Lecco: i no green pass tornano in piazza (non 'mascherati')

Poche, pochissime mascherine, in barba alle prescrizioni. E numero di partecipanti in calo rispetto al recente passato. Un centinaio di no green pass lecchesi sono tornati quest'oggi a far sentire la loro voce.

Li ha ospitati piazza Cermenati, volutamente esclusa dalle aree del centro cittadino interdette alle manifestazioni fino al 10 febbraio su proposta del Comune nell'ambito del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Come già aveva spiegato il vicesindaco Simona Piazza, il provvedimento adottato non voleva infatti proibire le iniziative - anche del genere di quella odierna - ma evitare assembramenti in luoghi o già parzialmente occupati (come piazza Garibaldi dove è ancora allestita la pista da pattinaggio) o particolarmente stretti (come via Bovara e via Mascari) o ancora interessati, soprattutto nel fine settimana, dallo shopping (come via Roma e via Cavour), tutelando dunque gli interessi di tutti.

Vegliato come sempre da una nutrita schiera di forze dell'ordine, il presidio odierno - il primo dopo settimane di pausa - ha visto alternarsi diversi interventi dal palchetto allestito spalle al Lago, con gli ormai soliti striscioni a far da "quinte" (tolto prima dell'avvio dei discorsi quello che riportava l'espressione "vile affarista" rivolta da Cossiga a Draghi). Tra esperienze personali, slogan e incoraggiamenti a resistere alla "dittatura sanitaria", è stato rivolto un pensiero a "Pina", no green pass sempre presente tanto ai raduni del sabato tanto a quelli per qualche settimana proposti il giovedì all'ospedale Manzoni, mancata recentemente. "Non ce l'ha fatta" l'espressione scelta da chi l'ha ricordata, senza precisare le ragioni del decesso.
Il ritorno in piazza ha infine offerto l'occasione per ribadire anche i "servizi" offerti dalla rete venutasi a creare attorno al movimento "Libera Resistenza Lecco". Dall'assistenza per chi si trova in difficoltà economica al supporto legale ("i nostri avvocati sono super oberati"). Dalla possibilità di organizzare "macchinate" per chi non può usufruire dei mezzi pubblici non avendo il richiesto certificato verde all'istruzione domiciliare (homeschooling), "pubblicizzata" come già attiva dalla materna alle medie e in rampa di lancio anche le superiori.

Ad effetto la foto di Camilla, la 18enne ligure morta dopo aver ricevuto il siero di AstraZeneca nel giugno scorso, affissa vicino al palco con la scritta “se fosse tua figlia”. Mancava però forse anche quella di Alessandra, mamma 31enne di cinque figli, morta per complicanze legate al Covid dopo aver messo al mondo due gemelli. Non era vaccinata.
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