Alta Valsassina: il quartetto Baraccone express accoglie il nuovo anno riproponendo la suite RAìS

Non si sono fermati nemmeno durante il lockdown, continuando a suonare da remoto. Da tale esperienza di lontananza fisica è nato perfino un video – casereccio in tutti i sensi – dal titolo “Jazz band – 40ena”.
E mentre per il 2022,  “stiamo lavorando a un nuovo album e se tutto questo delirio finirà, sarà fantastico proporlo in giro con un bel tour di presentazione”, in chiusura di 2021 hanno voluto riproporre in un loro personalissimo countdown il frutto di un'esperienza artistica datata 2019.
Così il Baraccone express - quartetto che nasce come “brindisi all’arte di strada, al circo, al cinema, alle carovane degli zingari e al viaggio” - ha scelto di augurare a tutti un anno migliore, come spiega Paolo Xeres, compositore e suonare di Cymbalom anche a nome di Luca Radaelli al clarinetto/sax, Edoardo Tomaselli, tromba, flicorno, voce e Stefano Malugani, contrabbasso.

Dal 2012 a oggi il quartetto ha suonato in festival, rassegne buskers, locali, feste ed eventi con arrangiamenti originali e un suono il più possibile unplugged. Particolarmente legati alla Valsassina – nel 2018 hanno girato un videoclip nella ex cava di Margno e più recentemente hanno animato l' Aperistreet di Casargo, aperitivo itinerante a bordo di un mezzo agricolo - nel 2019 il Baraccone express partecipa a “Le radici di un’identità”, progetto di recupero e valorizzazione di luoghi preistorici in Valtellina promosso dalla Comunità Montana di Sondrio componendo “RAìS”, suite di quattro brani scritti da Paolo Xeres e arrangiati dalla formazione.
“Tutto nasce dall’idea di Rita Pezzola di scrivere musica originale che rispecchiasse la visione di un progetto multiforme come “Le radici di un’identità”: la scelta è così caduta sul nostro quartetto – con cymbalom, tromba, clarinetto e contrabbasso – mentre nel corso dei mesi ha preso progressivamente forma un progetto che si è ampliato nel tempo e dalla prima traccia sono originate tutte le altre. Come nell’intrico delle radici di un albero è stato un lavoro sotterraneo, continuo, in cui le plurime diramazioni delle radici sono confluite in un tronco, un fusto e una chioma. Ed è stato così che sono nati i quattro diversi movimenti che costituiscono la suite: Acqua, Cavalli e Castelli, Valzer Agricolo e Raìs. Le Radici, dunque”.

Quattro temi composti da Paolo Xeres che rappresentano altrettante suggestioni in mezzo a molteplici e possibili sentieri, mescolando l’idea di un territorio e dei suoi elementi. “Si è così scelto di partire con Acqua, che racchiude in sé la simbologia di uno degli elementi vitali di queste valli e di tutta la natura che le circonda e le rappresenta. Ma assieme, nello scorrere dell’acqua risuona anche il rintocco delle campane, e dei campanili che costellano l’intera Valtellina. Acqua intesa come movimento, vibrazione della materia e dell’anima, e assieme senso del sacro. Acqua che scorre disegnando un territorio, scoprendolo, modificandolo e contribuendo a formarlo. Acqua come vita, cambiamento e sviluppo. Cavalli e Castelli è il secondo brano della Suite. È l’idea della pietra che edifica case, chiese e castelli, questi ultimi simboli di un potere terreno e divino che erige e proietta geometrie di forme su paesaggi di montagne, paesi, borghi e vallate. Gli stessi luoghi che da sempre ospitano migrazioni e transumanze di uomini, culture, merci e animali: tracce di cui rimangono passaggi capaci di tramandarsi nel tempo, allargando gli orizzonti della mente e dello spirito. La civiltà contadina è la civiltà del lavoro, legata nel ciclo delle stagioni. È il tempo della fatica, ma assieme la soddisfazione per ciò che la terra regala a chi la cura e la coltiva. Ma il cambio delle stagioni è assieme il tempo della ritualità, della festa e della musica, e siglare – in modi diversi – il passaggio di tempi, colori, attese e raccolti. E forse nulla più del valzer rappresenta l’idea della festa, che nel movimento di questa suite – un Valzer Agricolo – abbiamo immaginato rappresenti le ombre dell’inverno che lasciano spazio alla primavera. La suite si chiude quindi con Raìs, le radici che tutto compendiano. E dalle pietre dei castelli e delle case si passa alla pietra che diventa luogo e simbolo di antiche incisioni rupestri. E ancora pietra che si riflette e si nasconde nel fondo delle miniere, e nella vita dei minatori. Ecco allora l’idea del battito, di un lavoro ritmico, percussivo, in cui le voci si fondono con gli strumenti”.

Ecco dunque i 4 video pubblicati dalla band tra il 28 e il 31 dicembre:







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