Olginate: già condannata è di nuovo a processo per furto

Era stata già condannata in primo grado lo scorso settembre per un furto commesso quattro anni fa nella villetta di Garlate in cui lavorava come collaboratrice domestica: 7 mesi di reclusione e 300 euro di multa era stata la pena comminata in quella sede dal giudice Gianluca Pinatadosi, che aveva ritenuto la donna colpevole di aver sottratto dalla casa di un ex maresciallo dell'Arma dei Carabinieri diversi preziosi.
Oggi la donna è finita di nuovo sul banco degli imputati per un presunto "indebito utilizzo di carte di credito o di pagamento" (reato previsto dall'articolo 493 TER del codice penale) ad Olginate nel marzo 2019. A farne le spese - è proprio il caso di dirlo - questa volta sarebbe stata una condomina, chiamata nell'udienza odierna a testimoniare davanti al Vpo Mattia Mascaro.
"Tenevo il mio bancomat in un cassetto di casa mia, chiusa in una cartelletta e senza pin. Non so dire quando mi sia stata sottratta, anche perchè la usavo ogni 2, a volte anche 3 mesi. Non ho mai visto nessuno entrare in casa e prendermela, ma sono stati sicuramente loro". La persona offesa ha quindi spiegato al giudice Piantadosi che quel "loro" era riferito agli inquilini che abitavano al piano inferiore, ovvero l'imputata L.S. e il marito. "Conoscevano tutti i miei orari: sapevano quando non mi avrebbero trovata a casa" ha aggiunto la testimone.
Ancora non è chiaro come la 43enne originaria di Pompei (difesa in aula dall'avvocato Sonia Bova, oggi sostituita dalla collega Tania De Fazio del foro di Lecco) si sarebbe impossessata della carta e del suo pin, ma quel che è certo è che in qualche modo, dopo l'utilizzo, l'avrebbe anche rimessa al suo posto. Questo è quanto ha riferito il vicebrigadiere Tommaso Longo della stazione dei Carabinieri di Olginate, che a marzo 2019 raccolse la denuncia contro ignoti della signora: pare infatti che la persona offesa si sia resa conto degli ammanchi quando lo sportello del bancomat le avrebbe negato un prelievo per mancanza di disponibilità sul conto. Dagli estratti conto le risultavano almeno 2000 euro di movimenti sospetti, tra prelievi e pagamenti.
Confrontando orari e luoghi dei movimenti bancari con i filmati di videosorveglianza degli istituti dove sarebbero avvenuti i prelievi "illeciti", i Carabinieri sarebbero risaliti alla 43enne grazie alle immagini di Banca Intesa di Olginate, dove l'imputata sarebbe stata riconosciuta mentre verificava il saldo da uno sportello.
''L'abbiamo riconosciuta perchè per un periodo ci siamo recati quotidianamente alla sua abitazione: il marito era ai domiciliari'' ha concluso il vicebrigadiere.
Il giudice ha rinviato al prossimo 22 aprile per sentire altri due testimoni e per la discussione finale.
F.F.
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