In viaggio a tempo indeterminato/212: benvenuti in Grecia
gli abitanti dell'Olimpo sono le divinità
Poi lì c'è una bambina che ancora dea non è
È graziosa e birichina Pollon il suo nome è..."
Ho pensato non ci potesse essere sigla introduttiva migliore per il nuovo Paese che visiteremo.
Siamo arrivati in Grecia!
La terra degli Dei dell'Olimpo, della feta e delle isole da sogno.
L'inizio non è stato proprio dei migliori.
A poche ore dall'ingresso nel Paese, il nostro telefono ha iniziato a suonare come fosse posseduto.
"Allerta rossa meteo" è apparso sullo schermo.
E mi è tornata in mente quella notte a Taiwan, quando lo stesso suono accompagnava una bella scossa di terremoto.
La Grecia è, forse, il Paese più rinomato dal punto di vista turistico tra quelli che abbiamo visitato finora a bordo di Biagio.
Già sappiamo che il mare sarà il protagonista delle settimane che passeremo qui, anche se, in realtà, il territorio greco è per l'80% montuoso.
Troveremo ovviamente tempo anche per qualche bella isola e sicuramente per delle pite, dei souvlaki e per la famosa insalata greca.
Comunque, devo ammetterlo, la Grecia mi affascina moltissimo.
La conosco ancora molto poco ma mi sa di un Paese forte e orgoglioso, dove la vita scorre al ritmo del sole.
Attraversare il confine tra Albania e Grecia è stato molto particolare.
Il primo cambiamento è stato nella bandiera.
Dopo settimane a veder sventolare la bandiera rossa con l'aquila nera a due teste dell'Albania, mi hanno fatto un certo effetto il blu e il bianco candido della Grecia.
Due colori che sembrano tenui e pacati, ma solo in apparenza perché il significato è tutt'altro che "pacifico".
La croce bianca rappresenta la chiesa greco-ortodossa che durante i secoli di dominazione ottomana ha lottato per mantenere l'identità nazionale e l'insegnamento della lingua greca.
Le nove strisce, invece, rappresentano le nove sillabe della frase "Libertà o morte" il motto nazionale.
Non è solo la bandiera ad essere cambiata, però.
Anche la lingua o meglio l'alfabeto. In Grecia dovremo ricorrere al caro vecchio mimo per parlare con le persone e per farci aiutare ad interpretare i cartelli.
Sarà sicuramente un buon modo per fare incontri interessanti e divertenti e chissà che magari, con il passare dei giorni, un po' di alfabeto greco lo impareremo anche noi.
Per ora "kalimera" (buongiorno) e "kalispera" (buonasera) mi sembrano un buon punto di partenza.
Il nostro livello di greco è pari a zero al momento e sembra che qui, a differenza dell'Albania, nessuno parli italiano.
Eccezion fatta per la frase che in pochi giorni abbiamo già sentito ripetere più volte: "Italiani e Greci, una faccia una razza". Pronunciata proprio così, in italiano e con un sorriso di accompagnamento.
Sinceramente la prima volta che l'ho ascoltata ho dubitato un po' sul fatto che si trattasse di un complimento piuttosto che di un insulto.
Ma dato che questa frase sembra molto popolare, ho deciso di fare una ricerca per capirne il significato e l'origine.
Si tratterebbe di un detto popolare per esprimere la somiglianza, fisica e culturale, tra greci e italiani. E fin qui tutto bene, se non fosse che venne inventato a scopo propagandistico dal governo fascista italiano, durante l'occupazione della Grecia. L'intento era convincere i greci della fratellanza con gli italiani e invitarli a collaborare con gli occupanti italiani.
Nonostante la guerra e il triste ricordo a cui quella frase è associata, il detto è rimasto in uso in Grecia.
Alfabeto e bandiera diversi ma anche benzina più cara e gestione della pandemia diametralmente opposta. Le differenze tra Albania e Grecia per ora sembrano molte.
La costante invece è il paesaggio selvaggio e affascinante da entrambi i lati di quella linea immaginaria chiamata frontiera.
Come se, ancora una volta, la natura confermasse che per lei i confini non esistono.