Valmadrera: al termine dei lavori di restauro, il parroco benedice il campaniletto

Presentato nella mattinata di oggi, domenica 16 gennaio, il lavoro di restauro che ha interessato il campaniletto parrocchiale di Valmadrera.
E' stata una cerimonia sobria, svoltasi nel rispetto delle normative anti covid che ha visto presenti - oltre al parroco don Isidoro Crepaldi - i membri del consiglio pastorale e del consiglio affari economici, oltre al sindaco Antonio Rusconi e ad alcuni componenti della giunta comunale.

Le immagini della cerimonia svoltasi questa mattina a Valmadrera

Il momento pubblico si è tenuto sul sagrato della chiesa al termine della messa e ha registrato la partecipazione di molti valmadreresi. Il restauro era atteso da molti anni, con l'obiettivo di migliorare le condizioni in cui versava l'antico campanile risalente all'ottocento. La cerimonia si è svolta all'interno del più ampio calendario di eventi legati a Sant'Antonio Abate, patrono di Valmadrera, con la possibilità di salire in cima al rinnovato campanile nel pomeriggio di sabato.

Si era inizialmente ipotizzata la presenza dell'arcivescovo di Milano Monsignor Mario Delpini, non confermata a causa dell'ampia diffusione del Coronavirus in queste ultime settimane.

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Il campaniletto ha svolto la sua funzione fino al 1931, quando fu inaugurato il nuovo imponente campanile di 84 metri di altezza, su progetto di Giuseppe Bovara. Da allora rimase come "cornice" alla chiesa parrocchiale subendo però negli anni un ammaloramento e divenendo casa per diversi volatili. L'antica torre campanaria è alta 38 metri, di cui 11 formano la cuspide in mattoni che ben la differenzia da altri.

Il restauro è stato portato avanti da due imprese di Bergamo e Milano. La struttura è stata completamente consolidata: dagli intonaci alle strutture in legno e ferro, tutti rimessi a nuovo mentre i mattoni della cuspide, ammalorati, sono stati sostitutiti. Il tutto per un costo complessivo pari a circa 207 mila euro. (QUI l'articolo con i dettagli del restauro).

Tornando alla cerimonia odierna, dopo un breve momento di preghiera affidato a don Isidoro, spazio alla benedizione con lancio di palloncini bianchi e rossi e di coriandoli.

"Benediciamo gli sguardi delle persone che passate di qui ci hanno disseminato di bello, trovandosi insieme. Benediciamo quanti nel passato sono transitati sotto questo campanile nella gioia di trovarsi ad ascoltare la parola di Gesù. Non sono più queste le campane che suonano, ma suonano ancora con la voce, la fede, la gioia e l'amore che i credenti hanno potuto manifestare allora" le parole del parroco alle quali hanno fatto seguito quelle del sindaco Antonio Rusconi.

"Io posso solo ringraziare la parrocchia che ha voluto questo restauro, che fa parte del patrimonio artistico di Valmadrera. Non dobbiamo mai dimenticare che la gran parte delle realtà artistiche in Italia sono religiose. Noi non pensiamo che questi monumenti, che fanno parte del patrimonio artistico italiano ai massimi livelli, sono anzitutto voluti come sentimento religioso, pensiamo in primis a San Pietro al Monte, al Duomo di Milano o alla Cappella Sistina''.

''La fatica che dobbiamo fare tutti i giorni, con tanti errori, e il sindaco ne è consapevole - ha aggiunto- è quella di fare comunità, come anche detto dal parroco durante l'omelia di oggi, e non è il caso che questo campaniletto sia un ponte tra la chiesa parrocchiale e il centro culturale Fatebenefratelli, quindi deve ricordare a ognuno di noi che ha responsabilità e che siamo cittadini, e ognuno deve fare ogni giorno questa "fatica" perchè la comunità è molto più del Comune, è capire i bisogni di tutti i cittadini e chinarsi soprattutto verso le fragilità maggiori. Grazie per questa iniziativa che non è per la parrocchia, ma per tutta la comunità''.

Don Isidoro Crepaldi ha poi ricordato l'importanza e il valore simbolico di questa antica struttura, che da anni veglia sulle vite dei valmadreresi. "Finalmente inauguriamo il campaniletto perchè in effetti è dal 2008 che ne parliamo e sappiamo in quali condizioni precarie versava, dopo tanti anni ci abbiamo messo mano, dopo tanti sforzi e tentativi di ripresa e abbandono perchà nel frattempo subentravano altre urgenze. Era in condizioni molto trascurate da decenni, per cui lo abbiamo rimesso in sicurezza e in sesto ed è tornato al suo splendore, anzi ora è in condizioni migliori rispetto a come era in origine. Contiamo che possa durare altrettanti secoli. E' un monumento ecclesiale che resta un simbolo per molti, non tanto un simbolo di presenzialismo ma un simbolo di fede. Tanti nel tempo hanno guardato al campaniletto con desideri "di cielo", di ristoro, un punto di riferimento. Un monumento che unifica gli sguardi e mette insieme gli intennti della gente di cercare in qualche modo Dio".

L'evento si è chiuso con un grande applauso da parte di tutti i presenti, che ha confermato la consapevolezza di aver salvaguardato un bene comune da lasciare alle generazioni future.

A.G.
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