Lecco: il 13, ad Acquate, si rinnova la tradizione di Santa Lucia
La parrocchia lecchese di Acquate rinnova il 13 dicembre l’antica tradizione di Santa Lucia, la patrona della vista, popolare da Venezia a Siracusa, da Bergamo a Cremona. Le stradette dei Bravi che portano alla “cura” di manzoniana memoria, sul poggio che guarda al solco vallivo del Caldone, vedranno, come ogni anno, fedeli e devoti, non solo lecchesi: è stata la tradizione orobica e veneziana per Lucia a superare i monti, valicando il passo del Fo’, giungendo al nodo carovaniero di Campo de Boi e poi scendendo su Acquate, ormai oltre cinque secoli fa.
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L'altare di Santa Lucia il giorno della festa
Se è cambiata la cornice meteorologica con le grandi nevicate già un tempo tradizionali nei primi di dicembre, se si è modificato il paesaggio che domina dal poggio, in quanto non c’è più il complesso SAE che raggiunse il tetto di 1.500 dipendenti negli anni ’60 con tecnici inviati nel mondo, dall’Australia alla Turchia, è rimasta immutata la tradizione plurisecolare per Santa Lucia. Nelle note di cronaca di feste precedenti, c’è da segnalare quella del 1994, quando si sottolinea che vi era stato un “salto” nella gloriosa Acquate quasi veneziana, grazie allo storico locale Amanzio Aondio, che aveva guidato una visita presso il camino cinquecentesco in pietra molera del Bar Tonino.
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Panoramica della vecchia Acquate, dove spicca la chiesa con la devozione alla Santa
E’ anche la prima festa di Santa Lucia del nuovo parroco don Walter Magnoni, giunto da Milano nei primi giorni del mese di ottobre, dove è stato responsabile del servizio per la pastorale sociale e del lavoro.
A.B.