Lecco, il progetto delle case di comunità sbarca in Commissione: presentato un primo documento

Anche il territorio di Lecco si sta preparando alla nascita delle case di comunità, luoghi previsti dalla nuova riforma regionale chiamati a rispondere ai bisogni dei cittadini in maniera più vicina e più integrata rispetto alle possibilità offerte dai servizi attuali. Durante i lavori della commissione terza di mercoledì sera a Palazzo Bovara è stato presentato un documento frutto del lavoro sinergico delle tante realtà che sul territorio provinciale sono attive nel campo del welfare, dei servizi socio-sanitari e di quelli socio-assistenziali.


Emanuele Manzoni

“Questa riforma ci offre l’opportunità di integrare diversi tipi di servizi e di rispondere ai bisogni delle persone che lo abitano - ha spiegato l’assessore Emanuele Manzoni -. I nostri cittadini hanno bisogno della dimensione di prossimità e di una sanità territoriale capace di intercettare le necessità prima che esplodano. La casa di comunità non deve solo rappresentare un luogo nuovo, ma un nuovo modello e un metodo di lavoro che deve essere condiviso. Ogni sguardo è importante, e per accompagnare i bisogni è necessario che tutti gli sguardi collaborino e si mettano in rete per garantire il diritto alla salute che deve adeguarsi alle esigenze del cittadino e non viceversa”.


Ruggero Plebani
 
Ad entrare nel merito del documento è stato Ruggero Plebani, coordinatore dell’Ufficio di piano, che ha spiegato come il punto di partenza della riflessione avviata in questa fase preparatoria sia stato il tema dell’avvicinamento dell’offerta ai territori, istanza posta da tempo, che però bisogna non confondere con il mero decentramento “che poco avrebbe inciso sull’idea di salute che stava dietro l’esigenza di revisione della legge e che comporterebbe il rischio di uno svuotamento dei medici di medicina generale e delle farmacie da paesi e periferie". Secondo punto di attenzione è quello di saper sviluppare una proposta in chiave territoriale senza riprodurre un modello che andasse bene da Milano alla Valsassina: “Quello che ne è uscito è una traccia di metodo: lavorare nelle realtà con le realtà” ha aggiunto Plebani. L’impegno portato avanti dal gruppo di lavoro è stato dunque quello di declinare il tema della prossimità sulla base delle aspettative del cittadino e dei bisogni emergenti, che sono stati individuati da un lato nel sostegno alla domiciliarità, nella tutela della fragilità e nell’accompagnamento della cronicità da sviluppare all’interno delle case di comunità, e dall’altro nel supporto al materno infantile a cui nel disegno sono dedicati appositi poli. “Il prossimo passo è quello di creare dei gruppi di lavoro che costruiscano questa proposta cercando di integrarla con il sistema e l’offerta esistente in collaborazione con le realtà del terzo settore e la rete di volontariato del territorio”.


Enrico Frisone
 
Proprio per la natura “integrata” del progetto della casa di comunità, durante la commissione è intervenuto anche Enrico Frisone, direttore sociosanitario dell’ASST di Lecco che ha subito messo in luce come questo percorso abbia preso le mosse ben prima della riforma regionale e dello scoppio della pandemia, e che proprio per questo il territorio sia oggi pronto ad affrontare questa nuova opportunità “non ragionando sul contenitore ma sugli aspetti della programmazione”. Anche Frisone ha sottolineato come l’obiettivo di queste nuove realtà debba essere quello di intervenire in maniera più efficace sui bisogni dei cittadini, creando un livello di offerta più adatto a quelle esigenze che oggi non trovano risposta. Il direttore ha aggiunto come, sempre grazie alla fitta rete costituita tra enti, sia fiducioso sulla possibilità di individuare spazi idonei: “Le case di comunità non dovranno diventare meri luoghi dove erogare prestazioni, non saranno grandi poliambulatori, ma saranno poli in grado di gestire pazienti cronici, presidiare territorialmente l’integrazione tra diversi professionisti ed enti, creare quel raccordo con le nuove figure come l’infermiere di comunità. Il tema del materno-infantile, che ha sempre più rilevanza, sarà invece implementato attraverso il potenziamento e il riconoscimento delle esperienze positive dei consultori”.
Altro elemento che fa essere ottimista Frisone è la possibilità concreta di avere, dopo anni di tagli e de-finanziamenti, risorse da investire sul personale anche se non a breve termine ma in prospettiva. “È una situazione in progress, che per quanto riguarda Lecco vede un’attenzione congiunta tra chi ha già operato e chi ha il ruolo istituzionale di implementare le case di comunità”.
M.V.
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