PAROLE CHE PARLANO/52

Inverno

Per ragioni convenzionali e di comodità statistiche, si è stabilito che con il primo giorno di dicembre si entri nell'inverno meteorologico (finirà con l'ultimo giorno di febbraio), ma quello astronomico inizierà nel giorno del solstizio, cioè il 21 dicembre. In quel momento il sole sarà al suo livello più basso sull'orizzonte e la durata della notte sarà massima (avremo il minor numero di ore di luce di tutto l'anno).

Come succede a molti altri vocaboli, anche la parola inverno ha dovuto compiere un lungo viaggio attraverso l'Eurasia e subire tante piccole trasformazioni per giungere così com'è fino a noi. Il sanscrito, lingua indoeuropea, inventò il termine him col significato di freddo. Giunse col tempo fino ai Romani che lo trasformarono nella parola hiems, con lo stesso significato. Successivamente la usarono anche per definire il gelo e infine l'inverno vero e proprio. Ma evidentemente non bastava (le parole si evolvono) e diventò hibĕrnum (him-ernum). Hibĕrnum (facile immaginare come abbia originato inverno) avrà sicuramente fatto venire in mente la parola ibernare e tutti i suoi derivati col significato di congelare. Quindi i mesi dell'inverno sono quelli che appartengono al freddo, al ghiaccio, alla neve e alla fase di dormienza e di attesa della natura. Ma lasciamo alla poesia, presente nelle parole di Ungaretti, una delle migliori definizioni, a mio avviso, di questo gelido periodo: Inverno. Come un seme il mio animo ha bisogno del lavoro nascosto di questa stagione. 




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Rubrica a cura di Dino Ticli
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