Sindaci meglio 'stipendiati'? I pareri dei primi cittadini in carica

Una scelta "doverosa, giusta e necessaria". Sembra del tutto unanime il coro delle "fasce tricolori" del territorio lecchese di fronte alla rivoluzione alle porte per gli amministratori di tutta Italia: la Legge di Bilancio 2022 approvata in via definitiva dal Parlamento il 29 dicembre scorso, infatti, prevede, ai commi da 583 a 587, un incremento delle indennità di funzione dei sindaci dei capoluoghi sede di città metropolitana, così come di quelli dei Comuni delle Regioni a statuto ordinario in una misura percentuale, proporzionata alla popolazione, al trattamento economico complessivo dei Presidenti delle Regioni (attualmente pari a 13.800 euro lordi mensili).
La norma - che entrerà in vigore a pieno regime nel 2024, con "passaggi" intermedi già a partire da quest'anno - prevede aumenti anche a favore di vice sindaci, assessori e presidenti dei Consigli Comunali, adeguati alle indennità dei corrispondenti primi cittadini con l'applicazione delle percentuali vigenti nel DM 119/2000. Una notizia che, come dicevamo, sembra essere stata accolta con particolare favore nella nostra provincia, a partire proprio dal capoluogo.

Mauro Gattinoni, Riccardo Fasoli e Giuseppe Conti

"Penso che sia doveroso, almeno per provare a ridurre l'immenso gap tra le responsabilità dirette che il nostro ruolo implica e il corrispettivo economico, certamente non commisurato" ha sostenuto il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni. "Ad oggi c'è una chiara distorsione, anche rispetto a posizioni analoghe ricoperte in ambito privato. Già da tempo ANCI si era fatta portavoce di questa istanza, e finalmente qualcosa sta cambiando: questa novità può essere il primo passo verso un'equiparazione ancora più corretta".
Dello stesso avviso il collega di Mandello Riccardo Fasoli, che ha suggerito anche un altro spunto di riflessione: "È una decisione giusta, ma credo che lo sarebbe stata ancora di più se fosse stata "al contrario", ovvero con maggiori aumenti per i Comuni più piccoli, dove i sindaci si fanno carico di molte più incombenze e responsabilità. A volte mi sento un po' pazzo a pensare a ciò che sto facendo: molti di noi iniziano questo percorso da giovani, rinunciando alla carriera e a possibili avanzamenti professionali, per non parlare di tutti gli altri sacrifici sul fronte personale. Se si vogliono avere - giustamente - persone valide alla guida dei Comuni, non si può pretendere che lavorino gratis. Ora bisognerà capire se queste ulteriori risorse arriveranno effettivamente nei tempi promessi".
Interessante anche il punto di vista di Giuseppe Conti, al terzo mandato consecutivo a Garlate. "Credo che si tratti di un adeguamento giustissimo, dopo tanti anni, a patto che non venga utilizzato soltanto con lo scopo di spingere più cittadini a candidarsi per questo ruolo" ha commentato quest'ultimo. "Quello del sindaco non è un mestiere: chi decide di farlo non lo deve fare con l'ambizione di arricchirsi, ma di mettersi al servizio della comunità. Poi, ovviamente, è doveroso ottenere un riconoscimento, anche perchè guidare un Comune significa sottrarre tempo ed energie al proprio lavoro, con il rischio concreto di perderci anche in termini economici. Con le nuove cifre di cui si parla ci si avvicina, anche per i paesi più piccoli come il mio, a uno stipendio "normale", con cui un uomo o una donna sarebbero in grado di mantenere la propria famiglia senza troppi affanni. Al di là di ciò, comunque, credo che per le tante responsabilità di cui siamo investiti - sempre in aumento - sia più che giusto un adeguamento delle indennità".

Dante De Capitani e Luca Pigazzini. Sotto Antonio Rusconi e Flavio Polano

Un concetto, quest'ultimo, ribadito anche da Dante De Capitani di Pescate. "Nei piccoli Comuni siamo noi sindaci a occuparci pressochè di tutto, a dirigere i vari settori" ha rilevato lo "sceriffo". "Partendo dal presupposto che il nostro obiettivo non è quello di arricchirci, penso che la nostra indennità sia comunque troppo sbilanciata rispetto a quella di politici impegnati a piani più alti, già da quello dei consiglieri regionali. Bene, dunque, questo primo step. Con l'auspicio che sia il punto di partenza per ottenere un maggiore equilibrio, per ridurre l'enorme divario tra i livelli a partire proprio dal ribasso di quelli più alti".
"Credo che sia un giusto riconoscimento al nostro lavoro, soprattutto alla luce del periodo di emergenza che stiamo ancora attraversando, in cui siamo diventati ancor di più un punto di riferimento per i nostri concittadini" ha aggiunto Luca Pigazzini della minuscola Carenno, al cui pensiero ha fatto eco quello di Antonio Rusconi di Valmadrera: "L'impegno e le responsabilità di cui dobbiamo farci carico non sono indifferenti, a volte si sconfina addirittura nel penale, ed è corretto che ci sia un corrispettivo economico".
A chiudere il cerchio il sindaco di Malgrate Flavio Polano, con un (recente) passato da presidente della Provincia di Lecco, ruolo che di fatto ha ricoperto gratis. "Quello è acqua passata, a prescindere da tutto è stata un'esperienza importante" ha affermato con un sorriso. "Per quanto riguarda il resto, credo che la scelta di aumentare l'indennità sia importante e giusta, ma potenzialmente meno decisiva di altre. Penso, per esempio, che sia più significativa quella di rivedere le responsabilità in capo a noi sindaci, spesso chiamati ad affrontare questioni di cui sappiamo poco o nulla: se fossimo sgravati di alcuni oneri, affidati a funzionari più preparati a farsene carico, molte cose potrebbero migliorare".
Benedetta Panzeri
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