Colico: camionista a processo per 'violenza privata', avrebbe rischiato l'incidente con un poliziotto
Violenza privata, con l'aggravante della recidiva. E' questa l'accusa mossa nei confronti di F.T., classe 1983, autotrasportatore di Peglio. L'uomo è finito a processo al cospetto del giudice in ruolo monocratico Martina Beggio del Tribunale di Lecco per un episodio risalente al 2019 quando avrebbe rischiato di buttare fuori strada un agente fuori servizio che si stava recando alla caserma della Polizia stradale di Bellano per il turno di notte.
A raccontare la vicenda questa mattina in aula è stata la stessa vittima, parte civile nel procedimento penale con l’avvocato Vito Zotti, oggi sostituito dalla collega Giulia Consonni. Il poliziotto ha riferito come, la sera del 16 ottobre 2019, era partito da casa alle 21.30 per raggiungere il posto di lavoro.
A Domaso però, l'operante ha incrociato la motrice di un autotreno che viaggiava a velocità sostenuta. A Gera Lario - secondo il suo racconto - il conducente avrebbe addirittura preso tutte le curve contromano tanto che un'auto che proveniva dall’opposta corsia di marcia avrebbe dovuto frenare e spostarsi sulla sua destra per evitare l’impatto.
Poco prima della galleria di Curcio, in territorio comunale di Colico, lungo la SS36 l'imputato avrebbe poi frenato bruscamente, ''chiudendo'' l'agente che lo tallonava verso sinistra.
''Se non avessi avuto prontezza di riflessi, mi avrebbe buttato fuori strada, sull’opposta corsia di marcia. E forse oggi non sarei qui a raccontare l’accaduto'' ha riferito l'uomo.
Stando alle informazioni fornite dall’agente, nella successiva galleria di Villatico le telecamere di sicurezza avrebbero immortalato le prodezze del camionista, ''che a un certo punto ha iniziato a tirare bottiglie e altri oggetti all’indirizzo della mia vettura. Poi ha acceso tutti i fari posteriori, quelli che di norma servono per le manovre di retromarcia, abbagliandomi e rischiando di farmi uscire di stradale per la seconda volta''.
Alla piazzola al chilometro 87, sia il camionista - difeso dagli avvocati Laura Redaelli e Michele Cervati - che il poliziotto si sono fermati, ma dopo un veloce scontro verbale l'autotrasportatore avrebbe proseguito la marcia, fermato successivamente da una pattuglia in servizio.
Il processo è stato aggiornato all’udienza del 10 marzo per ascoltare i testimoni dell’accusa.
A raccontare la vicenda questa mattina in aula è stata la stessa vittima, parte civile nel procedimento penale con l’avvocato Vito Zotti, oggi sostituito dalla collega Giulia Consonni. Il poliziotto ha riferito come, la sera del 16 ottobre 2019, era partito da casa alle 21.30 per raggiungere il posto di lavoro.
A Domaso però, l'operante ha incrociato la motrice di un autotreno che viaggiava a velocità sostenuta. A Gera Lario - secondo il suo racconto - il conducente avrebbe addirittura preso tutte le curve contromano tanto che un'auto che proveniva dall’opposta corsia di marcia avrebbe dovuto frenare e spostarsi sulla sua destra per evitare l’impatto.
Poco prima della galleria di Curcio, in territorio comunale di Colico, lungo la SS36 l'imputato avrebbe poi frenato bruscamente, ''chiudendo'' l'agente che lo tallonava verso sinistra.
''Se non avessi avuto prontezza di riflessi, mi avrebbe buttato fuori strada, sull’opposta corsia di marcia. E forse oggi non sarei qui a raccontare l’accaduto'' ha riferito l'uomo.
Stando alle informazioni fornite dall’agente, nella successiva galleria di Villatico le telecamere di sicurezza avrebbero immortalato le prodezze del camionista, ''che a un certo punto ha iniziato a tirare bottiglie e altri oggetti all’indirizzo della mia vettura. Poi ha acceso tutti i fari posteriori, quelli che di norma servono per le manovre di retromarcia, abbagliandomi e rischiando di farmi uscire di stradale per la seconda volta''.
Alla piazzola al chilometro 87, sia il camionista - difeso dagli avvocati Laura Redaelli e Michele Cervati - che il poliziotto si sono fermati, ma dopo un veloce scontro verbale l'autotrasportatore avrebbe proseguito la marcia, fermato successivamente da una pattuglia in servizio.
Il processo è stato aggiornato all’udienza del 10 marzo per ascoltare i testimoni dell’accusa.