Richiesta di chiarimenti al direttore di Silea

Cortese direttore Brambilla
come semplice cittadino passo attraverso lei e il "peso" del suo apprezzato network per pubblicizzare questa mia richiesta di chiarimento al direttore di Silea Pietro D'Alema che ritengo possa interessare molti.
Infatti ho appena letto un vostro articolo su Merateonline dal titolo "Osnago : Pietro D'Alema racconta Silea ..." di cui riporto qui di seguito un ampio stralcio, con un specifico passaggio che evidenzio volutamente in neretto:

"Ma l'investimento più discusso è senz'altro quello del Teleriscaldamento che fino alla scadenza dell'autorizzazione dell'inceneritore (2032) verrà alimentato tramite la combustione dei rifiuti, il 60% dei quali proviene dalla Provincia di Lecco. "Finché l'inceneritore c'è, lo dobbiamo utilizzare perché è un patrimonio per tenere basse le tariffe e trovare le risorse per fare gli impianti del riciclo" ha commentato D'Alema. Successivamente dovrebbe essere alimentato da cascame termico, pompe di calore o pannelli solari. "È stato dimostrato che il Teleriscaldamento può vivere indipendentemente dall'inceneritore" ha dichiarato il direttore. Il quale si è tuttavia dimostrato scettico circa l'opportunità di smantellare il termovalorizzatore. Per due ragioni: intanto perché una quota di rifiuti non differenziabili ci sarà comunque e bisognerà pagare per portarli altrove e poi perché l'area resterà un sito industriale e non potrà trasformarsi ad esempio in un parco urbano. "C'è tanto rifiuto speciale che oggi l'Italia porta all'estero pagando ditte straniere. Vediamola come un'importazione di servizi - ha asserito D'Alema - Questo per contestualizzare la rilevanza degli impianti di smaltimento, per cui credo che ve ne sarà sempre bisogno ed è anche sbagliato dire di portare i rifiuti dal mio impianto a quello di un altro. Le emissioni di anidride carbonica ci saranno ugualmente. È un finto tema. Diverso è il tema delle emissioni sul territorio di inquinanti e smog legato al traffico dei camion". Quanto al futuro di quell'area ancora non ci sono molti punti fermi, ma per il 2025 le idee potrebbero già essere più chiare, alla luce degli sviluppi della ricerca in questo ambito. "Se quell'impianto smetterà di essere utilizzato come inceneritore al suo posto si farà un altro tipo di attività, probabilmente legata al rifiuto o all'energia".
Senza girargli troppo attorno, e supponendo che il vostro articolista abbia ben riportato il parere del direttore di Silea, chiedo cortesemente allo stesso direttore D'Alema se ha ben presente quanto è stato sottoscritto a larga maggioranza dai Comuni Soci di Silea nel corso dell'Assemblea di Coordinamento Intercomunale del 19/3/19 (CLICCA QUI) di cui riporto qui un inequivocabile passaggio letterale ( il grassetto è mio) :

"il processo di trasformazione dovrà concludersi con la chiusura o la riconversione dell'impianto di incenerimento entro il 2032, data di scadenza dell'attuale A.I.A." e "per quanto riguarda prettamente la rete di teleriscaldamento, che il concessionario dovrà aver riconvertito l'energia termica di alimentazione a fonti rinnovabili entro il 2032, così come determinato dall'atto di indirizzo dei comuni soci di Silea del 11.05.2017".

Vorrei quindi domandare al direttore D'Alema , se non mi sfugge qualcosa di importante, di chiarire come si possa ritenere compatibile la sua affermazione con l'esplicita volontà di quasi tutti i Comuni soci della Società che lui, a loro nome, gestisce. Come mi permetto di suggerire sommessamente ai Comuni Soci, e in particolare ai rispettivi Sindaci, di assolvere alla loro precipua funzione di controllo chiedendo conto di tale affermazione. Non vorrei infatti che subentrasse l'oblio in una vicenda dove molti cittadini e associazioni si erano espressi semmai per una chiusura anticipata dell'inceneritore, ben supportata da una ragionevole operazione di graduale disattivazione ( decommissioning, secondo i più esperti) predisposta proprio anche riconvertendo il sito per finalità realmente compatibili con la tanto celebrata, a parole, transizione ecologica.
Ringraziandola per l'attenzione spesso dedicata dal suo network a temi "sensibili" come questo, oso aspettarmi anche adeguate risposte da parte del direttore D'Alema.

Germano Bosisio
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