Asst: sale operatorie solo per oncologici e urgenze, reparti e personale rimodulati per covid. Omicron porta i no vax in T.I.

Attualmente i ricoverati Covid all'ospedale Manzoni sono 136 (numero che varia di giorno in giorno) ma se si dovesse arrivare al tetto dell'allerta classificata come A4, e cioè a 166 letti destinati a pazienti infetti, allora con buona probabilità l'obiettivo di lasciare il Mandic "pulito" svanirà e la pneumologia tornerà ad ospitare le persone investite dal virus pandemico.
E' il quadro tratteggiato quest'oggi dal direttore generale di ASST Lecco Paolo Favini nel corso della conferenza stampa da remoto predisposta per fornire un aggiornamento sulla pressione ospedaliera a seguito della recrudescenza del virus.

Il direttore generale dr. Paolo Favini e la dottoressa Stefania Piconi


Se infatti l'azienda era riuscita a "mettersi alla pari" alla fine dello scorso anno per quanto riguarda gli interventi chirurgici che erano stati rimandati a causa della pandemia nella prima ondata, ora l'aggravamento della situazione e l'aumento esponenziale dei ricoveri ha fatto fare un passo indietro o quantomeno si è dovuto registrare nuovamente una battuta di arresto. Ad oggi, infatti, vengono eseguiti solo interventi su pazienti oncologici, sei sale a Lecco e una a Merate, oltre naturalmente ai casi, prevalentemente traumatologici, in urgenza.
Le motivazioni sono le seguenti.
I 136 posti attualmente occupati da pazienti covid vengono in parte da riconversioni e non solo da spazi ex novo.
48 posti chirurgici e 36 di medicina generale sono stati trasformati in covid. Ne sono stati aperti 24 sub acuti mentre 26 (16 a Lecco e 10 a Merate) sono stati mantenuti per sub acuti "puliti".
Di conseguenza anche il personale è stato rimodulato col personale infermieristico di area critica che, dalle sale operatorie, è stato trasferito sui posti letto intensivi aumentati a favore del covid.
Sempre a proposito di personale i contagiati al 9 gennaio risultavano 117: 14 amministrativi, 59 infermieri, 11 operatori socio sanitari, 10 tecnici sanitari, 6 operatori tecnici, 17 medici.
Per quanto riguarda la gravità dei casi, l'80% (8 pazienti) dei ricoverati in terapia intensiva per covid sono no vax mentre i restanti sono vaccinati alla seconda dose e comunque con un quadro clinico già delicato. Dei 136 positivi, 12 sono sottoposti a terapia CPAP e solo 4 con elevata importanza.
I contagiati presentano tutti la variante Omicron, come ha spiegato la dottoressa Stefania Piconi, che ha le stesse caratteristiche del virus originaio di Wuhan. "Omicron porta in terapia intensiva i non vaccinati" ha detto lapidaria, sottolineando che la variante Delta è praticamente scomparsa da prima di Natale dalle ospedalizzazioni lecchesi.
L'azienda continua a somministrare Remdesivir in vena, con dose ridotta per tre giorni e non a 5, ma ha anche in dotazione la possibilità di 50 Molnupiravir (che sostanzialmente è la pillola che induce nel virus una serie di mutazione che lo portano ad "autosuicidarsi").

Per quanto riguarda le vaccinazioni, Lecco mantiene il suo primato di provincia virtuosa per tutti i cicli di somministrazione mentre per quanto riguarda l'attività dei tamponi eseguiti in azienda si è arrivati a picchi di 1200 al giorno.

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