''Il bacio nel femminicidio'', l’ultimo lavoro di Enrico Magni penetra e analizza le ragioni culturali del terribile fenomeno

Enrico Magni

 

Enrico Magni, classe 1952 è un lecchese doc, abita e lavora in un quartiere storico della città, a due passi dal Caleotto, nei pressi della gloriosa De Santis autotrasporti Lecco-Torino, fucina del giornalismo provinciale, degli anni ruggenti del settimanale cittadino. Psicologo, psicoterapeuta, sessuologo, ipnologo, specialista in Criminologia ha operato presso il Servizio Sanitario Nazionale della provincia di Lecco, negli anni Ottanta nei servizi dell'infanzia, negli anni Novanta nella tossicodipendenza e disagio giovanile e in seguito presso il Dipartimento di Salute Mentale dell'Azienda Ospedaliera di Lecco, ora opera come libero professionista. È stato docente di Criminologia presso l'Université des Sciences de l'Homme Paris, Dipartimento italiano, Padova. È iscritto all'albo dei periti - CTU- presso il Tribunale di Lecco. È autore di diversi articoli scientifici e di saggi sul disagio psicologico e sociale tra i vari: Il volo di Rust: il disagio giovanile dentro e fuori il mito (Bertani 1997), Il male di vivere (Sapere 2003), La discarica dei folli (Sapere 2005), L'atto violento: aspetti biologici, psichici, psichiatrici (Sapere 2006), Droghe ricreative. Le life skills per crescere in-dipendenti (Franco Angeli 2010), Parlo con te. Ragazzi, genitori, insegnanti (Sapere 2011), Tecniche di distensione immaginativa, manuale di auto-aiuto (Psiconline 2013), Storie borderline della mia pipa (ed. psicoline 2014), L'individuo in frantumi: identità plurime, dipendenze psicologiche in internet (ed, Sapere 2015), Delirio (ed. Psicoline 2016), Incontro (Segmenti editore) e i romanzi Omicidio irrisolto (2020) e Nino e gli anni Cinquanta (2021)storie del dopoguerra e della ripresa socio-economica del Paese.

 

L'ultimo lavoro è dedicato al terribile dramma dei femminicidi: 116 le donne uccise nel 2020, 123 nel 2021. Una mattanza per lo più a opera di un uomo che aveva detto o diceva di amarle la vittima. Il testo per comodità di lettura è stato suddiviso in quattro capitoli, ciascuno dei quali è preceduto ad una introduzione dell'autore.

Presentazione
IL BACIO  nel  FEMMINICIDIO a cura di  ENRICO MAGNI


 “Il Bacio nel femminicidio”, pubblicato in quattro fascicoli da questa testata giornalistica, per il curatore, è un contributo culturale non indifferente. Infatti, nel 2020 sono stati commessi 116 femminicidi, di cui 99 in ambito familiare e 67 da partener o ex partner; nel 2021 ce ne sono già stati 109, di cui 93 in ambito familiare e 63 da partener o ex partner. L’omicida è per il 36% il marito o il convivente; per il 36% è l’ex marito  o il convivente; il 20% è il fidanzato/ex, per 8% è lo spasimante. Il 40% delle vittime lascia dei figli; l’arma usata prevalentemente è quella da taglio. Ogni giorno ci sono 89 donne vittime di reati di genere; l’80% sono italiane e il 20% sono straniere.

“Il Bacio nel femminicidio”.

Il primo fascicolo è composto dalla prefazione di Rosanna Castelnovo (pedagogista e psicologa) e dal primo capitolo scritto da Mario Pigazzini ( psicologo, psicoterapeuta e psicoanalista) “Il bacio, la carne che si fa parola” : Ouvertur; in principio; il bacio e la bocca; dall’amore all’odio; il prendersi cura; il bacio ed il suo ritmo; fenomenologia del bacio tradito; il bacio tradito è il bacio che ha ucciso la speranza; la morte del “bacio”; exitus.

