Capolavoro per Lecco: presentate le tre 'Storie salvate', oggi l'apertura al pubblico

Sarà inaugurata oggi – domenica 5 dicembre – per poi essere aperta al pubblico da lunedì 6, la terza edizione della mostra “Capolavoro per Lecco” promossa dall’Associazione Madonna del Rosario con il suo presidente don Davide Milani e la collaborazione dell’Amministrazione comunale.


Giovanni Valagussa e Antonio Mazzotta




Dopo l’Annunciazione del Tintoretto nel 2019, dopo il dialogo tra la pittura cinquecentesca di Lorenzo Lotto e quella contemporanea di Giovanni Frangi nel 2020, quest’anno i riflettori sono puntati su tre Natività, quadri anche in questo caso poco visti e anzi dalla storia tanto intricata e affascinante. Sotto il titolo di “Storie salvate”, a Palazzo delle paure sono infatti esposti una tela firmata dal bergamasco Andrea Previtali, ma che di Previtali non è, bensì attribuibile forse a un giovane Iacopo Bassano; un’altra che fino a tre o quattro anni fa era ancora collocata nel limbo dell’anonimato e che ora invece viene assegnata proprio ad Andrea Previtali; una terza, infine, di Giovan Battista Moroni. Si tratta di opere del primo Cinquecento: una, quella ora attribuita a Previtali, conservata in un santuario di Arconate e le altre due provenienti da collezioni private.







La mostra, curata da Giovanni Valagussa e Andrea Mazzotta, resterà poi aperta fino al 5 marzo con orari differenti. Fino al 31 dicembre, sarà visitabile martedì dalle 10 alle 13; mercoledì e giovedì dalle 14 alle 18; venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 18. Aperture straordinarie il 6 dicembre (dalle 10 alle 18), il 24 e il 31 dicembre (dalle 10 alle 14), il 26 dicembre e il 1° gennaio (dalle 14 alle 18). Dal 2 gennaio, sarà aperta il martedì dalle 10 alle 14 e da mercoledì a domenica dalle 10 alle 18. Ingresso, 2 euro.






L’edizione di quest’anno, inoltre, introduce due novità: la musica e la didattica. La prima, oltre ad accompagnare il tour, sarà protagonista ogni sabato pomeriggio alle 16, quando per mezz’ora il visitatore verrà invitato a sostare davanti a una delle tre opere esposte ascoltando brani eseguiti dagli studenti del Liceo “Grassi”, della Scuola civica di musica e del coro “Ad Libitum” (anche per questi momenti, naturalmente, è necessaria la prenotazione). Per i più piccoli è invece previsto un laboratorio artistico per un totale di sei sabati dalle 10 alle 12 e per un massimo di 15 bambini ogni volta: i partecipanti realizzeranno statuine che lasceranno poi in “mostra” e che potranno comunque poi ritirare al termine dell’esposizione.


Don Davide Milani



L’allestimento, tra l’altro, sarà particolarmente articolato, prevedendo anche “momenti di sosta” in cui visitatori potranno approfondire alcuni particolari delle opere. Non sono comunque previste visite libere. L’accesso alla mostra sarà solo con tour guidati per gruppi di dieci persone con ingressi ogni 15 minuti con l’obbligo di prenotazione sul sito www.capolavoroperlecco.it (e naturalmente con Green pass e mascherina). Per informazioni: segreteria@capolavoroperlecco.it. A guidare i visitatori saranno ancora gli studenti delle scuole superiori: quest’anno sono 180 i ragazzi coinvolti provenienti da nove istituti, sette cittadini e due del territorio.




Nel corso della presentazione di questa terza edizione della mostra, il prevosto don Davide Milani aveva spiegato come “svelare” opere nascoste fosse la filosofia sottesa all’iniziativa “Capolavoro per Lecco”: «Non sarebbe difficile ottenere in prestito un'opera già esposta in qualche museo che chiunque può visitare, ma non avrebbe senso. Preferiamo “fare ricerca”, proporre quadri “inediti” o poco conosciuti. Di là dalla valenza culturale, «la finalità di questa iniziativa – aveva continuato don Milani – non è quella di organizzare un evento bensì l’idea di dare testimonianza di un punto di vista sulla Storia attraverso il Natale, la volontà da parte della comunità cristiana di uscire pubblicamente a raccontare il Natale, a spiegare perché in questa occasione il nostro mondo si ferma».



Laura Polo D'Ambrosio

Il titolo della mostra di quest’anno, “Storie salvate”, non è dunque solo una sorta di richiamo alle opere d’arte esposte, che «son ben custodite e ben protette», ma soprattutto al mistero dell’incarnazione, e cioè all’ingresso di Dio nella Storia, che diventa accessibile anche per chi dice di non credere. C’è bisogno di salvezza. Sta crescendo l’idea che stia andando tutto male, che cresca la pazzia, anche i cortei di questi giorni sono un segno di questo bisogno di salvezza».
D.C.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.