Bellano: convegno sull'olio con il GAL 4 Parchi. ''Anno disastroso ma si punta alla qualità''

Sabato scorso, a Bellano, nell'incantevole cornice del Frantoio di Biosio, si è svolto il convegno promosso dal Gal Quattro Parchi Lecco Brianza per fare il punto sulla produzione della stagione appena conclusa, ma soprattutto per dare un segnale forte al territorio: l'olio del Lario è pronto a far parte del "Sistema Lago di Como", come lo ha definito il presidente del Gal Giacomo Camozzini. Una sessantina i presenti giunti dalle province di Lecco, Como, Sondrio e Bergamo.

E' toccato all'agronomo Giandomenico Borelli, tecnico dell'Aipol incaricato dal Gal per il progetto "Olivicoltura 2030", fare il bilancio della produzione 2021, una stagione che può essere definita disastrosa, con perdite in alcuni casi vicine all'80%. Diciamo subito però che ci vuole ben altro di una stagione "disgraziata" per scoraggiare i numerosi "olivicoltori eroici" del territorio.
"Le gelate tardive e la siccità estiva hanno compromesso il raccolto - ha spiegato Borelli - Soprattutto, ancora una volta, è stata la cimice asiatica a danneggiare i frutti presenti sugli alberi. Un vero flagello... E tuttavia dove si è intervenuti nei campi nei tempi giusti e con i trattamenti adatti, come nel caso di un impianto a Oliveto Lario, il raccolto è stato salvato. Combattere la cimice asiatica è difficile ma non impossibile. Attualmente si sta sperimentando l'introduzione della "Vespa Samurai", un insetto che si nutre delle uova delle cimici. Ci vorrà del tempo ma sono convinto che ci salverà e consentirà di ridurre i trattamenti chimici".

Da sinistra Massimiliano Gaiatto, presidente Consorzio DOP Olio Extra Vergine d'Oliva Laghi Lombardi Lario e Iseo,
Leonardo Enicanti vicesindaco di Bellano e gestore del Frantoio di Biosio e Giacomo Camozzini, Presidente GAL 4 Parchi Lecco Brianza

L'agronomo Borelli ha però sottolineato la necessità di definire dei protocolli da condividere con i coltivatori, in modo che si possa portare avanti un'azione congiunta nei vari cultivar. Lo stesso vale per la mosca: con un'azione congiunta, portata avanti con metodi di lotta biologica con trappole anche al fuori del periodo dell'attacco, può dare ottimi risultati nel contrastare il principale nemico dei coltivatori di ulivi.
Un'altra buona notizia è rappresentata dalla "scoperta" di una varietà locale, ottenuta grazie a una minuziosa ricerca nel territorio lariano che ha dimostrato come gli ulivi fossero presenti fin dal 1500 nel territorio. Nei campi sperimentali sono 29 le varietà locali e tra queste c'è la "Grignola", una specie che ha dimostrato di essersi già ambientata al nostro clima. Ma non solo, la "Grignola" ha dimostrato anche di avere una significativa resistenza alla cimice.

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"Abbiamo avviato il percorso per far riconoscere la Grignola come varietà autoctona - ha concluso Borelli - e questo rappresenta un grande traguardo. Particolare non certo trascurabile è la resa di produzione di olio che la Grignola ha avuto, siamo nell'ordine del 12,5%... Quindi chi vuole, ora può scegliere di piantare varietà autoctone con genoma nostrano già adattate al nostro territorio".
E' toccato poi al Poppo, all'anagrafe Leonardo Enicanti, vice sindaco di Bellano, produttore di olio oltre che proprietario e gestore del Frantoio di Biosio, prendere la parola.
Prima di entrare nel merito della produzione di olio nell'annata in corso, ha voluto sottolineare l'importante ruolo dei coltivatori di ulivi, che hanno recuperato zone boschive abbandonate e ripristinato i caratteristici terrazzamenti cancellati dall'incuria. Un'opera difficilissima e faticosissima che spesso deve fare i conti con la burocrazia che ne ostacola la realizzazione.
"Ora è importante non rovinare tutto quello che è stato fatto - ha ammonito il gestore del frantoio di Biosio - evitando gli errori che sono stati fatti nei territori a noi vicini, dove si è puntato più sulla quantità che sulla qualità...".

