Valgreghentino: 2 anni e 4 mesi al 21enne conducente dell'auto su cui morì Beatrice

Una foto scattata la sera dell'incidente. Nel riquadro Beatrice Ceraudo
Due anni e quattro mesi, con il beneficio della sospensione condizionale. E' la pena applicata stamani dal giudice per le udienze preliminari del tribunale di Lecco, Salvatore Catalano, al conducente dell'auto a bordo della quale nel novembre 2020 morì la 19enne olginatese Beatrice Ceraudo. Troppo gravi le ferite riportate nello schianto avvenuto a Villa San Carlo, frazione di Valgreghentino.
Angelo Ingrassia tramite il proprio difensore, l'avvocato Giuseppe Saverio Moretta del foro di Palmi, ha trovato un accordo con la Procura - quest'oggi rappresentata in Aula dal dr.Andrea Figoni - per la definizione della pena attraverso il pateggiamento.
Omicidio stradale era la principale accusa mossa al giovane al volante della Ford Fiesta di colore nero andata a schiantarsi lungo via Kennedy, all'altezza del cimitero. Erano le 23.30 circa. La vittima era ormai arrivata a casa. Poche centinaia di metri e avrebbe raggiunto i genitori nell'abitazione di famiglia in via Postale Vecchia a Olginate. La sua giovane vita invece, si è spezzata nell'impatto tra l'utilitaria e un albero. Illeso il conducente, Angelo Ingrassia per l'appunto, poi risultato con un tasso alcolemico superiore al consentito. Per lui – a seguito dei rilievi condotti dalla Polstrada - era subito scattata la denuncia con l'apertura del fascicolo a suo carico, arrivato negli scorsi mesi sul tavolo del GUP.
Nel violento impatto era rimasto ferito anche un ventenne di Garlate che viaggiava sul sedile passeggero anteriore; per questa ragione all'imputato veniva contestato altresì il reato di lesioni stradali.
Presente all'udienza odierna anche l'avvocato Simone Natale del Foro di Lecco quale legale di parte civile nominato dalla sorella di Beatrice; subentra al collega Davide Monteleone, venuto a mancare a fine ottobre.
Due anni e quattro mesi dunque la pena patteggiata dal 21enne, nei confronti del quale è stata altresì disposta la sospensione della patente di guida per la durata di 4 anni. Già definito invece in sede civile il risarcimento del danno nei confronti della famiglia della ragazza. Era proprio questo l'ultimo nodo che restava da sciogliere per la definizione del procedimento in sede penale.
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