Caso Gilardi: il processo a badante e 'Iene' per diffamazione può essere serenamente celebrato a Lecco? Decide la Cassazione
L'inviata Nina Palmieri nel "lancio" di una delle puntate dedicate
da Le Iene al caso Gilardi
da Le Iene al caso Gilardi
Il giudice Gianluca Piantadosi – nella prima udienza tenutasi questa mattina - ha infatti disposto la remissione degli atti alla Suprema Corte, a fronte dell’eccezione di “legittimo sospetto” (art 45 del codice di procedura penale) sollevata dai legali degli imputati.
Il timore dei difensori – Nicolas Pistollato del foro di Firenze, oggi sostituito dall'avvocato Andrea Artusi per El Mazoury, Stefano Toniolo per la Palmieri e Federico Giusti per la Bizzarri – è infatti che il processo se celebrato a Lecco possa essere in qualche modo turbato tanto dal clima venutosi a creare in riferimento alla vicenda tanto dal fatto che il giudice assegnatario del caso, per valutare la sussistenza della lamentata diffamazione, potrebbe trovarsi a valutare l'operato di un collega - il giudice tutelare Marta Paganini - quale figura che ha investito l'avvocato Barra del ruolo di amministratore dell'ultranovantenne (QUI le parole degli avvocati).
La professionista, a più riprese menzionata ed "interrogata" sul caso nel corso del programma, ha ritenuto lesiva per la propria immagine la versione dei fatti raccontata puntata dopo puntata, tanto da presentare una denuncia contro il 37enne Brahim, la giornalista Nina Palmieri (classe 1976) e l'autrice televisiva Carlotta Bizzarri (classe 1990). A queste ultime la Procura della Repubblica di Lecco contesta una serie di considerazioni espresse nelle puntate de Le Iene andate in onda tra il 17 novembre 2020 ed il 16 febbraio 2021, volte a fare credere al pubblico "in modo non veritiero oltre che fazioso" che l'avvocato Barra abbia posto in essere condotte lesive degli interessi e della persona del proprio amministrato, costringendo tra l'altro Gilardi a subire un TSO ed un ricovero forzato in RSA contro la sua volontà. Le coimputate avrebbero quindi lasciato intendere all'interno dei loro servizi -secondo il quadro accusatorio- che tali decisioni siano state prese non a tutela dell'anziano bensì per appropriarsi del suo ingente patrimonio.
Inoltre il titolare del fascicolo, il sostituto Procuratore Andrea Figoni (oggi sostituito in aula dal sostituto Procuratore Paolo Pietro Mazza, affiancato dal Procuratore Capo Ezio Domenico Basso) ritiene che le due “Iene” abbiano trasmesso affermazioni di El Mazoury (peraltro già smentite tramite comunicato stampa dello stesso avvocato Barra) "in modo acritico, senza distaccarsene e anzi inserendole in un contesto volto a danneggiare la persona dell'Amministratore". Nel capo d'imputazione in particolare si fa riferimento alla descrizione tracciata dall'ex badante di quanto avvenuto il giorno in cui il professor Gilardi è stato portato via dalla sua abitazione di Brivio. Il 37enne, ha infatti sostenuto davanti alle telecamere che qualcuno avrebbe spaventato l'anziano, minacciando di somministrargli un'iniezione per calmarlo, e che il 90enne poi sarebbe stato sollevato di peso da due persone per essere portato giù dalle scale. Una versione poi smentita sia dall'amministratore di sostegno che dal verbale redatto dai carabinieri presenti sul posto.
Il racconto, secondo la pubblica accusa, avrebbe offeso la reputazione dell'avvocato Barra - oggi costituitasi parte civile e rappresentata dalla collega Elena Ammannato - “screditandone il comportamento ed alludendo alla commissione di abusi ed irregolarità nello svolgimento dell'incarico, compiuti anche per appropriarsi del patrimonio di Gilardi”.
Questa mattina, come anticipato, si è discusso della eventuale sospensione del processo in attesa della decisione della Corte di Cassazione: se da un lato la Procura si è rimessa alla decisione del giudice, l'avvocato di parte civile si è opposta, sottolineando anche come le argomentazioni presentate dalle difese in istanza di rimessione non costituiscano “ragioni di ordine pubblico”. Hanno invece, chiaramente insistito, i proponenti “considerando anche che la Corte non deciderà in tempi lunghi”. Il giudice Piantadosi ha quindi disposto la sospensione.
Nonostante l'opposizione della parte civile anche in merito ad una seconda questione sollevata quest'oggi, ovvero le riprese audiovisive delle prossime udienze, il giudice ha autorizzato la presenza delle telecamere in aula “salvo vietare la ripresa di soggetti che non vogliano comparire in video”: già oggi sia l'avvocato Elena Barra che il suo difensore hanno negato l'autorizzazione.
Mentre il procedimento odierno è stato riaggiornato al 30 settembre, è previsto per il mese prossimo l'apertura del dibattimento a carico di Abdelmalak Rougui, Hichem Horroun, Khalifa Mejbri, Nedal Abushunar, Abdellaatif Ben Mustapha Hamrouni, tutti accusati di circonvenzione di incapace e rinviati a giudizio a luglio. Aveva invece optato per il rito abbreviato davanti al gup Salvatore Catalano l'odierno imputato Brahim El Mazuory: era stato condannato a un anno, 8 mesi di reclusione e al risarcimento di 18 mila euro all'anziano.
Nonostante l'opposizione della parte civile anche in merito ad una seconda questione sollevata quest'oggi, ovvero le riprese audiovisive delle prossime udienze, il giudice ha autorizzato la presenza delle telecamere in aula “salvo vietare la ripresa di soggetti che non vogliano comparire in video”: già oggi sia l'avvocato Elena Barra che il suo difensore hanno negato l'autorizzazione.
Mentre il procedimento odierno è stato riaggiornato al 30 settembre, è previsto per il mese prossimo l'apertura del dibattimento a carico di Abdelmalak Rougui, Hichem Horroun, Khalifa Mejbri, Nedal Abushunar, Abdellaatif Ben Mustapha Hamrouni, tutti accusati di circonvenzione di incapace e rinviati a giudizio a luglio. Aveva invece optato per il rito abbreviato davanti al gup Salvatore Catalano l'odierno imputato Brahim El Mazuory: era stato condannato a un anno, 8 mesi di reclusione e al risarcimento di 18 mila euro all'anziano.
F.F.