Condanne fino a 5 anni per i furti durante il lockdown nel Meratese e Val San Martino

Tutto confermato. Nel pomeriggio odierno il giudice in ruolo monocratico presso il tribunale di Lecco, Martina Beggio, ha pronunciato la propria sentenza relativamente ai quattro imputati, tutti chiamati - a vario titolo e in concorso tra loro - a rispondere dell'accusa di furto (tentato o consumato) in relazione a uno o più episodi.
Una vicenda giudiziaria scaturita dall'operazione che fra la primavera e l'estate aveva consentito ai carabinieri della Compagnia di Merate di sgominare una banda dedita ad una serie di colpi in appartamento fra la provincia lecchese e quella bergamasca.
Ben 47 complessivamente i furti in abitazione messi a segno tra Brianza e Val San Martino, più precisamente nei comuni di  Merate, Imbersago, Montevecchia, Olginate, Calco, Valghegrentino, Garlate, Calolziocorte, Carenno e Villa d’Adda.
Accolte dunque le proposte di patteggiamento, frutto di un accordo fra i difensori e il pubblico ministero Andrea Figoni, titolare del fascicolo d'indagine precedentemente affidato ai colleghi Piero Basilone e Flavio Ricci (transitati negli scorsi mesi per un breve periodo dalla Procura lecchese).
4 anni e 4 mesi per Davide Alicata e Artur Prenga; 5 anni per Agustin Gjoka e 4 anni e 8 mesi per Klodjan Vasej.
La decisione attesa per il 25 gennaio è stata resa nota quest'oggi a seguito di un legittimo impedimento che la scorsa settimana aveva fatto slittare di sette giorni l'udienza conclusiva del procedimento penale.
Ratificati dunque dal giudice gli accordi, ritenuti congrui rispetto alle accuse contestate ai quattro. Stralciata invece dal fascicolo la posizione di Marinde Skana e  Arestia Sucevan - che hanno scelto di avvalersi della messa alla prova stante la marginalità delle loro posizioni  - e quella di Arben Marku, albanese, classe 1976, dichiarato irreperibile.
Le modalità con cui la banda - a detta degli inquirenti - entrava in azione erano quelle classiche: una volta individuato l’obiettivo, i ladri cercavano di farvi ingresso mediante l’utilizzo di vari attrezzi, che poi, al termine dei furti, venivano nascosti in diversi luoghi per eludere i controlli di polizia. Non a caso erano stati rinvenuti e sottoposti a sequestro numerosi arnesi da scasso e la somma totale in contanti di circa 5mila euro, ritenuta parte del provento delle attività illecite, mentre il valore della refurtiva asportata, si aggirerebbe approssimativamente intorno ai 100mila euro. Gli orari preferiti per i furti erano quelli tardo pomeridiani in inverno, in cui si poteva approfittare dell’oscurità e dell’assenza delle persone da casa, e, con l’approssimarsi dell’estate, della notte fonda. Nonostante il timore di essere controllati dalle forze dell'ordine, i fermati hanno più volte sfidato il lockdown dettato dal Covid-19 e non si sono fatti troppi scrupoli di essere scoperti dai proprietari che dormivano in casa. Nessuna delle numerose vittime tuttavia si è costituita parte civile nel procedimento che si è chiuso quest'oggi a Lecco.
G.C.
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