Conclusi gli ultimi interventi, Somasca torni a essere Monte Sacro di silenzio e preghiera

Sono stati presentati ieri sera i lavori di restauro e conservazione  - recentemente conclusi - che hanno interessato l’intero percorso del Sacro Monte di San Girolamo Emiliani. Presente tutta l’equipe che ha concretizzato questo laborioso progetto a partire dall’architetto Gaetano Arricobene e Giacomo Luzzana dello Studio Luzzana Restauri.

A dare inizio alla serata è stato padre Walter Persico, preposto provinciale, affiancato da padre Giovanni Bonacina: “Mi sento un po' come il figlio fortunato che ha ricevuto, senza aver fatto troppa fatica, l’eredità del padre che ha lavorato tanto. I fatti che racconterò sono quindi frutto di coloro che si sono dati da fare per rendere più bella e accogliente Somasca e per far sì che i ricordi di questi luoghi possano tornare di nuovo a splendere. Il lavoro di risistemazione delle cappelle è stato soltanto l’ultimo tassello di una serie di interventi svolti all’interno e all’esterno della chiesa, come quelli messi in atto per gli affreschi del vecchio portico della casa madre risalenti al 1642 o per l’altare. Sono continuati poi con il restauro della Mater Orphanorum fino ad arrivare alla sistemazione delle campane, fondamentali per richiamare alle funzioni liturgiche. Alla fine di tutti questi interventi rimanevano soltanto le cappelle, ormai molto deteriorate. È doveroso un ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito a dar vita a questo progetto, donando così alle cappelle non solo una maggiore sicurezza ma anche e soprattutto una nuova luce. Non saremmo mai riusciti a fare questo grande intervento da soli”.

Padre Livio Valenti


Padre Giovanni Bonacina e padre Walter Persico

Il progetto è stato cofinanziato, oltre che da Regione Lombardia, dalla Fondazione Cariplo e dalla Fondazione comunitaria del Lecchese rappresentati durante la conferenza da Mario Mozzanica, giunto appositamente per l’occasione.
“Il mio auspicio - ha concluso poi padre Walter - è che tutto questo lavoro possa permettere di riportare la montagna di Somasca a un sacro monte, quindi ad un luogo di preghiera e silenzio in cui chiunque possa camminare e meditare”.

La serata è poi proseguita con la presentazione da parte dell’Arch. Arricobene volta ad illustrare i momenti fondamentali di questo progetto: “Tutto è partito dal Bando delle buone prassi di conservazione del patrimonio bandito da fondazione Cariplo nel 2015. Grazie a questa opportunità, ci è stata data l’occasione per intervenire sul complesso monumentale di Somasca elaborando una serie di operazioni messe a sistema e pensate con un occhio rivolto al futuro. Gli interventi hanno riguardato dapprima gli involucri esterni delle cappelle particolarmente rovinati dall’azione erosiva dell’acqua e in un secondo momento il restauro delle parti affrescate e delle statue, reso possibile grazie anche a nuove forme di finanziamento della Fondazione comunitaria lecchese con il bando per progetti emblematici provinciali del 2019 a cui si è aggiunta nel medesimo anno la Regione Lombardia con il bando per la valorizzazione dei Beni appartenenti agli enti e alle istituzioni ecclesiastiche”.

Mario Mozzanica, Giacomo Luzzana e Gaetano Arricobene

In merito ai finanziamenti, per la prima parte del progetto sulle superfici esterne il 40% dell’intero intervento è stato a carico dei Padri Somaschi e ad esso si è aggiunto poi il 30% finanziato dal bando delle buone prassi, il 20% dal bando per progetti emblematici provinciali ed infine il restante 10% da Regione Lombardia. Per quanto riguarda invece le superfici interne e la manutenzione programmata il 58% ha visto l’azione di fondazione Cariplo e il cofinanziamento del 42% dei Padri Somaschi.
Dunque un grande progetto realizzato dapprima tramite una serie di valutazioni preliminari e poi via via tramite un piano di conservazione programmata e preventiva. È proprio stato questo uno dei punti su cui si è voluto insistere: “Una volta fatto il restauro, non bisogna fare l’errore di pensare che il manufatto resti così come è in eterno. Per mantenere l’aspetto ottenuto dopo una serie di interventi - come ha spiegato Giacomo Luzzana - sono necessarie operazioni costanti e programmate cosicché si possa monitorare lo stato del restauro e verificare che i dispositivi inseriti stiano facendo il loro lavoro”.
V.P.
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