Lecco, grave marginalità: la rete funziona, meno persone in strada

Foto d'archivio di un intervento dei City Angels
“Dare un’identità alle persone senza fissa dimora e scommettere sulla loro inclusione”. È l’obiettivo che sta perseguendo in città la rete per la grave marginalità e per i senza fissa dimora, composta da diversi soggetti attivi sul territorio che, con diverse competenze, si occupano di inclusione sociale. “È stato fatto un percorso che ha portato all’evoluzione di questa che è ormai una rete consolidata - ha chiarito giovedì sera durante la commissione III l’assessore al Welfare Emanuele Manzoni - e che rappresenta la modalità migliore per accompagnare le persone che più sono vulnerabili. Si tratta infatti di diversi soggetti che possono offrire una molteplicità di sguardi sulla grave marginalità, che è un fenomeno molto complesso. Ma grazie a questa esperienza possiamo dare dei volti a quelli che prima erano fantasmi”.

Ad entrare nel dettaglio del lavoro di questa rete sono stati i soggetti coinvolti. “Al centro di accoglienza di via dell’Isola ospitiamo uomini adulti inviati dai servizi sociali dei Comuni della provincia, che si trovano in situazione di emarginazione e disagio sociale - ha spiegato Daniela Messina della cooperativa L’Arcobaleno, coordinatrice della struttura - Ci sono anche 13 posti di accoglienza nell’ambito del Sai, riservati a colo che hanno già ricevuto una forma di protezione sociale e stanno facendo un percorso di integrazione. Quello che facciamo con gli ospiti del centro è un affiancamento che ha l’obiettivo di promuovere la loro autonomia e la loro re-integrazione a livello abitativo e lavorativo. Si tratta di storie di grande vulnerabilità, per le quali è necessario recuperare la stabilità e l’equilibrio persi. Proprio per l’enorme difficoltà che caratterizza questi vissuti sono necessari percorsi di affiancamento di qualità, con la consapevolezza che il nostro sguardo e il nostro approccio alle persone può fare la differenza”.

Anche il rifugio notturno della Caritas a Maggianico ha un ruolo centrale in questa sfida. Fino al 27 aprile 2020 aperto solo nei mesi della cosiddetta emergenza freddo, da due anni il centro è aperto tutto l’anno dalle 18 alle 9: “In questo ultimo anno il rifugio ha cambiato fisionomia - ha detto Angela Missaglia della Caritas - non è più solo un luogo dove offriamo da mangiare e da dormire, ma siamo focalizzati anche sull’integrazione di queste persone e sulla loro ‘promozione umana’: cerchiamo di introdurle a percorsi di tirocinio con lo scopo di inserirle nel mondo del lavoro e abbiamo attivato percorsi di accompagnamento nella ricerca della casa. Facciamo anche un lavoro a livello legale e sanitario in collaborazione con la prefettura, la questura di Lecco e la ATS, perché molti sono gli ‘invisibili’ che senza residenza e documenti non hanno accesso a diritti fondamentali”.

I City Angels si rivolgono a chi, anche nelle notti più fredde, preferisce la strada. Nel corso del 2021 il gruppo di volontari ha svolto 475 uscite, sia per la distribuzione di cibo e coperte e sia per fare dei controlli di sicurezza. “Abbiamo avuto una presenza media giornaliera di 12 persone e distribuito più di 4mila pasti, in particolare in alcuni punti sensibili della città: il Bione, la Piccola e le piazze del centro - ha spiegato Paolo Selva, responsabile operativo - Negli ultimi due mesi queste presenze sono un po’ scese a sei o sette persone in centro (gli ‘irriducibili’ che nonostante le molte indicazioni e sollecitazioni sono sempre lì) e tre o quattro nella zona della Piccola. Partecipare a questo tavolo è stato per noi fondamentale, perché ci ha consentito di essere in una rete e dare giuste indicazioni alle persone che incontriamo in strada”.

Opera invece di giorno il camper dell’associazione Il Gabbiano che dalle 11 alle 16 del pomeriggio accoglie le persone nella piazza della stazione: “Incontriamo prevalentemente persone con dipendenza, diamo loro succhi e brioche, ma soprattutto offriamo uno spazio di ascolto e relazione per le persone che si rivolgono a noi con fiducia - ha detto Bruno Vegro - Si tratta di storie di dipendenza di lungo tempo, che hanno fatto perdere i contatti con le famiglie e spinto le persone sulla strada. Noi cerchiamo di ‘tenerli dentro’, di cogliere le problematicità e dare delle alternative, che passano anche attraverso la rete che funziona perché è fluida”.

Come ha accennato Michela Maggi, coordinatrice dell’Ufficio di piano, mercoledì sera è stato approvato il piano di zona e l’indicazione data dai sindaci del territorio è di continuare a lavorare in questa direzione: il tema della marginalità sociale e dei senza fissa dimora è contemplato nella macro-area del contrasto alla povertà e avrà dei fondi ad hoc per continuare a portare avanti progettualità e interventi.
M.V.
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