Il secondo fascicolo è di Enrico Magni (psicologo, psicoterapeuta e criminologo)“ La donna tra storia e mito”: il bacio; la donna nella storia; Giulietta e Romeo e il bacio simbiotico; Otello e il bacio paranoico; Maria Goretti e il bacio violento; Elena e il bacio del conflitto; Paolo e Francesca e il bacio negato.

Il terzo fascicolo è di Enrico Magni e analizza Aggressività e Violenza; aggrssività; etobiologia dell'aggressività; frustrazione e aspettativa-meta; circuito della ricompensa; la violenza, violenza e individuo, violenza e ambiente, violenza e coppia; violenza e gruppo

Il quarto fascicolo di Enrico Magni affronta la questione della Tipologia Omicidiaria: l'omicidio;
l'omicidio con arma bianca; omicidio per strangolamento; omicidio con arma da fuoco; omicidio con acido, omicidio con veleno; conclusione e bibliografia

Il testo “Il Bacio nel femminicidio” analizza il preoccupante estendersi dei fenomeni di violenza sulla donna nella società attuale. Questo tipo di violenza toglie la parola alla vittima e nega l’elaborazione del conflitto. Proprio in un tempo in cui la comunicazione invade ogni campo, la parola non è capace di tradursi in un’elaborazione di qualcosa di comune e sembra perdersi in un terreno inaridito che unisce gli umani in forme di riconoscimento l'uno dell'altro, della propria storia e soggettività
“Il Bacio nel femminicidio” costruisce un discorso che penetra e analizza le ragioni culturali del femminicidio, partendo dall'analisi del bacio come forma primordiale corporea e antropologica di affettività, vicinanza, desiderio, legame.  
Dal tradimento del bacio-nutrimento si giunge all'analisi di fenomenologie della violenza, tipologie della violenza e schemi comportamentali aggressivi che il maschio mette in atto nei confronti della persona “amata”.  Il bacio dell’incontro narra la semantica dello stare insieme fondata su: vicinanza/lontananza, piacere/dispiacere, alleanza/tradimento, tenerezza/aggressività, amore/odio.  
L’atto violento è analizzato e descritto attraverso l’estrapolazione di alcuni miti fondativi, storici del pensiero occidentale.  Con i personaggi del mito, della letteratura, della realtà contemporanea
(giornali) il bacio assume forme, significati e esiti violenti. Il tema dell'aggressività e della violenza è sviscerato a livello psicoanalitico, psicosociale e criminologico. Le motivazioni, le circostanze, le dinamiche criminose dell’atto omicida sono documentate con reperti di cronaca quotidiana e interfacciate con alcune icone della letteratura e della mitologia.
Ne “Il Bacio nel femminicidio” emerge la posizione patologica della volontà di potenza dell’uomo nei confronti della donna quando cerca di affermare la sua libertà di scelta: non c'è riconoscimento alla libertà, al limite e al valore. Solo il possesso sembra poter placare e dar sostegno a un’identità del tutto malferma, instabile, incapace e insicura del maschio: si tratta di una forma di precarietà patologica dell'identità che sta evolvendo verso forme liquide e volatili.
“Il Bacio nel femminicidio” per certi versi è un testo pedagogico sia per gli adulti sia per le nuove generazioni e cerca di far emergere la voce di un discorso amoroso vitale, generativo della differenza, della costruzione, dello scambio.

