Domenico Colombo in comune, esponente del centrismo popolare

L'impegno politico del dottor Colombo, mancato nella notte, merita un ricordo a se stante, per il periodo particolare nel quale venne eletto a Palazzo Bovara. E' divenuto assessore, infatti, alla Pubblica Istruzione e cultura presso il Comune di Lecco nel 1970, dopo le elezioni che portarono alla nomina di sindaco del giovane Guido Puccio, con una Giunta D.C.-P.S.I..
Lui e Renato Seregni erano i due assessori rappresentanti la corrente di centrismo popolare del comasco ministro Mario Martinelli, in una Giunta con larga presenza della sinistra di base che faceva riferimento a Marcora. Quest’ultima “corrente” aveva come leader locale Cesare Golfari, eletto nel primo Consiglio Regionale di Lombardia, capo gruppo della D.C., nella Giunta presieduta da Piero Bassetti. La coabitazione martinelliana in una Giunta “secca” D.C.-P.S.I. a Lecco, che aveva escluso i socialdemocratici di Icaro Taroni non durò molto. Vi furono acque agitata anche intorno alla biblioteca civica di palazzo Falck, dipendente dall’assessorato di Colombo, dove, in tempi di contestazione dilagante si fronteggiavano fra gli utenti gruppi di opposti estremismi.
Domenico Colombo lasciò l’incarico di assessore e subentrò il prof. Giuseppe Agostoni, docente presso l'Istituto magistrale Bertacchi. Colombo è stato un esponente di primo piano della corrente di centrismo popolare, ovvero di quella che contestava l’apertura a sinistra verso il P.S.I. La roccaforte martinelliana erano le sezioni dei quartieri della vallata del Gerenzone: Salvatore Bonalumi e Giovanni Mauri, a Castello; Giovanni Bodega a San Giovanni; Renato Seregni a Rancio; Enrico Monti a Laorca e poi a Ballabio. La D.C. soffrì sicuramente nella sua unità politica di anime così diverse nelle scelte e negli indirizzi e pagò, in un certo senso, lo scotto con la flessione elettorale nelle comunali 1975, dove il P.C.I. con dieci seggi raggiunse il tetto della sua presenza nella storia repubblicana del Comune di Lecco.
A.B.
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