Lecco, 60 anni fa l'impresa del McKinley: dopo le polemiche, inaugurata la mostra

Inaugurata, all’Osservatorio alpinistico di Palazzo delle paure, la mostra dedicata al sessantesimo anniversario della conquista della vetta del McKinley in Alaska nel 1961 da parte della spedizione “Città di Lecco” guidata da Riccardo Cassin (che ci ha scritto anche un libro), della quale facevano parte altri cinque alpinisti del territorio: Luigi Alippi, Luigi Airoldi, Giancarlo Canali, Romano Perego ed Annibale Zucchi. Di quella squadra oggi è rimasto il solo Airoldi, 90 anni appena compiuti, che al momento inaugurale della mostra non poteva non essere la star.


Alessandro Dubini e Marta Cassin


Al centro Giovanni Cattaneo e Mauro Gattinoni

Al ricordo di quella spedizione è dedicata una sala dell’Osservatorio. E in effetti più che una mostra, è un omaggio. Occorre arrivarci già preparati, altrimenti non si ha l’idea di cosa sia stata quell'impresa: a raccontarla sono una pagina del diario di Cassin e un documentario. Poche parole, dunque, come di poche parole del resto era quel gruppo. A cominciare dallo stesso Cassin. E non è certo casuale il titolo dell’esposizione, "60 anni fa… Noi siamo andati lì e siamo saliti su”: è la frase stringata con cui proprio il capospedizione riassumeva, senza farla lunga o metterla giù dura, l’ascensione sulla cima più alta del Nord America, 6.190 metri, raggiunta il 19 luglio 1961 (CLICCA QUI). E racchiudevano, quelle parole, «il modo con cui si era portata a termine quell’impresa: tante esperienza e capacità, certo, ma anche molto spirito d’avventura.





Ci si muove tra fotografie e reliquie: la “galleria” dei personaggi, vecchi zaini, un paio di occhiali, un maglione, la tenda, i ghiacci del McKinley a far da corona e una linea rossa a indicare la salita della spedizione. E appunto il documentario sull’impresa con immagini realizzate dallo stesso Cassin e che ha avuto momenti drammatici, soprattutto nella fase di discesa quando Giancarlo “Jack” Canali ha dovuto fare i conti con un principio di congelamento ai piedi.




Ed è l’aspetto sul quale si sono soffermati Marta Cassin, nipote di Riccardo, e Alessandro Dubini, rispettivamente curatrice e allestitore della mostra. Sottolineando appunto come i mezzi, l’attrezzatura e l’abbigliamento a disposizione allora degli alpinisti non erano certo quelli supertecnici di oggi.
All’inaugurazione sono intervenuti anche il sindaco Mauro Gattinoni e l’assessore agli eventi Giovanni Cattaneo che hanno parlato di recupero della memoria per coinvolgere le giovani generazioni. L’appuntamento è organizzato da Fondazione Cassin, Cai e Comune, una collaborazione che chiude una polemica che aveva caratterizzato la scorsa estate, quando l’Amministrazione era appunto stata accusata, forse un po’ pretestuosamente, di essersi dimenticata dell’anniversario.



Luigino Airoldi



La mostra resterà aperta fino al mese di aprile del prossimo anno, visitabile il martedì dalle 10 alle 13, il mercoledì e il giovedì dalle 14 alle 18, il venerdì, il sabato e la domenica dalle 10 alle 18. Durante le festività natalizie sono inoltre previste alcune aperture straordinarie: lunedì 6 dicembre dalle 10 alle 18; venerdì 24 dicembre dalle 10 alle 18; domenica 26 dicembre dalle 14 alle 18; venerdì 31 dicembre dalle 10 alle 18; sabato 1° gennaio dalle 14 alle 18.
A corredo dell’esposizione, martedì 14 su piattaforma Zoom si terrà la conferenza "Dalla Grigna alle grandi montagne del mondo" sull'avventura degli alpinisti che hanno reso celebre il nome di Lecco in tutto il mondo, raccontata attraverso le immagini dell'archivio fotografico MO.di.SCA. (Montagne di Scatti). Condurrà l’incontro Serafino Ripamonti (Ragno della Grignetta, giornalista, scrittore e curatore del contenuto storico dell'Osservatorio alpinistico lecchese). Organizza la Comunità montana. La durata sarà di circa 60 minuti (dalle 11.20 alle 12.20) ed è necessaria la registrazione tramite mail scrivendo a cultura@comunitamontana.lc.it.
D.C.
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