'Vivo e contento', l'ultimo messaggio di Alessandro dal Legnone. Al funerale: 'eri un sole, orbitavamo tutti attorno a te'

Sulla bara di legno chiaro una sua bella foto "in vetta". E il "fazzolettone" con i colori del suo gruppo scout. Non poteva che richiamare la montagna, sua grande passione, la funzione funebre attraverso la quale, nel primo pomeriggio odierno, a Saronno, è stato tributato l'ultimo saluto a Alessandro Bisi, il 21enne che, nei giorni scorsi ha perso la vita dopo aver raggiunto la cima del Legnone.
Da brividi già il canto iniziale, con quel
"Ti rialzerà, ti solleverà
Su ali d'aquila ti reggerà
Sulla brezza dell'alba ti farà brillar
Come il sole, così nelle sue mani vivrai"

sembrato scritto apposta per accompagnare nel suo ultimo viaggio un ragazzo intraprendente, sensibile, pieno di vita e di voglia di fare – come descritto nei ricordi dagli amici - trovato esanime in un canale sul monte scelto per una due giorni in quota, in solitaria, inseguendo quello che nell'omelia è stato presentato come il suo "Desiderio del cielo". Un desiderio "di cose grandi, che lo portava anche a un pò di inquietudine perché faticava a trovarle".

Rifacendosi alle Scritture scelte per le esequie, il celebrante si è poi rivolto direttamente a mamma Daniela e papà Francesco, a Stefano e a Federico, come ai nonni, per riportarli al giorno della nascita di Alessandro. “Lui piangeva ma voi sorridevate, pieni di gioia. Adesso preghiamo perché sia l'opposto. Tutti noi piangiamo ma siamo qui per accendere la speranza che lui ora sorrida”.
E proprio i genitori, sul finire della funzione, sostenuti dalla Fede e da amore “palpabile” nelle loro parole, sono tornati con il ricordo ad un altro momento significativo della loro esistenza: il matrimonio, celebrato 25 anni fa nella stessa chiesa che quest'oggi ha accolto il feretro di Alessandro. Parlando dei figli come di qualcosa in cui si contempla la fantasia creativa del Signore, superiore a qualsiasi immaginazione, i coniugi Bisi hanno altresì aggiunto “ci sono stati donati, non possono essere trattenuti. Così ora dobbiamo lasciare andare Ale, anche se è dura (…). Auguriamo ai nostri figli e ai loro amici di comprendere quel è il disegno che il Signore ha per ciascuno di loro. In questo Alessandro è stato un maestro nel lanciare il cappello oltre la siepe”.

Un momento delle esequie (foto tratta dalla diretta online a cura di Radiorizzonti)

La straordinarietà di “Bisi” - come il 21enne voleva essere chiamato – è emersa con chiarezza anche dai pensieri espressi da chi lo ha incontrato sulla propria strada. “Eri un sole, orbitavamo tutti attorno a te” hanno riconosciuto le amiche Mati, Carola e Chiara. “Avresti cambiato il mondo ne siamo sicuri, non vogliamo dire che 21 anni ti sono bastati ma quello che hai vissuto lo hai vissuto appieno”. “In tutti i nostri ricordi sei sorridente” hanno aggiunto altre ragazze del gruppo scout. “Nel lungo tratto di strada che abbiamo percorso insieme ci hai insegnato molto” hanno sottolineato facendo accenno al portare anche lo zaino degli altri, al guardare in alto, verso il cielo. E all'avere fame, come l'aveva Alessandro. “Di cibo certo, ma anche di esperienze. Guida i nostri passi – la richiesta rivolta direttamente all'amico - in qualche modo forse vivremo insieme le tante altre cose che volevi fare”.
Tante le domande che si affollano nella mente in questo momento di dolore. Ne hanno sintetizzate alcune i fratelli. L'ultima: “Come è possibile che ti abbiano trovato in fondo al dirupo quando tanti pregavano perché ti trovassero vivo?”. La risposta forse nell'abbraccio sincero offerto alla famiglia dalla comunità. Capace di far sentire ancora Ale “vivo e contento” come si legge nell'ultimo messaggio inviato dal Legnone per rassicurare chi, a casa, era in ansia per lui, accompagnato dalla parola “Alba”.

“Ho provato a immaginare il momento terribile in cui, camminando, è scivolato. Mi sono chiesto se ha avuto il tempo di pensare qualcosa” ha confessato il sacerdote. “Se ha pensato a qualcosa ha pensato alla sua mamma, al suo papà, ai suoi fratelli. In un istante rapidissimo, voglio pensare abbia avuto la sensazione di essere risucchiato dal cuore della montagna che ama tanto. Credo stia provando anche adesso questa sensazione di essere attirato, dal Cielo, dalla presenza di Dio. Ma anche dai vostri sentimenti, dal vostro cuore. Da voi che siete qui. Adesso guarda ciascuno di voi, pensando di esservi accanto. Ho anche ripensato alle ore d'angoscia in cui tanti si sono dati da fare per le ricerche” ha aggiunto, dopo che già i genitori, attraverso le carte funebri hanno voluto ringraziare il soccorso alpino e quanti hanno preso parte alle attività protrattesi anche di notte, per l'umanità dimostrata. “La cosa più faticosa per voi – ha proseguito il don rivolgendosi ai famigliari -  è stato non poter fare nulla, anche solo mettergli una coperta in quella notte fredda. L'atto coraggioso a cui siamo ora chiamati è credere che ora lo stia facendo Dio. Se ha bisogno ora è Dio a dagli una carezza”.
Da ultimo, un'immagine ripresa da un'altra passione di Alessandro, quella per la bicicletta. “E' su una strada accompagnato da Dio che lo porta sulle strade luminose del cielo”.
Quello stesso Dio invocato nel canto finale come “Signore delle Cime” .

 “Su nel paradiso
Lascialo andare
Per le tue montagne”.
A.M.
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