Lecco: con la mostra 'Di Roccia e di Acciaio' una riflessione sul paesaggio, con uno sguardo alle sfide future

“Di Roccia e di Acciaio”: questo il titolo della nuova mostra fotografica inaugurata nel tardo pomeriggio di sabato, che vuole invitare chi osserva a riflettere sul profondo rapporto che a Lecco esiste tra il paesaggio naturale e quello urbano-industriale, oltre che sulle sfide future che esso impone.


Giacomo Albo, Mauro Gattinoni, Simona Piazza

L’esposizione, realizzata dai fotografi e architetti Giacomo Albo e Marco Introini, sarà visitabile alla Torre Viscontea fino al 16 gennaio ed è accompagnata da un catalogo che contiene, oltre alle immagini, alcuni saggi di diversi autori che guidano l’osservatore in questo percorso. Percorso che, come ha spiegato Albo durante l'inaugurazione, “vuole cercare di interpretare il nostro paesaggio e di documentare la trasformazione della città”. Le fotografie esposte, infatti, ritraggono da un lato il passato industriale testimoniato dai resti di archeologia presenti sulle sponde del Gerenzone, e dall’altro quello che è successo a valle con la ricostruzione urbana scaturita a partire dagli anni ’90 dopo la chiusura delle grandi fabbriche che hanno fatto la storia e la fortuna della città per secoli.


Barbara Cattaneo

“Il nostro lavoro cerca di tenere insieme tre elementi - ha continuato il 46enne fotografo lecchese -: spazio urbano, architettura ed elemento naturale che nel nostro territorio hanno la particolarità di essere tutti insieme incastrati tra lago e montagna. Il filo conduttore che abbiamo scelto è quello della roccia e dell’acciaio, perché di questo ha vissuto Lecco per tanti anni, e adesso che questa vocazione è venuta meno anche gli edifici industriali in certi casi sono stati demoliti per lasciare spazio ad altro, mentre altre volte sono stati rinnovati e altre ancora sono lì in cerca di una risposta”.




È stato invece l’occhio “esterno” del milanese Introini a “chiudere il cerchio”, trovando uno spunto nei fiumi, che "rappresentano nel territorio lecchese una sorta di interferenza che ancora non ha trovato un suo compimento. "Anche su questo abbiamo voluto invitare le persone a osservare con lentezza. Quello che proponiamo è infatti un lavoro estetico ed etico al tempo stesso perché vuole stimolare una riflessione”.
Così come ha fatto Barbara Cattaneo, direttrice scientifica delle Gallerie d'arte e degli spazi espositivi del SiMUL, nel saggio a sua cura e durante l’inaugurazione: “Con l’arrivo della ferrovia le industrie lecchesi sono scese e si sono assestate lungo l’asse dei binari, provocando una cesura con i rioni alti della città. Un problema, questo, già evidenziato nel 1941. Quando le grandi fabbriche sono state demolite, poi, i piani regolatori non hanno funzionato. L’edilizia residenziale ha sostituito queste aree creando una situazione urbanistica frammentaria e confusa. Ma quelle che sono rimaste sono preziosissime e vanno tutelate secondo la loro vocazione”.



Giacomo Albo e Marco Introini

Ed è proprio quello che in parte ambisce a fare il processo di Rigenerazione urbana che vedrà il suo avvio formale lunedì sera durante il Consiglio comunale, con il sindaco Mauro Gattinoni che ha colto l’occasione per sottolineare l’analogia tra le riflessioni proposte dal lavoro di Giacomo Albo e Marco Introini e le iniziative dell’Amministrazione: “Questa mostra racconta l’anima di Lecco, della sua natura e dei suoi fiumi, ma anche dell’energia e del lavoro che ne è derivato. È una sintesi della causa vera e nobile della città: la sua vocazione di plasmare il paesaggio e la natura per renderli utili”.




Il primo cittadino ha sottolineato il valore documentale e la cifra storica di questo lavoro, sottolineando appunto che esso va nella stessa direzione del progetto di rigenerazione urbana: “Lo scopo del percorso che stiamo per intraprendere è quello di salvaguardare il valore di questi spazi per non perdere quei volumi che sono la nostra storia. Sono convinto che l’attrattività di una città si basi sulla sua identità e questa è l’identità di Lecco”.
Molto soddisfatta l’assessore alla Cultura Simona Piazza: “Questa mostra è la conclusione di un percorso perché arriva alla fine dell’anno ma annuncia una nuova apertura verso il futuro. Queste immagini rappresentano un cammino nel passato lecchese e ci interrogano su come possiamo agire per ricostruire l’identità dei rioni e quella collettiva”.


Maddalena D’Alfonso e Giacomo Albo

Anche Maddalena D’Alfonso, architetto, curatrice e saggista, che ha collaborato all'allestimento, ha sottolineato questo aspetto: “Questo lavoro pone fortemente il tema della comprensione dei territori e della loro sostenibilità, di come affrontare questo percorso con uno sguardo limpido e una prospettiva serena verso il futuro. Guardare con serenità a quello che c’è è infatti il primo passo per tornare a innamorarci di quello che abbiamo e proiettarci verso il domani”.
M.V.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.