Buoni mensa non corrisposti? Il problema limitato a Calolzio. Panoramica nella Valle
A Calolzio la situazione è diventata intollerabile, con 241 alunni sui circa 900 totali in debito nei confronti dell'azienda e cinque "scoperti" che arrivano fino a 800 euro, tanto che il sindaco Marco Ghezzi si è convinto della necessità di intervenire con un appello pubblico alle famiglie, anche nel rispetto di chi paga regolarmente. Parrebbe andare meglio, invece, nel resto dell'Istituto Comprensivo.
"Al momento non abbiamo la necessità di sollecitare nessuno ma eventualmente sì, facciamo una chiamata e cerchiamo di risolvere direttamente con le persone interessate" ha spiegato il sindaco di Carenno Luca Pigazzini, specificando come, al momento, si aggiri solo intorno al 5-10% - contro il 30% "denunciato" dal collega di Calolzio - il totale degli iscritti non completamente in regola con i pagamenti. "Perlopiù si tratta di situazioni di difficoltà già note, a cui cerchiamo di andare incontro. L'invito che ribadiamo sempre alle famiglie è quello di presentare l'ISEE, altrimenti è più complicato per noi intervenire".
Stesso discorso per Monte Marenzo, come confermato dal sindaco Paola Colombo, e per Torre de' Busi. "Se c'è qualche ritardo al massimo si limita a un paio di buoni pasto, non di certo a decine" ha sottolineato Eleonora Ninkovic, alla guida del Comune bergamasco, "che comunque va già incontro a tutti gli utenti, un centinaio tra Primaria e Secondaria di grado, coprendo con fondi del bilancio una quota parte del servizio". Nessun problema nemmeno per il piccolo asilo di Erve. "Da noi non c'è possibilità di "sgarrare", neanche per sbadataggine, perchè i ticket per la mensa si acquistano direttamente in Municipio, di volta in volta" ha chiarito il primo cittadino Giancarlo Valsecchi.
Niente a che vedere, insomma, con quanto registrato nel "capoluogo" della Valle San Martino, dove l'azienda ha lamentato - solo per i primi mesi dell'anno scolastico - mancate riscossioni per 14.000 euro, con cinque "picchi" da 800 euro, come anticipato, di esposizione nei confronti della Ladisa. L'auspicio, insomma, è che anche a Calolzio si inizi a seguire la scia positiva dei paesi limitrofi.
I versamenti per la mensa scolastica non sembrano essere un problema a Monte Marenzo, Erve e Carenno, ma neanche a Torre de' Busi, Comune ormai uscito dal "raggruppamento" di plessi della Valle San Martino ma comunque legato per il servizio alla stessa società appaltatrice, la pugliese Ladisa (fa storia a sè invece Vercurago, con la Union Chef Srl di Valmadrera). Tutti paesi molto più piccoli, con numeri decisamente inferiori rispetto a quelli di Calolzio, dove per intervenire su casi di questo tipo può bastare una semplice telefonata.
In alto Luca Pigazzini e Paola Colombo
Sotto, Eleonora Ninkovic e Giancarlo Valsecchi
Stesso discorso per Monte Marenzo, come confermato dal sindaco Paola Colombo, e per Torre de' Busi. "Se c'è qualche ritardo al massimo si limita a un paio di buoni pasto, non di certo a decine" ha sottolineato Eleonora Ninkovic, alla guida del Comune bergamasco, "che comunque va già incontro a tutti gli utenti, un centinaio tra Primaria e Secondaria di grado, coprendo con fondi del bilancio una quota parte del servizio". Nessun problema nemmeno per il piccolo asilo di Erve. "Da noi non c'è possibilità di "sgarrare", neanche per sbadataggine, perchè i ticket per la mensa si acquistano direttamente in Municipio, di volta in volta" ha chiarito il primo cittadino Giancarlo Valsecchi.
Niente a che vedere, insomma, con quanto registrato nel "capoluogo" della Valle San Martino, dove l'azienda ha lamentato - solo per i primi mesi dell'anno scolastico - mancate riscossioni per 14.000 euro, con cinque "picchi" da 800 euro, come anticipato, di esposizione nei confronti della Ladisa. L'auspicio, insomma, è che anche a Calolzio si inizi a seguire la scia positiva dei paesi limitrofi.
B.P.