Colico: guardia giurata a giudizio per il furto di buoni pasto
Una guardia giurata di 46 anni è finta a processo con l'accusa di essersi appropriata indebitamente di... almeno un centinaio di buoni pasto.
A testimoniare oggi in merito ai fatti avvenuti lo scorso anno in un'azienda di Colico è stato il denunciante, il responsabile della sicurezza dell'impresa: “Ci siamo resi conto che dalla nostra cassaforte mancavano almeno 100 ticket, per un valore nominale di 8 euro ciascuno”.
L'uomo ha spiegato che nello stabilimento di Colico i buoni pasto spettanti ai dipendenti vengono custoditi in una cassetta di sicurezza, collocata nel locale di portineria. “Il personale che si occupa di vigilanza vi ha accesso 24 ore su 24” ha aggiunto il testimone “ed ogni sorvegliante in servizio da noi possiede una password personale, un codice univoco con cui aprire la cassaforte”.
Alla scoperta dell'ammanco, l'unica cosa che l'azienda ha potuto fare, oltre ad allertare i Carabinieri, è stata bloccare i ticket mancanti tramite l'azienda emittente.
Congedato il testimone di P.G., che avrebbe potuto riferire come si è arrivati ad identificare l'odierno imputato con chi abbia trafugato il contenuto della cassaforte: la documentazione relativa all'attività di indagine è stata acquisita dal giudice Gianluca Piantadosi, su consenso del difensore Paolo Bassano del foro di Lecco e del Vpo Mattia Mascaro.
Il processo è stato aggiornato al prossimo 29 aprile per un eventuale esame dell'imputato.
A testimoniare oggi in merito ai fatti avvenuti lo scorso anno in un'azienda di Colico è stato il denunciante, il responsabile della sicurezza dell'impresa: “Ci siamo resi conto che dalla nostra cassaforte mancavano almeno 100 ticket, per un valore nominale di 8 euro ciascuno”.
L'uomo ha spiegato che nello stabilimento di Colico i buoni pasto spettanti ai dipendenti vengono custoditi in una cassetta di sicurezza, collocata nel locale di portineria. “Il personale che si occupa di vigilanza vi ha accesso 24 ore su 24” ha aggiunto il testimone “ed ogni sorvegliante in servizio da noi possiede una password personale, un codice univoco con cui aprire la cassaforte”.
Alla scoperta dell'ammanco, l'unica cosa che l'azienda ha potuto fare, oltre ad allertare i Carabinieri, è stata bloccare i ticket mancanti tramite l'azienda emittente.
Congedato il testimone di P.G., che avrebbe potuto riferire come si è arrivati ad identificare l'odierno imputato con chi abbia trafugato il contenuto della cassaforte: la documentazione relativa all'attività di indagine è stata acquisita dal giudice Gianluca Piantadosi, su consenso del difensore Paolo Bassano del foro di Lecco e del Vpo Mattia Mascaro.
Il processo è stato aggiornato al prossimo 29 aprile per un eventuale esame dell'imputato.
F.F.