In viaggio a tempo indeterminato/216: Atene, il gelo e la neve

"Erano decenni che non si vedeva una cosa del genere".
Ormai è un bel po' che sentiamo questa frase e ogni volta ci chiediamo se sia sfortuna la nostra o se sia colpa del cambiamento climatico.
Molto probabilmente, purtroppo, è la seconda opzione quella corretta.
Fatto sta che tutta quella neve ad Atene, ma soprattutto a Mikonos, probabilmente non l'avevano mai vista.
Quando siamo partiti con Biagio, il nostro minivan blu, l'idea era quella di andare verso est e di seguire le stagioni.
Stare in zone miti in inverno e in zone fresche in estate.
Ed è per questo che siamo venuti in Grecia per cercare un po' di calore in attesa che l'inverno lasciasse il posto all'estate.
Avevamo fatto male i conti.
Una tempesta di gelo ha investito il Paese negli ultimi giorni, portando le temperature sotto lo zero.
Ok, fortunatissimi non siamo ultimamente ma, c'è un bel ma.
Perché noi, attenti lettori del meteo ora per ora, in previsione dell'allerta rossa per ghiaccio, ci siamo buttati alla scoperta di Atene.
E l'abbiamo trovata scaldata dagli ultimi raggi di sole.

Atene, la città protetta dalla dea Atena.
Una miriade di stradine labirintiche che conducono a piazze vivaci e rovine di palazzi, teatri, monumenti.
Atene racconta una storia antichissima che inizia dal suo nome.
Secondo una leggenda, infatti, Poseidone e Atena si contendevano la protezione della città.
La lite era tale che nemmeno Zeus riusciva a porvi rimedio.
Così le due divinità decisero di riunire tutto il popolo sull'Acropoli e far scegliere a loro il protettore.
Per ingraziarsi gli abitanti, Poseidone offrì in dono un cavallo simbolo di forza, ricchezza e guerra.
Atena, invece, fece nascere una pianta di ulivo dal terreno a simboleggiare pace, serenità e prosperità.
Il popolo decise di accettare il dono della dea Atena che divenne da quel momento la protettrice della città dandole anche il suo nome.
Mamma mia quanto è bella e affascinante questa cosa che in Grecia c'è sempre una leggenda dietro.

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Che poi Atene è una città grandissima con tantissime cose da vedere e fare ma alla fine lo sguardo finisce sempre lassù.
Lassù a quella roccia illuminata dal sole, che dal basso lascia intravedere solo qualche colonna.
Salire sulla cima dell'Acropoli e trovarsi davanti il Partenone per me è stato come fare un tuffo nel sussidiario delle scuole medie.
Credo di aver visto le foto di quelle colonne centinaia di volte.
Talmente tante che quando me le sono ritrovate davanti in pietra e capitelli, mi sembravano più piccole.
Forse ero io che mi ero sempre immaginata che il Partenone toccasse il cielo.
Me lo aspettavo cosi imponente da farmi sentire piccola, piccola come quella bambina con gli occhiali tondi che guardava il libro di scuola e fantasticava sulla Grecia e sugli Dei dell'Olimpo.
Ok, detta così può sembrare che la visita all'Acropoli mi abbia deluso.
In realtà no, perché stare su quella montagna e guardare la città dall'alto mi ha fatto sentire circondata da grandezza e sacralità.
Lì sopra il rumore del traffico era sparito e l'unica cosa che sentivo era il canto del vento che si intrufolava tra quei secoli di storia e cultura.

Ad Atene siamo stati poco e di certo avrebbe meritato più tempo e un'esplorazione più approfondita.
Ma il gelo e la neve stavano arrivando e così siamo corsi verso sud, alla ricerca di uno spiraglio di sole.
Se c'è una cosa che però non dimenticherò di questa città è la vita e vivacità del mercato, tra le strade e nelle piazze.
In questa stagione la Grecia che stiamo vedendo è spesso deserta e abbandonata. Moltissimi luoghi sono chiusi per la stagione invernale e la sensazione di desolazione lascia un po' di amaro in bocca.
Ma Atene no. Atene si muove a un ritmo diverso da quello del resto del Paese e dopo tutta la tranquillità degli ultimi giorni ne avevamo bisogno.

Angela (e Paolo)
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