PREFAZIONE

Da tempo non passa giorno senza sentire almeno una notizie relativa a violenze sulle donne: donne di tutte le età, di tutte le condizioni sociali ed economiche, di tutte le provenienze, di tutte le religioni.
Donne che hanno qualcosa in comune, oltre al loro genere: l'essere o l'essere state coinvolte in una relazione d'amore con un uomo.
E ogni volta si passa tempo a raccontare, a interpretare, a commemorare, soprattutto nelle case invase dalla chiacchiera televisiva. Un tempo che sembra del tutto inutile se il giorno dopo tutto ricomincia daccapo.
Anche la giornata mondiale contro la violenza sulla donna sembra voler imporre all'attenzione qualcosa che, nel suo accadere quotidiano, rischia di entrare nella logica del raccapriccio che attrae l'attenzione per ritrarla poi nelle vicende del giorno dopo. Quando si ritualizza un evento, significa forse che si rischia di dimenticarlo? Di entrare nell'indifferenza? Di essere protagonisti di un'attenzione labile? Di essere preda dell'emozione che non supera le soglie del pathos per arrivare al logos?

Questo affronta il testo che segue, scritto da uno psicoanalista e da uno psicoterapeuta-criminologo, due uomini che – come talvolta accade (o forse più di talvolta) - prendono la parola per parlare del mondo femminile. Ma in questo caso costruiscono un discorso che cerca di penetrare le ragioni culturali di un fenomeno che appare oggi nella sua brutalità più assoluta perché più lontana dal mondo della civiltà. Ciò a partire dall'analisi del bacio come forma primordiale e corporea di espressione dell'affettività, della vicinanza, del desiderio, del legame, nel suo scorrere antropologico fino al suo tradimento nella reattività che violenta il corpo fino a togliere il soffio della vita. Dal tradimento del bacio-nutrimento si giunge all'analisi di fenomenologie della violenza che, attraverso la loro descrizione, ci consentono di penetrare gli schemi comportamentali di percorsi di violenza che l'uomo agisce nei confronti della persona “amata”.  Un amore, portatore di vita, che volge nel suo contrario, nell’attribuzione della morte.
Si passa poi alla ricostruzione della storia della donna attraversando i miti che la accompagnano fino a raggiungere il nostro tempo e le forme che questo tempo dà all'antica violenza che supera il tempo e che giunge fino a noi.  Si attraversano storie di personaggi del mito, della letteratura, della realtà per visitare – in questo modo – le accezioni diverse che il bacio può assumere, le sue forme, i suoi significati, i suoi esiti. Il tema dell'aggressività e poi della violenza, come forma estrema di espressione di impulsi aggressivi, è portato all'attenzione del lettore attraverso un percorso analitico-descrittivo che consente di avvicinarsi agli accadimenti della realtà con occhi capaci di vedere e capire. La realtà cruda  costituita dalle diversità dei modi di dare la morte porta a concludere il tracciato del testo. Un tracciato che prende origine dal bacio come gesto del riconoscimento e si chiude nell'atto omicidiario come gesto dell'annientamento.
Quello che è importante mostrare è il preoccupante estendersi dei fenomeni di violenza sulla donna che altrimenti tendono a non diminuire, non voler venire meno, non allentare la presa, non eludere la loro presenza sulla scena del quotidiano. Si tratta di una violenza particolare, quella che toglie la parola come mezzo di elaborazione di una condizione di conflitto. Uno strano guardare all'indietro a forme di civiltà in-fanti, senza parola, dove solo l'azione costituisce strumento del comunicare. Proprio in un tempo in cui la comunicazione invade ogni campo, una comunicazione che – quindi – non è capace di tradursi in una elaborazione di qualcosa di comune. La legge della parola che unisce gli umani in forme di riconoscimento l'uno dell'altro, della propria storia e soggettività, sembra perdersi in un terreno inaridito. Non si scorge più traccia di un orizzonte che dia significato alla ricchezza di una relazione tra i sessi che pone i due soggetti uno di fronte all'altro nella loro differenza, ciascuno a rappresentare una forma di risorsa ma anche di limite. Un limite che è capace di generatività laddove, al contrario, il suo dilagare porta alla dissipazione, all'odio, alla rabbia, all'annientamento.
Ciò che questo ricorda è la posizione titanica che assume l'uomo quando la sua volontà di potenza domina la donna che cerca di affermare la sua libertà di scelta. Non c'è riconoscimento alla libertà, dove non c'è riconoscimento del limite e del suo valore. Solo il possesso sembra poter placare e dar sostegno a un’identità del tutto malferma e instabile, incapace di stare in forma senza un appoggio che costituisca un invisibile e inammissibile quanto necessario supporto.
Si tratta di una forma di precarietà dell'identità, in particolare dell'identità maschile, che nel nostro tempo evolve verso forme liquide e volatili?
Certo serve trovare nuove strade per passare dall'emergenza del fenomeno a modalità di intervento che facciano spazio alla costruzione di forme civili di convivenza, a forme di educazione ai sentimenti e all'affettività capaci di ridare parola agli attori delle relazioni, agli uomini come alle donne.
Si tratta di trovare i modi per costruire spazi intermedi tra i confini che separano le alterità costitutive di uomini e donne, all’interno dei quali  possa emergere la voce di entrambi in un discorso amoroso che dia a ognuno il segno di un riconoscimento vitale. Si tratta di creare le condizioni per una generatività che è frutto della differenza, della costruzione attraverso lo scambio, in un percorso che – carico di parola – si fa proattivo e creativo.
Ciò che serve è intervenire sui modelli culturali che ancora sono alla base dei modelli di comportamento più profondi, quelli che emergono di fronte alla difficoltà e all'imprevisto.  Si tratta di far camminare le nostre ragazze e – soprattutto – i nostri ragazzi dentro percorsi formativi che aiutino a consolidare la propria identità per non rischiare regressioni e forme di inconsapevoli riproduzioni di schemi d'azione che vengono da lontano e che portano i segni di un passato non ancora superato.
Spero che anche questo testo possa rappresentare un’occasione e un contributo in questa direzione!

