Lecco: condannata ad un anno e mezzo una finta assicuratrice
Un anno e sei mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali. E' la pena inflitta stamani dal giudice in ruolo monocratico Martina Beggio del tribunale di Lecco, nei confronti di C.D.T., donna campana di 43 anni, chiamata a rispondere del reato di truffa aggravata (art.640 comma 2 c.p).
I fatti risalgono al gennaio 2020 quando la donna - secondo il quadro accusatorio sostenuto dalla Procura - avrebbe messo in rete un annuncio per la vendita di un pacchetto assicurativo per autovetture. A rispondere un utente residente a Lecco che, attratto dal prezzo vantaggioso proposto, aveva preso contatti con la finta assicuratrice, corrispondendole 470 euro tramite una ricarica su Postepay. Una proposta resa ulteriormente credibile dalla presenza di una sorta di numero verde che l'aspirante cliente avrebbe dovuto comporre per ricevere ulteriori informazioni sulla polizza.
Peccato che fosse soltanto una truffa. Una volta corrisposto il denaro richiesto, la vittima ha infatti compreso di non aver acquistato proprio nulla, se non una grande fregatura. Ha dunque presentato denuncia ai carabinieri della stazione di competenza che, svolti gli opportuni accertamenti, sono risaliti alla titolare della carta, finita a processo con l'accusa di truffa aggravata.
Stamani l'esito finale dell'istruttoria, con la condanna della 43enne - difesa d'ufficio dall'avvocato Cristiano Ratti e mai presentatasi in aula - alla pena di un anno e sei mesi, un poco più elevata di quella chiesta dal pubblico ministero.
I fatti risalgono al gennaio 2020 quando la donna - secondo il quadro accusatorio sostenuto dalla Procura - avrebbe messo in rete un annuncio per la vendita di un pacchetto assicurativo per autovetture. A rispondere un utente residente a Lecco che, attratto dal prezzo vantaggioso proposto, aveva preso contatti con la finta assicuratrice, corrispondendole 470 euro tramite una ricarica su Postepay. Una proposta resa ulteriormente credibile dalla presenza di una sorta di numero verde che l'aspirante cliente avrebbe dovuto comporre per ricevere ulteriori informazioni sulla polizza.
Peccato che fosse soltanto una truffa. Una volta corrisposto il denaro richiesto, la vittima ha infatti compreso di non aver acquistato proprio nulla, se non una grande fregatura. Ha dunque presentato denuncia ai carabinieri della stazione di competenza che, svolti gli opportuni accertamenti, sono risaliti alla titolare della carta, finita a processo con l'accusa di truffa aggravata.
Stamani l'esito finale dell'istruttoria, con la condanna della 43enne - difesa d'ufficio dall'avvocato Cristiano Ratti e mai presentatasi in aula - alla pena di un anno e sei mesi, un poco più elevata di quella chiesta dal pubblico ministero.