Lecco: l'arch.Ceppi reinterpreta la satira di Novello nella mostra alla Torre Viscontea

Inaugurata la mostra "Il rischio del quotidiano", la satira di Giuseppe Novello "reinterpretata" dall'architetto e designer lecchese Giulio Ceppi, allestita alla Torre Viscontea e aperta fino al 20 marzo.

La conferenza di apertura della mostra. Da sinistra Giulio Ceppi, Mario Nasatti,
il sindaco Mauro Gattinoni, l'assessore Simona Piazza e Barbara Cattaneo


Novello, nato a Codogno nel 1897 e morto nel 1988, è ritenuto uno dei pionieri della satira di costume italiana. Che Ceppi ha imparato ad apprezzare quando, bambino, andava a casa del nonno «che anziché raccontarmi le favole di Grimm mi mostrava i volumi delle vignette di Novelli».

Giulio Ceppi

Barbara Cattaneo

A distanza di anni nasce così quello che lo stesso architetto lecchese definisce un «doppio gioco di funambolismo». Ceppi riproduce le vignette di Novello, non le altera - «non mi permetterei» - ma le inserisce in una sorta di cornice per trasportarle ai tempi nostri, «un modo di trasmettere l'Italia degli anni Cinquanta perché qualcosa ci siamo portati dietro: alcuni nostri comportamenti sono antropologicamente immutabili. C'è ancora anche il festival di Sanremo...».
Il messaggio di questa reinterpretazione è che «il passato non è il passato ma quello che ci permette di essere quello che siamo oggi» con un invito finale affinché a Lecco si torni «a fare un po' di satira perché in questi ultimi anni ci siano presi un po' troppo sul serio».

Il sindaco Gattinoni e l'assessore Piazza

All'inaugurazione, oltre a Ceppi, sono intervenuti il sindaco Mauro Gattinoni, l'assessore alla cultura Simona Piazza, la conservatrice dei musei cittadini Barbara Cattaneo e il presidente dell'Associazione del Nastro Azzurro, Mario Nasatti. L'organizzazione della mostra si deve infatti proprio all'associazione d'arma ed è stato infatti Nasatti a tratteggiare una breve biografia di Novello che fu un ufficiale degli alpini e quando venne arruolato nel settembre del 1939 trascorse tre mesi della sua vita militare alla caserma Sirtori alla guida della compagnia "Morbegno" ed effettuo una serie di esercitazioni proprio sui monti lecchesi; congedato, venne poi richiamato nel 1941 per partecipare alla campagna di Russia; all'indomani dell'8 settembre rifiutò di combattere a fianco dei nazisti e finì in un lager tedesco quale internato militare italiano.

In primo piano Mario Nasatti

E del resto - a richiamare altri legami - Antonio Ceppi, zio dell'architetto Giulio, fu il primo presidente dell'associazione "Nastro Azzurro", mentre il nonno Giulio, quello che sfogliava col nipote i libri dio vignette di Novello, fu il presidente dell'Associazione nazionale alpini dal 1940 al 1943. Non a caso, l'architetto è intervenuto all'inaugurazione indossando la mantella di alpino appartenuta al nonno.

Da parte sua, il sindaco Gattinoni si è soffermato sul nesso tra grande storia e microstoria «occasione per ricordare le nostre radici e i nostri valori» con la consapevolezza che «la materia umana è sempre quella» e guardando alla terza domenica di ottobre quando la città ospiterà il raduno degli alpini dell'Anna lecchese con l'arrivo previsto di migliaia di penne nere.
L'assessore Piazza ha parlato della mostra di Ceppi come di un'opportunità per ripercorrere il nostro passato e rileggere il nostro presente. Nel contempo, questa mostra che è la prima mostra dell'anno inaugura una stagione ricca «che vuole rappresentare uno stacco da quanto accaduto e una ripartenza attiva».

Nella mostra, oltre ai pannelli con le vignette "aggiornate", ai libri e alle cartoline che Novello inviava con qualche ritocco incidendo la fotografia con una lametta per raffigurare se stesso, c'è anche la riproduzione della cantina di Luigi Santucci, lo scrittore milanese conosciuto per "Il velocifero" - uno straordinario romanzo lombardo - che di Novello era amico. Proprio in quella cantina, negli anni Cinquanta e Sessanta, il coro dell'Ana teneva le sue prove per via di un'acustica particolarmente felice. Fu in quell'atmosfera che proprio Santucci scrisse il testo della canzone "La leggenda della Grigna" ormai entrata nella tradizione.

La mostra è aperta giovedì dalle 10 alle 13, venerdì e sabato dalle 14 alle 18, domenica dalle 10 alle 18. Ingresso libero. Obbligatorio il greenpass.
D.C.
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