Covid: grazie alla massiccia adesione alla campagna vaccinale, situazione 'sotto controllo' nel lecchese

Se la situazione nel lecchese, pur in peggioramento, non è ancora così seria come in altre zone, lo si deve sicuramente alla campagna vaccinale. E' un dato incontrovertibile che vede la provincia svettare in cima a tutta la Lombardia come percentuale per tutte le dosi.

Il direttore generale Paolo Favini, il ds Vito Corrao e il dss Enrico Frisone

Questa mattina sono stati forniti i dati aggiornati sulla situazione Covid in ASST, alla presenza di diversi “protagonisti” che in questi anni di pandemia si sono ritrovati ad avere a che fare con il virus che, in certi casi, ha stravolto totalmente i loro reparti.
Ad aprire l'incontro è stato il direttore generale dottor Paolo Favini che ha snocciolato una serie di numeri.
Ad oggi i ricoverati per covid, nonostante la ripresa della pandemia a livello mondiale, dal mese di settembre, sono 62 di cui 54 in posti per acuti e 8 in terapia intensiva. Di questi ultimi solo uno è lecchese. Sempre di questi otto, sei sono persone non vaccinate, senza particolari patologie, mentre due sono soggetti con morbosità pregresse e arrivate alla fine del secondo ciclo vaccinale.

Nei prossimi giorni il Manzoni si prepara ad allestire altri 10 posti per acuti eventualmente inviati dalla regione e ne saranno a disposizione altri due in rianimazione.
“Coloro che non si vaccinano si rendono conto che rubano posti letto in rianimazione a pazienti che potrebbero averne bisogno per altre patologie?” ha commentato con amarezza il direttore generale, ribadendo la necessità di vaccinazione da parte di tutti, senza più rinvii.
Attualmente al Palataurus, per cui è stata rinnovata la convenzione sino al mese di giugno, sono attive 15 linee vaccinali, 6 ce ne sono al Manzoni, 2 al Mandic, 4 in area Cazzaniga a Merate.
Nei due presidi ospedalieri poi vengono effettuate le somministrazioni per i bambini da lunedì a venerdì al pomeriggio e al sabato e domenica tutto il giorno. In settimana quotidianamente sono 190 i bimbi che ricevono la dose, dato che raddoppia nel week end.

“La campagna vaccinale sta funzionando” ha detto il dottor Roberto Bellù del dipartimento materno infantile “l'età pediatrica è stata risparmiata ma il covid resta pur sempre una patologia pericolosa e la vaccinazione è importante. La nota che ci preoccupa sono le donne in gravidanza, ne troviamo diverse riluttanti. Abbiamo alcune partorienti positive con problemi di prematurità che potrebbero insorgere per il nascituro”.

Una fotografia del pazienti ricoverati l'ha fornita l'infettivologa dottoressa Stefania Piconi.
"I non vaccinati presentano le forme più gravi che devono essere curati con terapie di ossigeno fino alla rianimazione. Sono pazienti sovrapponibili a quelli della prima ondata, con linfopenia acuta e un sistema immunitario paralizzato e con evoluzioni del quadro clinico che spesso sono drammatiche. I vaccinati che si sono infettati invece sono persone che hanno delle patologie croniche o problemi seri ma con un quadro clinico meno impegnativo e che va migliorando nel giro di 48/72 ore".
Tra le motivazioni principali della scelta di non vaccinarsi c'è la paura oppure, negli anziani, l'obbedienza a una decisione dei figli.
La presenza di posti letto sporchi in rianimazione è un freno all'attività delle sale operatorie che, grazie al lavoro del direttore sanitario dottor Vito Corrao, hnno ripreso con una media di 210 mensili, messe nuovamente a rischio per una eventuale recrudescenza del virus.

"I dati dei pazienti covid o covid correlati rappresentano il 20% degli afferenti al pronto soccorso che poi vengono ricoverati quindi per il momento" ha spiegato il direttore del reparto di emergenza urgenza dottor Mario Tavola, “la situazione è assolutamente sotto controllo”. E lo si comprende anche dal numero dei ricoveri in terapia intensiva. "Oggi siamo a 160 in Lombardia, lo scorso anno eravamo a 700. I positivi stanno aumentando ma non sono così gravi e il carico per il rianimatore che va per i reparti è decisamente inferiore e meno impegnativo soprattutto per coloro che sono vaccinati.

Sulla variante Omicron è intervenuto il direttore di microbiologia e virologia Francesco Luzzaro, ma le informazioni attualmente in possesso della comunità scientifica sono poche. E' stata isolata infatti l'11 novembre in Botswana e il 14 novembre in Sudafrica, un tempo dunque troppo breve per avere un quadro chiaro della sua evoluzione.
"Abbiamo alcuni dati certi" ha spiegato "nella variante Omicron si sommano più di trenta mutazioni diverse e coinvolgono la proteina Spike che è la chiave attraverso cui il virus entra nelle cellule diventando pericoloso. E abbiamo certezza della sua elevata e rapida trasmissibilità anche nei giovani. Al momento pare che la gravità della patologia associata sia inferiore ma attualmente in ASST abbiamo solo la variante Delta. Si stanno facendo delle valutazioni circa l'incidenza della terza dose, pare offra una maggiore protezione così come sembra che le mutazioni della Omicron non dovrebbero incidere sulla diagnostica. Ma siamo nel capo dei dati in divenire”.

Attualmente la pneumologia a Merate, dove ci sono sei posti pronti ad essere riconvertiti in semi-intensiva in caso di bisogno, è pulita. Nella giornata dell'11 dicembre, ha spiegato il primario dottor Daniele Colombo, è stata fatta una ricognizione su un centinaio di pazienti che erano stati ricoverati, con Cpap o finiti in intensiva. "La maggior parte sono guariti bene" ha detto "rimangono sequele a livello respiratorio importanti che necessitano di una riabilitazione respiratoria, unico mezzo al momento per consentire all'apparato di riprendere, oppure ci sono problemi a livello neurologico con ripercussioni sulla memoria e un continuo senso di stanchezza".
La preoccupazione, hanno concordato i medici, è rappresentata dall'arrivo della quarta ondata per la quale l'effetto della seconda dose va perdendo efficacia.
L'appello è quello di vaccinarsi perchè rappresenta al momento l'unica arma.


Nelle giornate di festa sarà possibile vaccinarsi al Palataurus di Lecco il 25 dicembre alle 8 alle 14 e a Merate, in area cazzaniga 1 gennaio dalle 14 alle 20.

Sia per il vaccino che per i tamponi è richiesta la prenotazione.
S.V.
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