'Renzo e Lucio' e Zalone: perdere un'occasione o due?

Cara Leccoonline

Ho letto l'intervista a Dalida Medici dell'associazione Renzo e Lucio fortemente critica sull'intervento al Festival di Sanremo di Checco Zalone.

Mi è parsa, l'intervista, ancora meno efficace e chiara dello sketch.

Che non sia stata quella di Zalone la performance migliore è riconosciuto da molti, da qui però attribuirgli la stessa comicità di Pio e Amedeo che questi si sono reazionari e da Bagaglino è già far finta di non conoscere - o non riconoscere proprio - la cifra stilistica e il personaggio di Zalone, che abbiamo visto pure nei film.

A Sanremo mi è parso che non volesse far ridere, ma utilizzare il canone della comicità per sfottere e ridicolizzare chi si nutre di pregiudizi.

Quindi alla domanda dell'attivista di Renzo e Lucio: "chi voleva esattamente prendere in giro? Chi voleva fare ridere?"

Ecco a me è parso palese che voleva - e ha - preso in giro i bigotti, gli ipocriti. Gli stessi che ridono senza capire che sta prendendo in giro proprio il loro ridere.

Certo siamo bombardati dai social e dalla tv di bassa satira e di discriminazione che l'alfabeto del "cittadino medio" può trovare un ostacolo nel coglierlo, mi stupisce e mi interrogo come sia possibile invece che sia successo per una parte della Comunità Lgtb+

Insomma sebbene potesse usare con più efficacia quel palco e fors'anche tener conto di quello gap, a mio avviso ha palesemente usato un pregiudizio per sfottere deridere, ridicolizzare chi di quel pregiudizio ci sguazza

Ridicolizzandoli al massimo.
Il re omofobo era il fine, non la ragazza trans, che era il mezzo, dello sketch.

"Io sono mezzo e mezzo tu sei un coglione intero" non è stata una chiusa da poco o equivocabile.

Non ha in altre parole schiaffeggiato gli "ultimi", i discriminati, ma gli ignoranti, i bigotti, gli ipocriti.

In fondo la maschera di Zalone è quella.
Lo abbiamo visto, proprio sul tema lgbt+ e diritti in "Cado dalle nubi" o sulla pacchianeria in "Sole a catinelle" ect

E, per concludere, mi pare che liquidarlo come una paura del cambiamento, il voler portare avanti una cultura discriminatoria o il manifestare tutta la propria indifferenza rispetto a una realtà della quale non si può più far finta di niente, pensarla come "lontana e altra"  è, purtroppo, a mio parere, non aver colto che quella di Zalone era un'occasione, ieri/oggi, per produrre istanze non polemiche.

Credo quindi che in primis una parte, una parte, della comunità lgbt+, anche con questa intervista e presa di posizione di Renzo e Lucio, abbia perso un'occasione.
Paolo Trezzi
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