La guerra in Ucraina mette in allarme i mercati lecchesi

L'invasione russa dell'Ucraina preoccupa e non poco anche il nostro territorio.
"In queste ore il pensiero va prima di tutto alla popolazione ucraina - sono le parole di Daniele Riva, presidente di Confartigianato Imprese Lecco - Il nostro appello è uno: si lavori per la pace, per salvare vite umane. Siamo di fronte a una inimmaginabile e inaccettabile tragedia umana, che, volenti o nolenti, avrà drammatiche conseguenze sulle nostre vite e sulle nostre imprese. Costo dell'energia, derrate alimentari, blocchi stradali e navali: l'attacco russo provocherà conseguenze pesantissime per l'Italia. Il prezzo del gas e delle materie prime già alle stelle si impenna ancora di più, sale quello del carburante che sta già mettendo in ginocchio la circolazione delle merci con i blocchi degli autotrasportatori di queste settimane. Questo nell'immediato. Ma questa guerra, che ci auguriamo duri il minor tempo possibile, avrà ripercussioni soprattutto sul lungo periodo".
Nel teatro di guerra - Russia e Ucraina - il complesso delle esportazioni lombarde negli ultimi 12 mesi ammonta a 2.624 milioni di euro (81% verso la Russia) mentre l'import raggiunge i 1.623 milioni di euro determinando un saldo positivo per 991 milioni.
A Lecco l'export nello stesso periodo verso l'Ucraina vale 13 milioni di euro, 51 milioni verso la Russia; l'import dall'Ucraina 5 milioni e dalla Russia 11 milioni.
Le conseguenze del precedente conflitto russo-ucraino di otto anni fa si sono scaricate interamente sulle esportazioni verso la Russia. Tra il 2013 e il 2021, infatti, per la Lombardia - prima regione per ammontare dell'export verso la terra di Putin (2,1 miliardi di euro negli ultimi 12 mesi, pari al 28% del totale Italia) - si rileva un calo accumulato del -30,4%, in linea con quello nazionale ma più ampio di quello registrato dalle altre principali regioni manifatturiere (Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto). Il mercato russo in questi anni è comunque sempre rimasto tra i primi top 20 per ammontare dell'export, perdendo però posizioni e passando dalla 7^ occupata nel 2013 alla 14^ del 2021.
Tra le merci più vendute dalle imprese lombarde in Russia, la diminuzione è stata pesantissima per Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature (-54,7%), Prodotti alimentari (-49,3%), Mobili (-46,8%), Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-45,8%), Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (-44,1%) e Prodotti tessili (-43,2%).
Tra i prodotti lombardi più apprezzati a Mosca vi sono macchinari e apparecchiature: nel 2021 ne abbiamo esportati per 527 milioni di euro (pari al 33,1% del made in Lombardia in Russia). Seguono i prodotti chimici per 237 milioni di euro (14,8%) e gli articoli di abbigliamento per 182 milioni di euro (11,4%).
I settori con la maggiore concentrazione di micro e piccole imprese - alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altra manifattura - vendono in Russia prodotti per 627 milioni di euro negli ultimi 12 mesi, pari al 30% delle nostre esportazioni manifatturiere nel Paese. Nel corso degli anni 2013-2021 il calo cumulato dell'export dei settori di MPI è del -37,8% (>-30,4% del totale manifatturiero).
Tra le province che contribuisco ad oltre l'1% dell'export di MPI verso il mercato di Mosca in cui si rilevano riduzioni, nel corso degli 8 anni in esame, più accentuate, troviamo proprio Lecco (-67,6%). Tra i prodotti realizzati in settori a maggior concentrazione di MPI quelli più richiesti dal mercato russo sono Abbigliamento, Metalli e Mobili; mentre quelli che hanno registrato riduzioni più pesanti tra il 2013 e il 2021 sono Legno (-57,0%), Metalli (-54,7%) e Alimentare (-49,3%).
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