UP–Un Percorso/30: la splendida vista dal Monte San Primo, al centro del triangolo lariano

I due rami del Lago di Como che confluiscono davanti a Bellagio, e le Alpi innevate sullo sfondo. Questo è lo scenario che si palesa agli occhi dalla vetta del Monte San Primo. In questa nuova puntata di UP – Un Percorso ci spostiamo nel mezzo del triangolo lariano, per l’esattezza al vertice settentrionale, per scoprire come raggiungere la cima di questa montagna così panoramica.
L’escursione non è difficile, ma è abbastanza lunga (circa 16km tra andata e ritorno). L’itinerario che proponiamo parte dalla Colma di Sormano (CO): è l’itinerario con meno dislivello tra quelli possibili. Anche in inverno, con la presenza di neve, si può facilmente salire in vetta al San Primo da questa parte. Ovviamente, bisogna adottare tutte le precauzioni del caso: nello zaino è opportuno avere almeno i ramponcini antiscivolo, se non i ramponi veri e propri, a seconda delle condizioni della neve.

Partenza: Colma di Sormano (1.124m slm)
Arrivo: Monte San Primo (1.682m slm)
Sentieri: nn
Difficoltà CAI: E
Durata: 2 ore senza neve; 2 ore e mezza con neve
Dislivello: 558m
Adatto ai bambini: 10+ con neve
N.B. Foto scattate il 12 dicembre 2021. Le condizioni d’innevamento potrebbero essere diverse.





Come dicevamo, il punto di partenza è la Colma di Sormano, nel cuore del triangolo lariano. Da questa località muovono diverse escursioni e in loco sono presenti un bar/ristorante e l’osservatorio astronomico, oltre che l’arrivo del celebre Muro di Sormano per i ciclisti. Attenzione: i parcheggi presenti, tutti a pagamento (5 euro per l’intera giornata), sono pochi, ragion per cui, soprattutto nel weekend, è consigliato raggiungere la località entro le prime ore della mattina. Già dalla Colma di Sormano si può apprezzare una bellissima vista sulla Brianza e sulle montagne lecchesi, dal Cornizzolo alle Grigne passando per il Resegone.





Il sentiero per il San Primo parte a ridosso del ristoro, in posizione leggermente più bassa rispetto ai parcheggi. Qui si imbocca un tracciato largo che si addentra nel bosco con un andamento per lo più pianeggiante, che rimane tale fino all’Alpe Spessola (1.237m slm), a cui si giunge dopo un’ora di facile cammino nel bosco (circa a metà strada si passa dalla località Colma del Bosco, 1.233m slm, dove arriva il sentiero proveniente dal paese di Sormano). Questa prima parte di escursione è molto semplice e adatta a tutti, anche in presenza di neve. All’Alpe Spessola ci sono molti prati e pendii, ragion per cui si presta a essere meta per famiglie.





Proseguendo sulla mulattiera a fondo cementato, si inizia ora a guadagnare quota e la vista sulla Brianza si apre fino ad abbracciare Milano, la pianura e gli Appennini. In caso di neve o ghiaccio, da questo punto può essere utile indossare i ramponcini antiscivolo. In circa 20 minuti si arriva all’Alpe di Terrabiotta (1.536m slm), dove è presente una malga.





Proseguendo di qualche passo oltre l’edificio, siamo alla Bocchetta di Terrabiotta dove improvvisamente fa la sua comparsa il Lago di Como cinto dalle Alpi imbiancate. Da questo punto la mulattiera diventa un sentiero, comunque mai esposto, e con pendenze più sostenute si percorrono gli ultimi 100 metri di dislivello mancanti. Ci si impiega circa mezz’ora, e in particolare l’ultima parte prima di arrivare alla croce di vetta si presenta più ripida, ma mai esposta.





Una volta su, però, la vista è veramente incredibile: c’è il lago, certo, ma si vede benissimo anche tutto l’arco alpino, dal Monte Rosa al Monviso, fino ad arrivare agli Appennini. Dall’altra parte, fanno la loro comparsa le vicine e maestose Grigne, così come il Legnone.
Per il ritorno si ripercorre lo stesso tragitto dell’andata. In particolare, in presenza di neve, bisogna stare attenti a non scivolare fino all’Alpe Spessola. Per questo motivo, in discesa ancor più che in salita, si raccomanda l’utilizzo di ramponi o ramponcini.

Michele Castelnovo
www.trekkinglecco.com
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