'La pace si allontana sempre più': il racconto dal Donbass del reporter lecchese Rangeloni

"Purtroppo, la direzione che si sta prendendo porta sempre più lontano dalla pace". La situazione sulla linea del fronte tra Ucraina e Russia sembra in rapido cambiamento. Giusto questa mattina, lungo la principale arteria di collegamento tra Donetsk e Gorlovka, è stata bombardata un'auto con a bordo tre civili, tutti morti carbonizzati, probabilmente colpita nel tentativo di mirare un mezzo militare, proprio mentre le forze russe stavano entrando nel Donbass.


Vittorio Nicola Rangeloni nel frame di un video tratto dal canale Telegram "RangeloniNews"

A descrivere ciò che appare sempre più come un pericoloso scenario di guerra è Vittorio Nicola Rangeloni, 30enne originario di Barzio sul posto ormai da anni, accanto ai separatisti russi: sul campo è presente in qualità di reporter, uno dei pochissimi italiani che lavorano con giornali e tv, pianificando anche l'eventuale arrivo di altri colleghi e portando aiuti umanitari. La sua, in realtà, è una controinformazione, dato che "in Europa dal 2015 prevalgono le versioni degli ucraini".



"Cerco di offrire un punto di vista diverso" puntualizza Rangeloni, nipote di russi, che sulla sua esperienza ha scritto anche un libro intitolato "Donbass, le mie cronache di guerra". "Fino a non molti giorni fa non c'erano segnali particolari, tanto che erano in pochissimi a pensare che potesse succedere qualcosa di straordinario. Ma a partire da sabato sono iniziati i bombardamenti, che hanno fatto danni e vittime anche tra i civili. A Donetsk e Lugansk - le due repubbliche separatiste ucraine - è stata presa una decisione drastica, senza precedenti nonostante il conflitto sia in corso da otto anni: le autorità hanno infatti optato per evacuare la popolazione, con centinaia di migliaia di persone invitate a prendere pullman e treni per cercare rifugio in Russia, dove subito è partita una grande mobilitazione nei loro confronti, con molte semplici famiglie che sui social si sono dette pronte ad accogliere chiunque avesse bisogno. Nel frattempo, è stata lanciata una campagna di arruolamento di tutti gli uomini tra i 18 e i 55 anni, ma probabilmente più a scopo preventivo, per dare un segnale".


Alcune immagini delle popolazioni sfollate a cura del reporter, sempre tratte dal canale Telegram "RangeloniNews"




Come racconta il reporter lecchese, stando al blocco occidentale le ostilità sarebbero dovute scoppiare già nel novembre scorso, quando invece sul Donbass non ce n'era alcun sentore. "Paradossalmente, la crisi diplomatica e mediatica è iniziata proprio quando le armi hanno smesso di sparare" prosegue Rangeloni. "Allora le tensioni geopolitiche non hanno avuto alcuna ripercussione sul fronte, tanto che tra i civili - avvezzi alla parola "guerra" e ben consapevoli di essere i primi a pagare eventuali conseguenze - non si percepivano particolari tensioni. Del resto i bombardamenti vanno avanti dal 2014, anche senza i riflettori dei media. E ci sono sempre stati morti, non diversamente da quanto accaduto questa mattina all'alba".





Risale alla giornata di ieri, invece, un'altra importante novità: il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha infatti annunciato il riconoscimento delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, una decisione che nel Donbass è stata accolta con fuochi d'artificio, caroselli lungo le strade e brindisi nelle piazze. "La speranza della popolazione locale è che la Russia possa portare sicurezza e pace, dopo anni di guerra e di soluzioni diplomatiche mancate, o sabotate dalle altre potenze mondiali" spiega ancora il reporter barziese. "Del resto da parte dell'Ucraina, che non ha mai mantenuto le promesse di autonomia fatte nel 2015, sembra essere venuta meno l'intenzione di trovare compromessi politici a favore delle due repubbliche, che quindi ora vedono l'intervento di Putin come una forma di tutela. La Russia, nel frattempo, si è anche impegnata a fornire assistenza militare sui confini di Donetsk e Lugansk, per assicurare loro stabilità e scongiurare un attacco ucraino".


I fuochi d'artificio dopo l'annuncio di Putin

Lo scenario, dunque, è in evoluzione, anche perchè alla guerra civile in corso tra l'Ucraina e gli indipendentisti si intreccia quella diplomatica tra NATO e Russia. "Sì, le cose stanno cambiando. E la direzione, adesso, sembra chiara" conclude Vittorio Nicola Rangeloni.
B.P.
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