Provincia: la sinistra sconfitta non analizza, si divide; la Lega arretra Forza Italia divorata, FdI si radica
Anche questa è fatta. Domenica si è votato per il rinnovo degli organi della Provincia. La partecipazione degli elettori è stata complessivamente discreta. In fondo gli elettori sono consiglieri comunali, sindaci della provincia che devono eleggere dei pari. Circa il 17%, pari a 176 (votanti 853 su 1.029), non si sono presentati all’urna e si sono tenuti lontani da Villa Locatelli. Non sono pochi. Il candidato del centrosinistra prende 360 voti ma non siederà e in Consiglio Provinciale la candidata del centrodestra Alessandra Hofmann vince con 465 (105 voti di differenza).
Il risultato del voto è sostanzialmente scontato. Le elezioni comunali di giugno 2021 fotografavano già un voto spostato verso il centrodestra a scapito del centrosinistra. Il casatese e parte del meratese sono state sempre storicamente tendenzialmente su posizioni centriste; nella prima Repubblica erano considerate roccaforti bianche, conservatrici della democrazia cristiana, poi c’è stato uno spostamento temporaneo di alcuni comuni a sinistra: ormai rientrati. Lo stesso è per la Valsassina e anche parte del lago: le antropologie dei luoghi, solo per una causa entropica cambiano di stato e basta un non nulla perché ritornino allo stato originario.
Il centrosinistra è da anni che sta perdendo in questo territorio e si accontenta di posizionarsi. Il male del centrosinistra è il prodotto di due passaggi mai digeriti e maturati: il primo coinvolge i contrasti della sinistra storica; il secondo è quello della fusione a freddo tra componenti residuali della Dc e Ds. E’ il permanere di uno scontro interno perpetuo. Non c’è mai stata una sintesi dialettica innovativa tra le parti: mediazioni contro mediazioni. Le parti residuali dell’uno e dell’altro sono latenti e costantemente assenti. Il tutto si gioca da anni all’interno di gruppi autoreferenziali claustrofilici, centrati su di sé e spaventati di confrontarsi con la realtà esterna, è come se fossero agorafobici. Per decenni la sinistra in questo territorio si è consolidata grazie alla costanza dell’impegno sociale.
Dopo le sconfitte non c’è mai un’analisi profonda, ci sono soltanto fratture, separazioni. Non c’è nemmeno un colpo d'ala per coinvolgere simpatizzanti che stanno fuori dallo Ztl attraverso il web. E’ tempo di darsi una mossa. E’ facile vincere a Bologna.
Il nord della Brianza è una latitudine complessa di piccole realtà locali ipermoderne conservatrici, dove l’economico coincide con il benessere e il malessere.
Nel centrodestra, con il tramonto lento ma costante e un po’ silenziato della Lega, sta emergendo e radicandosi il partito Fratelli d’Italia. Infatti, il più votato, in questo giro, è un candidato di FdI. Non è una novità, c’è anche un europarlamentare. Forza Italia è sostanzialmente scomparsa. Non esiste più, è incapace di differenziarsi. Non c’è più una bussola. E’ stata divorata.
Ma la novità che sfiora l’ombra di Thanatos, non machiavellica (presunzione), è la lista civica dei Civici: costola del centrosinistra e figlia di una perversione di potere. Con due o tre seggi pensava di fare lo sgambetto. Di tenere per la giacca il vincitore, sperando in un voto utilitaristico opportunistico. Vecchia storia. Solito male. Si sono trovati con un seggio. Non sono l’ago della bilancia: per fortuna. Sono dei residuali. Se fossero stati politici e mediatori oggi sarebbero al governo della Provincia con il centrosinistra.
A questo punto è interessante vedere cosa farà il centrodestra ad attrazione destra. Gli eletti sono dei quarantenni e sono l’espressione di una generazione che mantiene un piede negli anni novanta e uno nel duemila. Cosa faranno?
Battuta di fine anno: toglieranno le impalcature che da anni reggono il balcone in Corso Matteotti? Sistemeranno la strada provinciale per Morterone (fa paura)? Termineranno le scuole di via Ghislanzoni e le altre le faranno funzionare? Buon lavoro.
Il risultato del voto è sostanzialmente scontato. Le elezioni comunali di giugno 2021 fotografavano già un voto spostato verso il centrodestra a scapito del centrosinistra. Il casatese e parte del meratese sono state sempre storicamente tendenzialmente su posizioni centriste; nella prima Repubblica erano considerate roccaforti bianche, conservatrici della democrazia cristiana, poi c’è stato uno spostamento temporaneo di alcuni comuni a sinistra: ormai rientrati. Lo stesso è per la Valsassina e anche parte del lago: le antropologie dei luoghi, solo per una causa entropica cambiano di stato e basta un non nulla perché ritornino allo stato originario.
Il centrosinistra è da anni che sta perdendo in questo territorio e si accontenta di posizionarsi. Il male del centrosinistra è il prodotto di due passaggi mai digeriti e maturati: il primo coinvolge i contrasti della sinistra storica; il secondo è quello della fusione a freddo tra componenti residuali della Dc e Ds. E’ il permanere di uno scontro interno perpetuo. Non c’è mai stata una sintesi dialettica innovativa tra le parti: mediazioni contro mediazioni. Le parti residuali dell’uno e dell’altro sono latenti e costantemente assenti. Il tutto si gioca da anni all’interno di gruppi autoreferenziali claustrofilici, centrati su di sé e spaventati di confrontarsi con la realtà esterna, è come se fossero agorafobici. Per decenni la sinistra in questo territorio si è consolidata grazie alla costanza dell’impegno sociale.
Dopo le sconfitte non c’è mai un’analisi profonda, ci sono soltanto fratture, separazioni. Non c’è nemmeno un colpo d'ala per coinvolgere simpatizzanti che stanno fuori dallo Ztl attraverso il web. E’ tempo di darsi una mossa. E’ facile vincere a Bologna.
Il nord della Brianza è una latitudine complessa di piccole realtà locali ipermoderne conservatrici, dove l’economico coincide con il benessere e il malessere.
Nel centrodestra, con il tramonto lento ma costante e un po’ silenziato della Lega, sta emergendo e radicandosi il partito Fratelli d’Italia. Infatti, il più votato, in questo giro, è un candidato di FdI. Non è una novità, c’è anche un europarlamentare. Forza Italia è sostanzialmente scomparsa. Non esiste più, è incapace di differenziarsi. Non c’è più una bussola. E’ stata divorata.
Ma la novità che sfiora l’ombra di Thanatos, non machiavellica (presunzione), è la lista civica dei Civici: costola del centrosinistra e figlia di una perversione di potere. Con due o tre seggi pensava di fare lo sgambetto. Di tenere per la giacca il vincitore, sperando in un voto utilitaristico opportunistico. Vecchia storia. Solito male. Si sono trovati con un seggio. Non sono l’ago della bilancia: per fortuna. Sono dei residuali. Se fossero stati politici e mediatori oggi sarebbero al governo della Provincia con il centrosinistra.
A questo punto è interessante vedere cosa farà il centrodestra ad attrazione destra. Gli eletti sono dei quarantenni e sono l’espressione di una generazione che mantiene un piede negli anni novanta e uno nel duemila. Cosa faranno?
Battuta di fine anno: toglieranno le impalcature che da anni reggono il balcone in Corso Matteotti? Sistemeranno la strada provinciale per Morterone (fa paura)? Termineranno le scuole di via Ghislanzoni e le altre le faranno funzionare? Buon lavoro.
dr. Enrico Magni