sindacali, associazioni ma anche istituzioni contro l‘invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Un raduno all'insegna della parole di Gino Strada (Non sono un pacifista, ma sono contro la guerra), un cui ritratto proprio in questi giorni campeggia nel cortile del comune su iniziativa del pittore Bruno Ferri in occasione della Giornata mondiale della giustizia sociale.

Hanno preso la parola Fabio Galbusera della Cgil; Grazia Caglio, assessore comunale a Osnago, presidente del Comitato Lecchese per la Pace e la Cooperazione tra i Popoli; i sindaci di Lecco Mauro Gattinoni e di Oggiono Chiara Narciso; Andrea Massironi per il comitato “Noi tutti migranti”, Serena Piva per l'ANPI e Marilisa Rotasperti per la Uil, la quale ha anche ricordato come molte donne ucraine siano presenti nel nostro territorio in qualità di badanti  e ha espresso solidarietà ai cittadini russi che in queste ore hanno protestato contro la decisione del proprio governo rischiando non poco. Da parte sua, Gattinoni ha definito importante la scelta di tenere il presidio proprio davanti al municipio che è la struttura pubblica più vicina ai cittadini riferendo come in mattinata in una chat di sindaci circolasse un messaggio firmato dal primo cittadino di Kiev. Nel contempo ha ricordato la comunità ortodossa cittadina e ha prospettato per la giornata del 3 marzo – proclamata da papa Francesco di digiuno contro la guerra – iniziative ecumeniche anche nella nostra città.

Finale toccante, con l’intervento di Svitlana, 22 anni, in Italia da 9 anni e parte del direttivo di Cassago chiama Chernobyl. Ha raccontato del dramma di amici e parenti in Ucraina che vogliono scappare ma non sanno dove andare, di una città in cui si continua a sparare e di come in giornata stesse parlando al telefono con la cugina quando improvvisamente sono ricominciati gli scoppi questa volta non annunciati dalle sirene d’allarme: “Mia cugina è scappata e non so ancora cosa sia successo. Non ho ancora avuto modo di risentirla”.

Successivamente è intervenuta una  “mamma ospitante”, una mamma che appunto in questi anni ha accolto i bambini ucraini. E proprio a loro ha pensato, “ma non solo a quelli che ho ospitato, a tutti i bambini che sono soli, non hanno nessuno”, lanciando quindi un appello affinché anche in questo momento drammatico non ci si dimentichi di loro.
D.C.
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