Laorca: un atelier aperto alla cittadinanza nell'ex scuola elementare, inaugurata la Casa di Quartiere

Ha corso il rischio di finire nel già lungo elenco di immobili pubblici dismessi e abbandonati. Grazie alla caparbietà della “gente di Laorca” (“craponi” non per niente), alla disponibilità dell'allora amministrazione Brivio bis e alle relazione poi tessute, nell'ambito di una gestazione allungata alla pandemia, l'ex scuola elementare Pio XI da quest'oggi assume ufficialmente il nome di LaorcaLab, Casa di Quartiere in primis, atelier dove vengono proposti laboratori aperti alla cittadinanza, favorendo lo scambio di conoscenze ma anche l'integrazione e la socializzazione, nel concreto.

Il taglio del nastro

Nel pomeriggio odierno il taglio del nastro, ritardato di ben due anni dall'avvento del covid, come sottolineato dal sindaco Mauro Gattinoni, riconoscendo come al suo posto avrebbe dovuto esserci il suo predecessore, Virginio Brivio, promotore, insieme alla sua Giunta, a cominciare da Francesca Bonacina, di quel cambio di “destinazione d'uso” - chiamiamolo così – sollecitato dal basso e dunque da quei cittadini che riunendosi poi in un'associazione hanno messo in moto una “macchina” che ora coinvolge, oltre alla stessa APS LaorcaLab e al Comune, l'Impresa sociale Girasole, la Parrocchia, l'Auser, la Cooperativa La Vecchia Quercia, la Scuola Materna  Barone e altre numerose realtà di volontariato nonché la Fondazione Comunitaria del Lecchese, sostenitrice del progetto – come asserito dal Segretario Paolo Dell'Oro, intervenuto in sostituzione della Presidente Maria Grazia Nasazzi – ma anche supporto per l'avvio del fondo di comunità legato all'iniziativa.

Alessia, il sindaco Mauro Gattinoni, Barbara Rigamonti e Roberta Rigamonti

Una iniziativa che, come rimarcato a più riprese tanto da Roberta Rigamonti (coordinatrice area disabilità Impresa Sociale Girasole) tanto da Barbara Rigamonti (coordinatrice della Casa di Quartiere) è da leggersi quale intervento di rigenerazione urbana e sociale del rione, attraverso la realizzazione di attività che coinvolgano i cittadini e creino reti sul territorio.
“Uno spazio vuoto – ha asserito del resto il sindaco – senza una proposta non vale niente. Questo è uno spazio che ha rischiato di chiudere perché aveva una sola funzione, quella di scuola, non più sostenibile, per mancanza di iscrizioni. Ora è uno spazio con tante sfaccettature, diventato, a mio modo di vedere più ricco per quello che è riuscito a generare attorno”.

La dove c'erano banchi e lavagne, trovano così oggi posto telai per tessere sciarpe e stole – compresa quella indossata da don Claudio Maggioni, chiamato a impartire la benedizione sulla struttura e i suoi frequentatori prima del taglio del nastro – ma anche gomitoli di lana e uncinetti per realizzare cappellini per una realtà che produce succhi di frutta e assicura a Auser per ogni “creazione” un piccolo gettone da spendere poi nelle proprie attività in favore di anziani e disabili. Ci sono poi la cucina e la palestra, con la hall d'ingresso che quest'oggi profumava delle essenze usate per plasmare saponette naturali. Una ex classe è diventata un laboratorio informatico, un'altra sta per diventare una ludoteca grazie all'associazione “Amici di Pedro”, attiva nel campo dei diritti dei bambini promuovendo eventi, proposte e iniziative a loro dedicati.

Tante le parole spese, portando in luce sfumature diverse, per presentare LaorcaLab, con gli interventi tra gli altri, oltre ai già citati, di  Ciro Comini, Presidente dell'APS,  Claudio Dossi, numero uno di Auser Leucum Lecco e del dottor Fabio Muscionico in rappresentanza di ATS. Se l'assessore al sociale Emanuele Manzoni ha auspicato che la Casa di Quartiere possa diventare “luogo dove raggiungere il pieno sviluppo della persona umana”, ad attestare che si è sulla strada giusta è bastata un'affermazione di Alessia, una ragazza che già sta frequentando i laboratori avviati. “Con i nostri lavori – ha detto – riusciamo a dare qualcosa in cambio al quartiere. Riusciamo a far vedere agli altri di cosa siamo capaci. In questo mondo individualista, dove ognuno pensa al suo, con la Casa di Quartiere anche noi riusciamo a far vedere che, anche se abbiamo delle fragilità, siamo normali”.

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Meritato l'applauso. E condivisibile l'augurio del sindaco. “LaorcaLab è talmente un bel esperimento da poter, magari, essere d'esempio per altri rioni”. Nell'attesa, lunga vita al progetto apripista.
A.M.
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