Lecco perduta/310: nel 1962 nasceva il ''Giugno Lecchese''

Sono trascorsi sessant’anni da quei giorni di fine febbraio 1962 quando, nel salone dell’Unione Commercianti Lecchesi, allora in via Cairoli, il presidente dell’Ente Lecchese Manifestazioni, Renato Corbetta, convocava i volontari ELMA in apposita assemblea. Si decideva di “ampliare” la festa del lago, risalente al 1956, con un mese intero di manifestazioni per tutto giugno, in particolare nei giorni di fine settimana e nei festivi. Nasceva il “Giugno Lecchese”, che è stato presente ed operante per oltre cinquant’anni.

Raduno in piazza Affari dei partecipanti alla Pedalata Manzoniana

E’ doveroso ricordare che in quella sera lontana del 1962 erano convenuti nel salone della Commercianti i principali collaboratori di Corbetta in quella che è stata la lunga e benemerita attività di oltre cinquant’anni dell’ELMA. Le cronache e le foto del tempo ricordano Giordano Cerveglieri, Angelo Gattinoni, Umberto Colombo, Franco Mori, Pierino Pozzoli, Renzo Villa, Ugo Steffanoni, Angelo Bonacina ed altri.
Il “Giugno Lecchese” vide la prima, principale “tappa” ai Piani Resinelli ed era un traguardo del Giro d’Italia, nella frazione che, partita dall’Aprica, giunta in Valsassina salendo dal Portone, sopra Bellano, affrontava poi il severo strappo di Balisio ed ancora dopo i sette chilometri della dura scesa verso i Piani Resinelli. Vinse lo spagnolo Soler, “un re della montagna”. Il Giro d’Italia nel giorno successivo partì da Lecco per la tappa verso Casale. Il raduno dei “girini” avvenne in viale Turati dove mosse la passerella della carovana, diretta dal grande patron Vincenzo Torriani, per il centro cittadino, passando da via Cavour sino al Ponte Nuovo sull’Adda dove venne dato il via.

I premiati del Mori 1963 con il presidente ELMA Renato Corbetta

Il primo “Giugno Lecchese” 1962 venne caratterizzato anche dal concorso nazionale dei canti della montagna. Vinse il coro Amici del Baldo di Verona, davanti al coro di Sesto San Giovanni ed al Coro Alpino Lecchese.
Una novità assoluta fu il festival dedicato al folclore alpino, primo di una serie di raduni nazionali di complessi impegnati nelle tradizioni popolari, marine, regionali e territoriali di particolare rilevanza. Nel 1962 il raduno dedicato al folclore alpino, dopo diverse esibizioni dei complessi in varie piazze della città, si concluse in piazza Affari con una serata presentata da Vittorio Mangili, noto telecronista RAI, che attualmente vive in pensione ad Alessandria e che è vicino al traguardo prestigioso dei 100 anni, essendo nato a Milano nell’autunno 1922.

La cerimonia di benedizione del lago a fine giugno con il prevosto mons. Ferruccio Dugnani

In quel giugno 1962 vi fu anche la seconda edizione della gara in salita Ballabio-Piani Resinelli, organizzata dal Moto Velo Club Lecco, con il presidente Giorgio Riccardo Zoboli. Tappa del Giro ‘Italia e Ballabio-Piani Resinelli festeggiarono il vincitore con quella che è divenuta la gigantesca e caratteristica ciambella del panificio Forestan dei Piani. Il Giugno segnò anche l’avvio della Pedalata Manzoniana, giro in bici nel territorio dei Promessi Sposi, dopo nove edizioni della camminata. E sempre il “Giugno Lecchese” riportò nella acque lariane il palombaro esploratore degli abissi marini, interpretato dal lecchese Mauro De Lorenzi.

La vestizione del palombaro Mauro De Lorenzi

Il “Giugno Lecchese”, con un fitto programma di manifestazioni per tutto il mese, “investì” i quartieri cittadini e si allargò anche ai Piani d’Erna e, come già scritto, ai Resinelli. In quest’ultima località assunse particolare rilevanza la manifestazione per il 50° del Gruppo Ragni a fine giugno 1996. Venne ricordata la storia di denominazione del gruppo: un giorno Gigi Vitali, rocciatore di grandi qualità, stava arrampicando sulle Dolomiti e venne visto dal noto Tita Piazza che esclamò “Sembra un ragno”; fu lo spunto per costituire e battezzare il gruppo. Da allora “Ragno” nel dizionario alpinistico è sinonimo di arrampicatore lecchese, formidabile su roccia e su ghiaccio, alpinista completo.
Ora, non sarebbe possibile immaginare un rilancio del “Giugno Lecchese”?
A.B.
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