In viaggio a tempo indeterminato/218: l'amore per i Greci

"Love is in the air".
L'amore è nell'aria, recitava una famosa canzone degli anni '80.
Ok, se uno si guarda intorno non è che sia proprio l'amore quello che gira nel mondo in questo periodo.
Le tensioni tra Usa e Russia, la chiusura tra le persone, la crisi in Afghanistan, la paura del diverso...
Insomma, non è che di cuoricini se ne vedano molti.
Ed è proprio per questo motivo che credo di dover fare la mia piccola parte.
È appena passato San Valentino e per quanto io non lo abbia mai realmente festeggiato, mi è sempre piaciuta l'idea che un giorno fosse dedicato a lui, all'amore.
Quel sentimento con la prima lettera dell'alfabeto che in un modo o nell'altro ci accomuna tutti.
Non c'è nessuno che possa dire di non amare.
Si può amare un'altra persona o si può amare se stessi.
Si può amare il proprio animale da compagnia o si può amare una pizza con il cornicione alto e la burrata.
Si può amare la solitudine o si può amare quella sensazione che ti dà scoprire un luogo nuovo.
L'amore, per me, non ha mai avuto un significato univoco.
È quell'attimo che ti fa scattare un sorriso senza che tu te ne accorga.
"Sei la solita romanticona!" direbbe Paolo, ma solo perché non sa che gli antichi Greci mi darebbero ragione.

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L'amore, tra queste terre, nell'antichità era impersonificato non solo da un dio ma da ben 10 divinità.
Eros, per gli antichi romani Cupido, è sicuramente il più famoso.
Rappresentato come un giovane intento a lanciare frecce che facevano innamorare, in realtà Eros era il dio dell'attrazione fisica.
Il concetto di amore nell'Antica Grecia era molto più complesso ed evoluto del nostro.
Per gli antichi greci l'amore aveva bisogno di essere salvaguardato da molte divinità, tra queste il dio dell'amore corrisposto, il dio dell'amore per i figli e il dio del matrimonio.
Insomma, si doveva fare molta attenzione a chi invocare.
La situazione si faceva anche più complessa se si aggiungevano i vari tipi di amore omosessuale al tempo non solo permessi ma anche incoraggiati.
L'amore fra due uomini adulti era visto come l'unione di due anime belle e forti e per questo considerato l'unione più sublime tra tutte.



"Eros" Statua dei Musei Capitolini, autore Marie-Lan Nguyen

Questo complesso mondo amoroso, però, è Platone a spiegarlo meglio.
E lo fa in un modo così geniale da sembrare avanti anni luce rispetto al 2022.
Secondo Platone, in origine esistevano gli androgini, degli esseri umani con due teste, quattro braccia, quattro gambe...
Un giorno gli androgini decisero di sfidare Zeus.
Il dio si infuriò e per punizione li divise a metà creando delle creature indebolite che passavano tutta la loro vita alla ricerca dell'altra metà. Una volta trovata si avvinghiavano ad essa dimenticando di fare qualunque altra cosa, incluso bere e mangiare.
Vedendoli in questa condizione, Zeus fu mosso da compassione e decise di spostare gli organi genitali di queste creature sul davanti in modo che potessero  ricreare per un momento quell'unità originaria.
Così nacquero gli uomini nella loro forma attuale.
Platone con questa storia spiega anche gli orientamenti sessuali.
Gli androgini che erano costituiti da un uomo e da una donna hanno dato origine a individui eterosessuali, quelli composti da due uomini e quelli composti da due donne provano attrazione per il loro stesso sesso.



Una favoletta semplice da ricordare che spiega in poche parole il concetto di amore per gli Antichi Greci ma che può essere utile anche per i tempi moderni.
Insomma, l'amore va oltre le epoche, le culture, le distanze e le differenze.
Ed è ciò che muove il mondo in ogni istante.
L'amore è sempre lì, anche quando non lo vediamo perché offuscato dagli eventi negativi.
E allora non ci resta che farlo vincere questo amore, ogni giorno, parlandone, scrivendone, cantandone o praticandolo in ogni sua forma.
Angela e Paolo
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