Lecco: è mancata Virginia Favaro, 'nonna Gina', viveva tra i ricordi del vecchio borgo

Virginia Favaro Lanzetti
Si celebra giovedì 10 febbraio, alle 10.45, nella Basilica di San Nicolò, il funerale di Virginia Favaro vedova Lanzetti, 94 anni, conosciuta da tutti come nonna Gina. Virginia ha “accompagnato” con vivacità e arguzia i lecchesi, e non solo, a conoscere quello che è rimasto del borgo fortificato di costruzione triangolare, che aveva anche l’acqua fresca di via del Pozzo, del villaggio lacustre che si affacciava sul tratto terminale del Lario, con le vecchie contrade a lei particolarmente care come Maddalena, Malpensata e Belvedere.
Nelle sue conferenze, nei suoi incontri di divulgazione popolare, Gina ha “passeggiato” dalla riva fino alle vecchie mura, passando sotto il campanile di san Nicolò, entrando nei vicoli dell’attuale piazza XX Settembre, dal Torchio ai Granai, e sostando anche sul “bordo” delle tre antiche porte. Era un “giro” non privo di leggende e di fantasmi, intorno al borgo fortificato e nei sotterranei. Per Virginia Lanzetti i cunicoli che muovono all’interno della fortezza, dalle mura superstiti presso il sagrato della Basilica sino al vallo di largo Montenero, conservano gioielli nascosti dagli antenati lecchesi quando calarono i Lanzichenecchi. La terribile epidemia di peste successiva ha fatto sì che persone che avrebbero nascosto nei sotterranei i loro averi più preziosi non siano più potuti tornare a riprenderli, stroncati dalla malattia. Ricordava il passo notturno “zoppo” di un solo piede alla Maddalena, l’attuale via Torri Tarelli, dove un tempo si trovava un convento di suore. Le religiose avevano dovuto fuggire precipitosamente e l’affannosa corsa aveva fatto perdere ad una di loro uno zoccolo.
Virginia Lanzetti aveva caro il dipinto che la pietà mariana degli avi ha collocato all’angolo di via Luciano Manara con via Nino Bixio: è la Madonna dei Mulini, per la vicinanza di quelli un tempo presenti lungo il tratto terminale del Gerenzone, nella sua corsa verso il lago dove sfocia presso la statua di San Nicolò. L’ultimo mulino si trovava in via Nino Bixio, all’altezza dell’attuale palazzo con il civico numero 7, ed era quello dei Crippa. I lecchesi più anziani lo possono ricordare in quanto è stata la base di partenza, a metà anni '50, delle prime cavalcate dei Magi organizzate nella sera di vigilia dell’Epifania dall’oratorio San Luigi.
Nonna Gina aveva tenuto una serie di conferenze anche a Valmadrera, per iniziativa dell’Auser, sul tema “Memorie su un filo di seta e Lée la va in filanda”. Lascia i figli Fausto con Carla, Antonio con Giovanna e Massimo, i nipoti Umberto, Dario, Daniela e Gioia, nonchè le pronipoti Sonia ed Daisj. Il feretro verrà tumulato nel cimitero del quartiere Castello, entrata B.
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