Carlo Greppi (al centro) presidente Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino, Mauro Robba (a destra), presidente
Comunità Montana Alto Lario e Fabio Canepari (a sinistra) presidente CM Valsassina Valvarrone Val d'Esino Riviera

Quanto al frantoio, costruito in passato con il contributo della Comunità montana e ora interamente rilevato da Leonardo Enicanti a cui è stata riconosciuta una grande passione e professionalità nella gestione dell'impianto, grazie alle quattro nuove gramole e al nuovo decanter ha aumentato la propria capacità di lavorazione - da 300 chilogrammi a 400 - sia in termini quantitativi che qualitativi.
A quanti invece hanno chiesto notizie sulla necessità di un nuovo frantoio, che andrebbe ad aggiungersi ai due esistenti a Biosio e a Lenno, Leonardo Enicanti ha spiegato che i due impianti a pieno regime sono in grado di lavorare e trasformare sette mila quintali di olive ciascuno per un totale di 14mila quintali di olive per ogni stagione. Attualmente in annate normali ai due frantoi vengono consegnati sei mila quintali di olive, quindi una quantità molto inferiore alle reali potenzialità. Di un nuovo frantoio, con gli attuali livelli di crescita potrà aver senso parlare tra una decina di anni...

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Massimiliano Gaiatto, presidente del Consorzio Dop olio extravergine d'oliva Laghi Lombardia Lario e Iseo, ha ricordato che oggi si stanno raccogliendo i frutti e vantando risultati inaspettati grazie alla lungimiranza delle scelte compiute da alcune persone vent'anni fa.
"E' necessario il nostro impegno nel proseguire il miglioramento dell'olivicoltura di qualità che rappresenta un contributo fortissimo al brand del Lago di Como. Per quanto riguarda le nuove superfici che verranno olivetate è il caso di prendere in considerazione la piantumazione di specie autoctone con caratteristiche organolettiche ben precise per mantenere l'identità sensoriale del nostro olio".

Il vicepresidente della Coldiretti di Como e Lecco e membro della Giunta della Camera di Commercio, Roberto Magni di Olgiate Molgora ha ribadito l'interesse degli enti rappresentati al progetto "Olivicoltura 2030", lasciando chiaramente intendere la possibilità di poter contribuire concretamente alla sua attuazione.
Ad entrare nel merito del progetto è stato Renato Corti, dirigente della Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino, che ha illustrato le linee del piano presentato alla Regione Lombardia da Arest insieme alle Comunità montane e in attesa di un segnale positivo per quanto riguarda l'erogazione dei finanziamenti precisi.
"Abbiamo iniziato un percorso all'interno di un solco che si è rivelato quello giusto. Ora è importante proseguire pensando al futuro ma restando sullo stesso tracciato. Il progetto prevede un'assistenza in campo con elementi innovativi e soluzioni frutto di studi. Un incentivo è previsto anche per chi vuole coltivare e i proprietari della terra, ma è prevista anche la promozione del prodotto sia a livello territoriale che all'estero oltre ai finanziamenti per l'acquisto delle attrezzature. Siamo però in attesa di una risposta da parte della Regione".
Il presidente del Gal di Lecco Brianza Giacomo Camozzini ha sottolineato l'importanza di essere riconosciuti dagli altri settori che rappresentano quello che ha definito il "Sistema Lago di Como".

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Fronte comune e unità d'intenti anche per i presidenti delle Comunità montane, Carlo Greppi per Lario orientale Valle San Martino, Mauro Robba per l'Alto Lario e Fabio Canepari per Valsassina Valvarrone Val d'Esino Riviera, che considerano di vitale importanza il recupero del territorio e dei sentieri e confidano nel sostegno economico della Regione per poter concretizzare i progetti di valorizzazione dell'ambiente, ma sollecitano anche la sburocratizzazione degli interventi, che spesso la burocrazia finisce per ostacolare con vincoli e regole per certi versi assurde.

Anche il sindaco di Bellano Antonio Rusconi ha sostenuto a spada tratta il progetto in quanto rappresenta una delle eccellenze della cittadina lacustre che ha fatto del turismo uno dei suoi punti di forza. In particolare il primo cittadino ha sottolineato che l'olio del Lario è particolarmente apprezzato dai turisti e dà un valore aggiunto al territorio integrandosi con gli altri settori.
L'olio extravergine del lago di Como e della Brianza sembra pronto a diventare l'oro del Lario.

Angelo Baiguini
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