PAROLE CHE PARLANO/58

Commemorazione

Ieri, 27 gennaio: ricorrenza del giorno della memoria. Ventiquattro ore, quindi, per non dimenticare un'immane tragedia del passato.
Una celebrazione per cui basta un fugace pensiero o, per chi crede, il tempo di una preghiera per le innumerevoli vittime dell'Olocausto, la cui fine iniziò 77 anni fa con la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz?
Purtroppo, siamo consapevoli che non è così, perché simili tragedie non riguardano solo un orrendo passato, ma ci interpellano quotidianamente e richiamano la nostra attenzione da troppe parti nel mondo. Primo Levi affermava, rispetto alla disumana esperienza che aveva vissuto come deportato: Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate, anche le nostre.
Ecco quindi la parola adatta, che conosciamo bene: commemorazione, dal lat. cum memorare, ricordare insieme. Essa infatti ci invita non soltanto a non dimenticare, ma anche a non essere soli in questa presa di coscienza, per evitare di essere sedotti e oscurati, se non dal male, da superficialità, rassegnazione, disinteresse e assuefazione.


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Rubrica a cura di Dino Ticli
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