Rosanna Castelnovo (psico-pedagogista)

(PRIMO FASCICOLO CLICCA QUI per scaricare)
CAPITOLO I
 Il BACIO, LA CARNE CHE SI FA PAROLA  Mario Pigazzini
1.1.1    Ouverture
1.1.2    In principio
1.1.3    Il bacio e la bocca
1.1.4    Dall’amore all’odio
1.1.5    Il prendersi cura
1.1.6    Il bacio ed il suo ritmo
1.1.7   Fenomenologia del bacio tradito
           1-1.8 Il bacio tradito è il bacio che ha ucciso la speranza
1.1.9   La morte del “bacio”
1.1.10 Exitus

(SECONDO FASCICOLO CLICCA QUI per scaricare)
LA DONNA TRA STORIA E MITO      Enrico Magni
2.2.1 Il Bacio
2.2.2   La donna nella storia
2.2.3 Il bacio simbiotico: Giulietta e Romeo
2.2.4 Il bacio paranoico: Otello
2.2.5 Il bacio violento: Maria Goretti
2.2.6 Il bacio del conflitto: Elena
2.2.7 Il bacio negato: Paolo e Francesca

(TERZO FASCICOLO CLICCA QUI per scaricare)
AGGRESSIVITÀ
2.3.1 L'aggressività
2.3.2    Etobiologia dell'aggressività
2.3.3 Frustrazione, aspettativa-meta
2.3.4 Aggressività situazionale
2.3.5 Circuito della ricompensa
VIOLENZA
2. 4.1 La violenza
2.4.2 Individuo
2.4.3 Coppia
2.4.4 Ambiente
2.4.5 Gruppo

(QUARTO FASCICOLO CLICCA QUI per scaricare)
TIPOLOGIA OMICIDARIA
2.5.1 L'omicidio
2.5.2 Arma da fuoco
2.5.3 Arma bianca
2.5.4 Strangolamento
2.5.5 Oggetto contundente
2.5.6 Fuoco
2.5.7 Acido
2.5.8 Veneficio
Conclusioni
Bibliografia

CLICCA QUI per scaricare il volume integrale con la prefazione e i quattro capitoli

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