Lecco: altro processo per il 'ladro del cubetto'. Un anno per ricettazione
Ancora una condanna per Airoldi Timothy: al 39enne, originario di Brivio ma senza fissa dimora, ieri mattina in Tribunale è stata irrogata una pena pari a un anno di reclusione e 300 euro di multa per la ricettazione di un telefonino.
Soltanto questo lunedì il “ladro del cubetto” era ricomparso in Aula per l'apertura di un nuovo procedimento a suo carico (in cui gli viene contestato il furto di un paio di scarpe al Bennet di Lecco), dopo aver già “collezionato” una condanna a un anno e 4 mesi per alcuni furti commessi in centro città tra luglio e dicembre 2020, un mese di reclusione per ulteriore tentato furto e 6 mesi di reclusione per un'altra ricettazione.
Ammesso al rito abbreviato, Airoldi ha assisitito in collegamento dalla casa circondariale di Lecco all'udienza.
6 mesi e 500 euro di multa è stata la richiesta avanzata dal Vpo Mattia Mascaro, sostenendo la tesi della Procura della Repubblica secondo cui l'imputato sarebbe stato a conoscenza della provenienza del telefonino, acquistato e poi rivenduto, nell'aprile 2019, per ottenere della sostanza stupefacente.
“Non ha considerato che fosse provento di un furto” ha invece insistito il difensore di fiducia, l'avvocato Andrea Artusi del foro di Lecco, che, dopo aver sottolineato l'avvenuto pagamento in denaro (80 euro) del dispositivo da parte del suo assistito, ha chiesto al giudice la riqualificazione del capo d'imputazione in “incauto acquisto” e l'assoluzione per particolare tenuità del fatto. Così però non è stato, con tanto di inasprimento della pena.
Soltanto questo lunedì il “ladro del cubetto” era ricomparso in Aula per l'apertura di un nuovo procedimento a suo carico (in cui gli viene contestato il furto di un paio di scarpe al Bennet di Lecco), dopo aver già “collezionato” una condanna a un anno e 4 mesi per alcuni furti commessi in centro città tra luglio e dicembre 2020, un mese di reclusione per ulteriore tentato furto e 6 mesi di reclusione per un'altra ricettazione.
Ammesso al rito abbreviato, Airoldi ha assisitito in collegamento dalla casa circondariale di Lecco all'udienza.
6 mesi e 500 euro di multa è stata la richiesta avanzata dal Vpo Mattia Mascaro, sostenendo la tesi della Procura della Repubblica secondo cui l'imputato sarebbe stato a conoscenza della provenienza del telefonino, acquistato e poi rivenduto, nell'aprile 2019, per ottenere della sostanza stupefacente.
“Non ha considerato che fosse provento di un furto” ha invece insistito il difensore di fiducia, l'avvocato Andrea Artusi del foro di Lecco, che, dopo aver sottolineato l'avvenuto pagamento in denaro (80 euro) del dispositivo da parte del suo assistito, ha chiesto al giudice la riqualificazione del capo d'imputazione in “incauto acquisto” e l'assoluzione per particolare tenuità del fatto. Così però non è stato, con tanto di inasprimento della pena.
F.F.